5) True Detective
Non è più quella di una volta, e questo lo sappiamo bene. Ce lo ha dimostrato. La prima stagione di True Detective è stata tanto, troppo. E il resto, seppur valido, non è mai riuscito a essere all’altezza. Con un ritorno che ha smosso qualcosa (di cui abbiamo parlato meglio qui), True Detective è stata rinnovata per una quinta stagione che speriamo possa tornare ai livelli sacri della prima. Con Matthew McConaughey e Woody Harrelson, l’esordio di True Detective è stato semplicemente straordinario perché capace di unire il genere thriller-investivagativo alla narrazione esistenzialista. Sono d’altronde i dialoghi a stravolgere la narrazione, a donarci quella disillusione che che dà voce alle filosofie pessimiste di grandi filosofi come Nietzsche.
True Detective racconta così un mondo orrendo, perso nelle tenebre. Per tale ragione, la serie – attraverso il personaggio di Rust – sembra voler consigliare al telespettatore di non distrarsi, di rimanere concentrato e vigile sulle proprie emozioni, le fautrici della nostra vulnerabilità. Se perdiamo un contatto con queste lasciandole libere, si potrebbe generare il colasso totale di noi e del mondo che ci circonda, spesso raccontato come vuoto e spregevole. Narrandoci eventi non troppo lontani dalla realtà, True Detective si afferma a tutti gli effetti come un’opera profondamente esistenzialista, caratterizzata dalla fragilità umana e dalla disillusione, l’unico strumento che ci permette, quando cadiamo, di non farci troppo male.
Con così tante candidature che non basterebbe una pagina per elencarle, True Detective – anche se non sempre all’altezza – è quel pezzo di Serie Tv che non saremo mai pronti a lasciare andare del tutto. Il teatro di un’umanità complessa e disfunzionale, ma pur sempre con un cielo stellato sopra la nostra testa.
6) The White Lotus
Pluripremiata sia ai Golden Globe che agli Emmy, The White Lotus è una delle più recenti Serie Tv HBO. Di natura antologica, questa produzione racconta le vacanze da sogno di un gruppo di personaggi ricchi e viziati che vedono perfino nella vacanza qualcosa per cui infastidirsi. Non sanno star fermi, prendere il sole senza lamentarsi di una nuvola lontana da loro. Il soggiorno da sogno che hanno scelto, però, riserverà alcuni eventi che li metteranno a dura prova. Ogni stagione inizia infatti con il ritrovamento di un cadavere di cui non conosciamo l’identità. Da quel momento, la serie torna indietro nel tempo ricostruendo la cronologia degli eventi. Da questo istante in poi, i dubbi su di chi sia il corpo senza vita lasceranno spazio ad altro.
The White Lotus non si concentra infatti sul mistero iniziale, ma sui rapporti e le vite dei suoi protagonisti. Fin dalla fine della prima puntata ci si concentrerà infatti sui legami che i personaggi svilupperanno tra di loro, sul senso di alienazione che li distingue, sulle loro vite incasinate che sembrano volerci dire che anche i ricchi piangano. Seppur la prima stagione abbia fatto uno splendido lavoro, la seconda riesce ad analizzare in modo ancora più vicino le emozioni umane, costringendo così i personaggi a tirarsi fuori da quel mondo patinato e perfetto in cui il dolore è sempre un affare altrui.
Attraversando momenti di solitudine esistenziale e abissale tristezza, i protagonisti di The White Lotus scopriranno dunque forse per la prima volta che cosa sia la vita, quanto tagliente, graffiante e dolorosa sappia essere. Acquisendo queste nuove consapevolezze, i protagonisti che ritroveremo nell’ultima puntata – sia in positivo che in negativo – non saranno gli stessi che abbiamo conosciuto nella prima. Un uragano avrà infatti messo fine alle loro certezze, mettendoli di fronte a incognite e dolori, due delle cose da cui si sono sempre più tenuti distanti.