4) Shameless
Dicembre sembra davvero dedicato a rapporti conflittuali, problemi adolescenziali e atmosfere dark. Forse la pandemia in atto ha condizionato le scelte, chissà . Fatto sta che questo mese ci regala un altro ritorno in pompa magna, di quelli pesanti, sporchi, disturbanti. Shameless non ha certo bisogno di presentazioni, dominando il panorama seriale ormai da un decennio (dramma più longevo di Showtime).
La serie, alla sua undicesima stagione, ha subito il peso degli anni con un racconto che è andato calando e con alcune defezioni importanti. E in questa ultima stagione risente anche e soprattutto della pandemia. Il coronavirus ha obbligato gli autori a rivedere molte sceneggiature già scritte, ribaltando completamente lo sviluppo generale. Un bel problema che, però, ha portato anche qualche vantaggio.
Su tutti la scelta di mettere in scena le conseguenze dell’emergenza mondiale con la rappresentazione di crisi economiche, licenziamenti, problemi sociali. Il tutto, però, sempre con quel taglio tipico, tra il tragico e l’ironico, che ha sempre contraddistinto lo show. A rivelarlo è stato lo stesso produttore esecutivo e showrunner John Wells che ha ammesso che “Sarebbe stato davvero impossibile non affrontare i problemi attuali in Shameless. È una satira sulla politica pubblica quindi non potevamo ignorarla“.
La serie ha da sempre fatto della critica sociale il suo punto di forza, mettendo in scena situazioni estreme e un’umanità spesso meschina e bassa. Un mondo, quello di Shameless, privo di luce, in cui spesso e volentieri si ricade nel gorgo dei propri errori e dipendenze, in un circolo vizioso che pare quasi una maledizione impossibile da spezzare. Si prova compassione e ribrezzo nel contempo, affetto e rabbia per quei personaggi, per la loro incapacità cronica di cambiare, di sottrarsi a quel cerchio di autolesionismo.
Un racconto pesante che si trasforma in grottesco grazie anche a quella satira fredda che non manca mai. Clowneschi ci appaiono così talvolta gli interpreti (eccezionale il livello recitativo), ridicoli, ma sempre ben caratterizzati, pronti a rivelare dietro quell’apparenza macchiettistica pesi e traumi irrisolti. Poteva concludersi prima la narrazione? Forse, anzi sicuramente, come dimostrano le ultime due stagioni. Ma siamo sicuri che questa stagione finale non ci deluderà e magari regalerà anche qualche inaspettato ritorno.
Qui intanto trovate la recensione della 11×01.