In Hall of Series – Comunità di Recupero continuano le consuete classifiche di fine anno. Dopo aver decretato le migliori miniserie del 2024 (trovate qui la classifica), questa settimana la community ha dovuto assolvere un altro complicato compito: decretare le migliori Serie Tv del 2024, in assoluto. Dieci posti a disposizione per 365 giorni di meraviglie, successi internazionali, Serie Tv italiane rivelazione e titoli da cui inizialmente non ci aspettavamo niente, e invece ci hanno dato tutto. Andando avanti, ci troveremo di fronte a produzioni completamente diverse tra loro, ma c’è una cosa che le accomuna nello stesso modo: sono state, senz’altro, le più grandi Serie Tv del 2024 secondo gli utenti di Hall of Series – Comunità di Recupero.
Da Baby Reindeer a The Bear 3: ecco le migliori Serie Tv del 2024 secondo Hall of Series – Comunità di Recupero.
Non ce ne sarebbe bisogno, ma lo chiariamo lo stesso: quella che segue NON è la classifica delle migliori Serie Tv dell’anno secondo la redazione di Hall of Series (quella uscirà fra qualche giorno). La Classifica che segue è espressione delle preferenze della nostra community, ed è il risultato della somma dei voti espressi nel sondaggio settimanale che si tiene nel nostro gruppo Facebook ‘Hall of Series – Comunità di Recupero (serie Tv)’.
10) The Bear 3, una delle migliori Serie Tv del 2024 secondo Hall of Series – Comunità di Recupero. Ma c’è un però
Cominciamo con un decimo posto che sa di presa di posizione da parte della nostra community. Che The Bear sia una delle migliori Serie Tv degli ultimi anni è certo. Che sia un grandissimo prodotto lo è altrettanto. Ma mentiremmo se dicessimo che la terza stagione abbia sortito lo stesso effetto delle altre due. L’accoglienza è infatti stata molto diversa rispetto a quella delle altre volte. Non è stata calorosa in modo unanime. Ha diviso. Ci ha fatto sedere un attimo per riflettere. Per capire che cosa fosse davvero successo. Partiamo da questo presupposto: abbiamo avuto paura, fin dall’inizio. Fin da quando era stata rinnovata, ma non come ultima stagione.
Quando le Serie Tv vanno così bene procedendo perfettamente nella narrazione, il timore che a un certo punto qualcosa possa guastarsi è comprensibile. Ed è questo che ha distinto questa terza stagione di The Bear: il terrore che la narrazione potesse non essere più al livello delle precedenti. Abbiamo avuto ragione ad aver paura? Sì, ma siamo ancora salvi. Spiegandoci meglio, The Bear 3 è arrivata sui nostri schermi con un obiettivo che non avevamo considerato: diventare un ponte tra il presente e il futuro. Tra la terza e la quarta stagione. Questo nuovo capitolo sembra infatti più un preambolo. Un’introduzione a quel che ci attenderà in futuro.
Come se The Bear 3 fosse stata in realtà stata divisa in due parti di cui non conosciamo ancora la seconda. E’ stata proprio questa sensazione a stranire il pubblico, a renderlo più diffidente nei confronti di una produzione che – fino a quel momento – non aveva mai deluso nessuno. Un livello così alto deve scontrarsi con delle aspettative che crescono, con il costante paragone con il passato, con i capitolo precedenti. E’ chiaro che dunque The Bear dovrà lavorare parecchio per far sì che la quarta stagione smentisca il calo che molti telespettatori hanno denunciato. Le carte in tavola ci sono ancora. La possibilità di continuare a tenere alto il livello c’è.
The Bear può ancora continuare a essere la Serie Tv di cui ci siamo innamorati nel 2022. Nel frattempo, anche se con qualche tirara d’orecchie doverosa (le orecchie le abbiamo tirate qui), non lascia però comunque il suo posto fisso tra le migliori Serie Tv dell’anno. E va bene così.
9) Qui non è Hollywood, una delle migliori Serie Tv del 2024 secondo Hall of Series – Comunità di Recupero
Nono posto per Qui non è Hollywood, la miniserie italiana che era giunta su Disney+ con un’accoglienza tutt’altro che calorosa. Un titolo cambiato, enorme diffidenza, iniziale rifiuto e la quasi certezza da parte del pubblico che, qualsiasi cosa ne fosse venuta fuori, non sarebbe stata un granché. Ma Qui non è Hollywood sapeva bene dove andare a parare. Sapeva come muoversi, in che modo (delicato e rispettoso) raccontare di una tragedia senza utilizzare espedienti da Tv del dolore. Sì: Qui non è Hollywood lo sapeva, e lo ha dimostrato fin dal suo primo giorno di distribuzione cambiando le sorti del suo destino. Era stata considerata in partenza come una Serie Tv che sarebbe quasi certamente tra le peggiori del 2024. In pochissimi si fidavano del progetto di Pippo Mezzapesa. Ma poi tutto è cambiato, restituendo alla miniserie gli aggettivi che meritava: delicatezza, rispetto, dignità, onestà.
Non una caccia tra il gatto e il topo. Non una ricostruzione distaccata e meccanica di un evento dolorissimo: Qui non è Hollywood è è il racconto sociologico e familiare di una tragedia. La storia di una famiglia che si distrugge. Del nome di una ragazzina di quindici anni che non deve e non può essere ridotto a essere un caso di cronaca nera di cui parlare al bar. Il suo nome è Sarah Scazzi. Il regista lo sa bene. Lo ricorda in ogni scena, il suo nome. Lo mette di fronte a tutto, utilizzando l’arte del cinema con un mezzo attraverso il quale riflettere, comprendere, pensare.
Qui non è Hollywood non nasce con l’idea di ri-costruire un fatto di cronaca nera. Non nasce con l’obiettivo di capire chi, cosa, perché, quando. Nasce con la volontà di tornare indietro, facendo capire a chi la guarda il modo con cui troppo spesso si confonda la tragedia di una notizia con qualcosa di cui chiacchierare al bar. Pippo Mezzapesa, attraverso un racconto estremamente drammatico, non smette un attimo di raccontare l’urgenza sociale. L’importanza della dignità umana. Del rispetto di fronte alla tragedia. Lo fa con una presa di posizione che ha un unico obiettivo: ricordare che Sarah, una ragazza di quindici anni. E non un fatto di cronaca.