La perfezione non esiste, giusto? Diamolo per assodato, senza avventurarci all’interno di una tematica che ci porterebbe subito fuori dai binari. No, la perfezione non esiste: qualcuno o qualcosa, però, ci si avvicina più del resto. Si rasenta la perfezione, complicando parecchio la vita a chiunque voglia individuare a tutti i costi un limite. Un difetto, una minuzia che abbatta un giudizio pressoché unanime. Vale un po’ per tutto e per tutti, e vale ovviamente anche per le serie tv. Soprattutto se parliamo di alcune tra le migliori serie tv di sempre. Ma di quali serie tv stiamo parlando, esattamente?
Quali, tra le migliori serie tv di sempre, meriterebbero di rientrare in una short list tanto ambiziosa?
Ecco, facciamo un piccolo gioco, allora: vestiamo i panni dei pagellisti (stavolta con maggiore serietà, rispetto a quanto fa di solito l’autore dell’articolo che segue) e diamo i voti. Un voto, a dirla tutta: un dieci. Per prendere in esame il tema, infatti, prendiamo in prestito un’espressione molto comune soprattutto negli Stati Uniti, spesso usata in altri ambiti: “essere un dieci”.
Ecco, se parliamo di serie tv, quali sono i “dieci”? Quali meritano una valutazione massima, seppure centrino l’obiettivo per le motivazioni più disparate?
La lista è piuttosto immediata, in gran parte dei casi: sono serie tv osannate dalla critica e del pubblico, espressioni straordinarie della golden age televisiva ma anche degli ultimi (bistrattati) anni. Quattro delle dieci serie tv coinvolte nel pezzo sono uscite dopo il 2013-2014, anni che secondo molti esperti del settore hanno segnato la conclusione dell’età dell’oro del piccolo schermo. Con un altro fattore da tenere in considerazione: l’azionista di maggioranza è in questo caso la HBO, presente con la bellezza di sei titoli. Foriera della qualità, ha offerto un contributo decisivo in tal senso.
Detto ciò, possiamo procedere a parlare di alcune delle Migliori serie tv di sempre, quelle che sono considerate ‘un vero 10’ da pubblico e critica.
Migliori serie tv di sempre – Breaking Bad (2008-2013)
Vabbè, qui si vince con una semplicità a dir poco imbarazzante. Al punto da essere un crocevia totale della serialità televisiva: ci sono un pre-Breaking Bad e un post-Breaking Bad, con un’eredità che pochissime hanno saputo raccogliere degnamente negli anni successivi. Secondo molti esperti, d’altronde, il de profundis della golden age televisiva è individuabile proprio con la conclusione di una delle migliori serie tv di sempre. Opinabile (e lo capiremo meglio dopo aver preso in esame le altre serie tv del listone), ma è innegabile il raggiungimento di standard qualitativi pressoché inarrivabili per chiunque altro.
Breaking Bad, in una cronistoria credibile delle serie tv di qualità, ha per molti versi raccolto il testimone de I Soprano (ci arriveremo, e ne avevamo già parlato in passato) e ha dato un’idea chiara del potenziale gigantesco del mezzo televisivo. Partita in sordina e tra diverse perplessità (“Il padre di Malcolm? Davvero?”), Breaking Bad ha raggiunto vette cinematografiche straordinarie con budget relativamente limitati, puntando tutto sul gusto eccelso di Vince Gilligan, su una storia dalle peculiarità uniche (e universali), su un’espressività eclettica e sulle prestazioni clamorose di un cast dai pochi eguali. Breaking Bad ha saputo essere, allo stesso tempo, ideale per un pubblico trasversale e per nicchie fortemente circoscritte, scrivendo alcuni tra i capitoli più importanti della narrativa contemporanea.
Non basterebbero tremila parole per dare un’idea anche solo vaga del valore di Breaking Bad, ma una cosa è certa: è un dieci, verissimo.
Better Call Saul (2015-2022)
Ecco: cosa c’è di più difficile del tirare fuori una delle migliori serie tv di sempre? Tirare fuori un’altra tra le migliori serie tv di sempre, attraverso la creazione di uno spin-off. Better Call Saul è, infatti, un prodotto derivato da Breaking Bad. A differenza della serie madre, era stata accolta con un carico di aspettative che sarebbe stato insostenibile per chiunque altro. Aspettative e diffidenza: dopo averlo ammirato in Breaking Bad, pochi immaginavano che un personaggio come Saul Goodman avesse qualcosa di tanto solido da esprimere.
Molti l’avevano visto come un mero elemento d’alleggerimento, qualcuno addirittura come una sorta di “linea comica” di Breaking Bad. E per certi versi era pure vero: peccato, però, che in una serie come quella non ci fossero elementi di contorno, trascurabili.
Si è arrivati, così, a Better Call Saul. Pensata inizialmente per tramutarsi in una sit-com sui generis, è poi diventata il miglior dramma degli ultimi anni. Osannata dalla critica e dal pubblico, è stata dimenticata solo dalle Academy: per qualche assurdo motivo che ancora ci sfugge, Better Call Saul non ha mai vinto né un Emmy né un Golden Globe. Ma in fondo conta solo fino a un certo punto: se si è arrivati a mettere addirittura in discussione la superiorità di Breaking Bad (e sarebbe una conversazione senza punti d’arrivo reali), si ha più chiaro quanto abbia saputo dare Better Call Saul nel corso delle sue sei stagioni. Un’opera magistrale, dall’inizio alla fine. Unica erede davvero concreta di quella meraviglia di sua madre.