Una delle migliori serie tv di sempre – Breaking Bad (2008-2013)
- Disponibile su Netflix.
Nel 2013, il Guinness World Records l’ha riconosciuta come serie con la più alta valutazione di tutti i tempi, citando la quinta stagione col punteggio di 99/100 attribuitole da Metacritic.
Vale quanto abbiamo già detto a proposito de I Soprano: eleggere la miglior serie tv di sempre significa sempre aprirsi a una certa soggettività.
Tuttavia, pur mantenendosi entro i confini dell’oggettività, sembra difficile prescindere da una delle due serie tv in questione. I Soprano o Breaking Bad? Qual è la migliore serie tv di sempre? La risposta è difficile, ma entrambe possiedono i crismi per essere due tra le candidate più credibili in tal senso.
L’associazione, peraltro, non si chiude qui: Breaking Bad è la serie tv che ha raccolto l’eredità dei Soprano più di chiunque altra, da ogni punto di vista. Culturalmente, qualitativamente, su un piano narrativo ed espressivo, per quella che è l’autorevolezza percepibile da un pubblico trasversale. L’una, allora, ha aperto la golden age televisiva, mentre l’altra l’ha chiusa. Breaking Bad è una delle massime espressioni possibili della qualità televisiva, ed è per questo omaggiata come tale da chiunque abbia avuto la capacità di leggerne il valore al di là dei gusti personali.
L’inizio e la fine, si diceva. Mentre I Soprano hanno offerto una spinta fondamentale all’ingresso della televisione in una dimensione artistico-creativa differente, Breaking Bad è stato un termine di paragone impossibile per chiunque è arrivato dopo. Nessuno, finora, ha saputo elevarsi sui suoi standard, e questo ha rappresentato paradossalmente un limite per tutti gli altri. A quasi dodici anni di distanza dal suo atto conclusivo, Breaking Bad è stata avvicinata dal suo straordinario prequel, Better Call Saul, e da pochissime altre. Tutti gli altri rincorrono Breaking Bad, ma non riescono ad affiancarsi in alcun modo. La tv riuscirà a essere ancora questo, in futuro? Noi speriamo di sì, anche se non sarà semplice. Affatto.
House of Cards (2013-2018)
Barack Obama, allora Presidente degli Stati Uniti, arrivò addirittura a chiedere ai follower di non spoilerare le trame delle stagione in arrivo. Era il 2014, e House of Cards stava vivendo il momento di massimo splendore. Da un presidente sovietico che si domandava che fine avesse fatto Laura Palmer a un presidente americano che manifestava una delle paure più ricorrenti tra gli appassionati di serie tv, il passo può essere brevissimo. Così come può essere brevissimo il passo che porta da un’era della televisione all’altra. Dalla televisione lineare a quella via cavo, fino ad arrivare allo streaming. House of Cards merita per questo un posto speciale all’interno di questa lista dedicata alle serie tv spartiacque. L’ultimo, non a caso. Perché è lo spartiacque più attuale, il crocevia della serialità contemporanea. Quella dello streaming e di un player che ha vissuto una rivoluzione a metà: Netflix.
House of Cards, a dirla tutta, non fu la prima serie tv del network, ma è quella che ha caratterizzato maggiormente il suo successo nella primissima fase, arrivando a varcare addirittura le porte della Casa Bianca.
L’interpretazione di Kevin Spacey ha dato vita a uno degli antieroi più suggestivi dell’ultimo decennio, Frank Underwood. E la terribile gestione dell’ultima stagione, orfana del suo protagonista e al centro di una deriva che ci ha regalato un finale a dir poco indegno, macchia solo in parte il suo percorso. House of Cards ha presentato Netflix al mondo, dandole la centralità che oggi ricopre. Una serie tv d’altissimo profilo per almeno quattro stagioni (già la quinta, l’ultima con Spacey, aveva mostrato importanti segni di cedimento), nonché uno dei migliori political drama di sempre.
House of Cards è una storia di rimpianti, per gli appassionati di sempre. Ma anche una storia che ha dato vita alle migliaia di storie a cui assistiamo quotidianamente oggi: dopo il suo avvento, niente è più stato come prima. Beau Willimon, autore di House of Cards, disse: “Questo è il futuro, lo streaming è il futuro. La TV non sarà TV da qui a cinque anni… tutti saranno in streaming”. Ha avuto ragione lui, eccome. Bentornati, allora, nel nuovo mondo: ci vediamo al prossimo crocevia. Visto come si sta evolvendo rapidamente il microcosmo dello streaming, è ormai dietro l’angolo.
Antonio Casu