4. Ripley
- Disponibile su Netflix
- Episodi: 8.
- Valutazione su IMDb: 8.1.
“Ripley è un affresco perfetto dell’ipocrisia del suo protagonista, perfettamente interpretato da Andrew Scott. Attraverso i suoi tempi dilatati e l’attenzione ai dettagli, Ripley si dimostra essere una serie d’autore che poco si presta al binge watching, ma che innalza notevolmente la qualità del catalogo Netflix“. Così avevamo commentato la miniserie all’interno della nostra recensione, e lo rimarchiamo ora per rendere l’idea di un’opera dal valore artistico-creativo eccelso. Un racconto sublime, settato su standard altissimi. Capaci di rappresentare uno dei migliori esempi di sempre all’interno della serialità Netflix. Se questa classifica avesse riguardato esclusivamente gli elementi di qualità espressi, sarebbe stata come minimo sul podio. E se la sarebbe giocata alla pari con le due serie tv che occupano le posizioni più alte.
Ripley deve, invece, “accontentarsi” del quarto posto. Se n’è parlato, ma non quanto avrebbe meritato. Ha avuto ottimi riscontri numerici, tuttavia insufficienti per eguagliarne il valore globale. Resta, però, tutto il resto: un noir contemporaneo dal sapore antico, impaginato con una veste raffinata e supportata da uno sforzo tecnico pressoché unico nel panorama televisivo attuale. E poi c’è Andrew Scott, wow. Con un bel po’ d’Italia, giusto per ricordarci quanto sappiamo essere bravi quando vogliamo. Sì, è l'”ennesimo” adattamento tra le migliori serie tv uscite nel 2024, ma dobbiamo ripeterlo: quando alla base c’è un approccio del genere, rispettoso e allo stesso tempo autonomo, il risultato è una gemma seriale che ricorderemo a lungo. Quarto posto, ma sai quanto è bella.
Le migliori (nuove) serie tv del 2024 – 3. Baby Reindeer
- Disponibile su Netflix.
- Episodi: 7.
- Valutazione su IMDb: 7.7.
C’è stato un momento dell’anno in cui non si parlava d’altro. Quasi tutti la stavano guardando, e quei pochi che non lo stavano facendo la stavano comunque commentando. Un posto sul podio, allora, è pressoché inevitabile. Per un motivo semplice: è stato sì uno straordinario caso mediatico, per molti versi incontrollabile e con una forza rarissima. Ma è, prima di tutto, una miniserie eccezionale. Baby Reindeer ci ha messo di fronte i nostri peggiori fantasmi, ha fatto riflettere e ci ha portato a un confronto onesto col prossimo, disvelando le infinite complessità di un caso di cronaca che porta con sé lunghi e dolorosi pensieri.
La miniserie Netflix, di conseguenza, ha centrato un risultato notevole: è sfuggita al mero intrattenimento, entrando a gamba tesa nella nostra quotidianità. Ha offerto una prospettiva chiara nelle sue volute ambiguità, generandone tante altre. Un’esperienza soggettiva, ma anche universale. Non la migliore serie tv dell’anno, ma quella che ricorderemo maggiormente se si ripenserà al 2024 tra alcuni anni. Sì, l’anno di Baby Reindeer. Tuttavia, non sufficiente per scalzare dalle prime due posizioni del podio due produzioni che hanno riportato la narrazione televisiva ai fasti della golden age. In virtù di ciò, diventa un terzo posto col sapore del primo.
Un ringraziamento a Richard Gadd, autore della serie, protagonista nella finzione e nella realtà di una terribile vicenda. Questa non è solo una serie tv fatta bene: è una serie tv necessaria. Persino indispensabile, a dirla tutta.