Migliori serie tv di sempre – The Wire (2002-2008)
“Il suo impatto sulla TV, con gli antieroi, l’azione esplicita, le trame autentiche e la trama complessa che sarebbero diventati prassi standard nel mondo della televisione in streaming, si è dimostrato incommensurabile negli anni successivi alla sua conclusione”. Così la BBC motiva uno dei riconoscimenti più prestigiosi che qualcuno abbia mai dato a The Wire. L’eminente network britannico ha infatti eletto The Wire come la “migliore serie tv del XXI secolo”. Sia chiaro: non una delle migliori serie tv di sempre, ma la migliore serie tv di un intero secolo. Un secolo, come abbiamo visto, albergato da titoli pazzeschi, ben più noti di The Wire.
Secondo quanto riportato dal pezzo, The Wire è stata inserita al primo posto assoluto da un quarto dei critici coinvolti, dando un’idea chiara del gigantesco peso storico della serie tv HBO. Il suo destino, tuttavia, non è stato tra i più fortunati né nel suo presente né nel nostro. Quando andò in onda, il pubblico non rispose mai in massa e le critiche furono sempre piuttosto tiepide. Mai negative, ma manco ricche di entusiasmo. Oggi, invece, The Wire è poco conosciuta dalle generazioni più giovani, e rappresenta uno spauracchio anche per quelle più esperte: tutti sanno di avere a che fare con un capolavoro, ma pochi si avventurano nella visione.
La storia, tuttavia, ha reso giustizia al suo valore, dandole un riconoscimento che potrebbe non corrispondere a quello di tanti di noi, ma ha dato indubbiamente una direzione ai termini attraverso i quali esprimersi. I veri capolavori, d’altronde, emergono davvero solo a posteriori.
Chernobyl (2019)
Ancora HBO, ma stavolta entriamo in un campo che esploreremo attentamente negli ultimi punti di questo articolo: le miniserie. Formato in forte ascesa che ha caratterizzato con determinazione gli ultimi anni di serie tv, portando spesso a risultati di spicco sul piano qualitativo. In tal senso, una delle migliori serie tv di questo lustro è senza ombra di dubbio Chernobyl. Mutuando e capovolgendo un’espressione familiare ai lettori di Hall of Series, Chernobyl non è solo una serie tv: è un’esperienza di morte.
Come non dovrebbe essere necessario specificare, si tratta di una storia vera. Una storia vera che tutti ricordano: così come chiunque abbia dai trent’anni in su sa benissimo dove fosse e cosa stesse facendo l’11 settembre del 2001, altrettanto si può dire a proposito di chi ha vissuto con un’età più o meno matura il 26 aprile del 1986, giorno in cui ci fu un terribile incidente all’interno della centrale nucleare di Chernobyl, nell’attuale Ucraina. Un disastro che coinvolse il mondo intero in una spirale di paura, terrore e ansia, gettando un’ombra oscura su milioni di persone. La miniserie HBO, dal canto suo, ha reso perfettamente quelle sensazioni, traendone la forza per una narrazione dai tratti documentaristici.
Nessuna spettacolarizzazione superflua, nessun fronzolo: il racconto si traina da sé dall’inizio alla fine, senza lesinare sui dettagli. Un’opera angosciante e paralizzante. Un’esperienza immersiva devastante. Un’esperienza, per l’appunto, di morte. Un dieci, assoluto. Con la speranza che in futuro una storia tanto terribile possa trovare spazio solo tra le pagine di un’opera romanzata.