Carnivàle (2003-2005)
- Stagioni: 2.
- Puntate: 24.
- Disponibile su Sky e Now.
“La serie, ambientata nell’America degli anni Trenta, narra di una compagnia circense itinerante all’interno della quale trova rifugio un misterioso fuggiasco di nome Benjamin Hawkins, il quale custodisce un dono prezioso: donare la vita e la morte. Il giovane viene spesso turbato da sogni profetici, in cui sovente compare l’inquietante figura di un prete metodista, Padre Justin Crowe. L’evoluzione dei due personaggi porterà ad un inevitabile scontro tra Bene e Male”. Wikipedia riporta così la sinossi, senza dispensare ulteriori dettagli. Ma la sinossi, di per sé non racconta granché di questa particolarissima serie semi-antologica.
Così come abbiamo detto a proposito di The Comeback, Carnivàle, sbarcata per la prima volta nel 2003, è arrivata troppo presto. Decontestualizzata da un tempo in cui l’autorialità televisiva era ancora circoscritta a casi specifici, la serie ha osato troppo. Troppo col budget, ingente per gli standard dell’epoca, e troppo anche sul piano espressivo. È una serie visivamente bellissima che ha dato il meglio di sé con una colonna sonora avanguardista e una delle sigle più belle mai viste e ascoltate sul piccolo schermo, ma a troppi è sembrato un mero esercizio di stile. Cancellata dopo due stagioni dalla HBO (in una fase in cui le cancellazioni erano centellinate) per via di un budget che non giustificava i numeri ottenuti, Carnivàle è stato un bellissimo sogno. Un sogno interrotto a metà in un contesto non ancora suo.
Aveva (quasi) tutto per diventare una delle migliori serie tv HBO di tutti i tempi, ma è mancato un po’ di equilibrio.
Oggi, con ogni probabilità, l’approccio sarebbe stato diverso. La trama, criptica al punto da aver portato qualcuno a considerarla molto più complessa rispetto a quella di Twin Peaks, troverebbe ora un terreno più fertile. Ma questa è una storia ormai conclusa: a quasi vent’anni di distanza, resta ancora uno dei rimpianti più cocenti della HBO. Una delusione che merita comunque un’opportunità postuma: la storia è incompleta, ma l’esperienza televisiva è comunque particolarissima.