1) Hanno Ucciso L’Uomo Ragno
Al primo posto della classifica dei nostri iscritti a ‘Hall of Series – Comunità di Recupero (serie Tv)+ troviamo Hanno Ucciso L’Uomo Ragno. Secondo Hall of Series – Comunità di Recupero, la Serie Tv Sky basata sulla storia degli 883 (tra finzione e realtà) è la migliore del 2024. La produzione che più ha fatto la differenza in quest’annata. E’ arrivata solo a ottobre, ma sembra di conoscerla da sempre. Di esserci quasi cresciuti insieme, come se fosse Friends. Ed è una sensazione ha un senso. Perché anche dopo sole poche puntate, e mentre era ancora in corso, Hanno Ucciso L’Uomo Ragno ci mancava già. Come se fosse la migliore delle nostre amiche. La storia migliore che ci avessero mai raccontato. Merito di due attori che sono riusciti immediatamente a calarsi nei panni di Max Pezzali e Mauro Repetto senza mai emularli, restituendo alla propria interpretazione una chiave propria capace di renderli sia gli 883 che i nostri migliori amici.
La nostalgia è una delle chiavi di Hanno Ucciso L’uomo Ragno. Una nostalgia che ritorna qui in modo genuino, mai drammatico. Spesso parliamo della malinconia come del peggiore dei mali. Come se fosse sempre e solo sinonimo di tristezza o angoscia. Ma non lo è. A volte sa essere leggera come ce la racconta Hanno Ucciso L’Uomo Ragno. Sa essere un ritratto degli anni che non tornano indietro e che va bene che non lo facciano, ma di cui noi porteremo dietro tutto, facendoli ri-vivere attraverso noi. Due ragazzi. Due futuri cantanti. Ma, soprattutto, due compagni di scuola in cui nessuno aveva mai creduto realmente.
Fallimenti, senso di inferiorità, incertezze, paranoie sul presente e sul futuro: tutto questo Mauro e Max se lo portavano sulle spalle come il peggiore dei pesi. E non c’era nulla che riuscisse a rendere quel peso più sopportabile. Più leggero, insomma. Ma, come il più naturale dei destini, i due s’incontrano tra i banchi di scuola scoprendo che l’altro conosce l’ingrediente perfetto per rendere tutto più semplice. Perché Mauro vede opportunità dove Max vede solo fallimenti a rese, mentre Max vede razionalità lì dove Mauro vede solo istinto. La storia dell’uomo prima del mito prende così piede in questa narrazione, dando vita a un prodotto italiano di altissimo livello che racconta la storia di due protagonisti che rappresentano un frammento di oguno di noi.
Abbiamo riso, pianto. Ci siamo divertiti tanto quanto commossi. Abbiamo ri-vissuto gli anni ’90 e abbiamo ri-scoperto quel che eravamo in passato. Abbiamo viaggiato nel tempo, con Hanno Ucciso L’Uomo Ragno. E abbiamo scoperto che cantare delle cose semplici è il modo migliore per vivere l’esistenza. Perché d’altronde non facciamo tutti la vita spericolata di Vasco. A volte ci basta essere sempre noi, nello stesso bar.