8. Il commissario Montalbano, una delle più longeve tra le migliori serie tv italiane

Proseguendo in questa classifica troviamo una leggenda della televisione italiana. Il Commissario Montalbano è probabilmente uno dei personaggi più iconici della nostra serialità. Concepito dalla leggendaria penna di Andrea Camilleri, l’amatissimo poliziotto è stato interpretato in maniera a dir poco sublime da Luca Zingaretti. Su IMDb questa serie tv vanta una valutazione di 8.3 ed è una delle produzioni più datate che troveremo su questa lista. Piccolo spoiler: ce ne sarà una ancora più vecchia. Una leggenda vera e propria.
Ad ogni modo è indiscutibile l’apporto che un’opera come Il Commissario Montalbano ha dato al nostro intrattenimento televisivo. Certo, il materiale di partenza è di un valore eccezionale, e ha aiutato moltissimo. Ma poi la serie tv ci ha messo abbondantemente del suo nel tradurre visivamente lo spessore degli scritti di Camilleri. Tra i tanti fattori che hanno contribuito al successo dell’opera c’è ovviamente la resa del personaggio, scritto e interpretato magnificamente, ma pure la capacità di creare una Sicilia iconica, divenuta non a caso una delle più celebri mete di turismo cinematografico in Italia.
Anche la peculiare struttura della serie tv ha aiutato a determinarne il successo. Longevissima, la serie è andata in onda dal 1999 al 2021, con ben 15 stagioni che hanno racchiuso pochissimi episodi (di media due all’anno, al massimo quattro e nell’ultima appena uno), ma talmente ben curati da rimanere impressi a fondo nell’immaginario collettivo. Siamo di fronte, in effetti, più a film che a episodi televisivi. Ogni puntata ha una sua struttura solidissima e un’identità profonda. La grandezza della serie sta proprio nell’essere riuscita a inserire in una struttura armonica e continua tutti questi episodi-film, lasciandone intatta l’autonomia ma inserendola in un contesto costantemente fluido e ben organizzato.
7. The Young Pope, il primo Paolo Sorrentino

Abbiamo incontrato The New Pope in questa classifica, e ora è il turno invece di The Young Pope, la prima delle due serie tv di Paolo Sorrentino. 8.3 per la serie distribuita da Sky (stesso voto de Il commissario Montalbano, ma con un numero di voti enormemente più alto), che al tempo della sua uscita (eravamo nel 2016) fu un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Anticonvenzionale e provocatoria, The Young Pope ottenne un successo strepitoso, riuscendo a conquistare due candidature agli Emmy e una ai Golden Globe per la straordinaria prova di Jude Law.
Proprio l’attore britannico è il valore aggiunto di un racconto che sfoggia fieramente la propria satira. Al centro della scena troviamo Lenny Belardo, giovane (per gli standard papali quantomeno) arcivescovo di New York che viene eletto a sorpresa sul soglio pontificio. L’obiettivo era quello di mettere sul trono di Pietro un Papa malleabile, ma Lenny, che intraprende il pontificato col nome di Pio XIII, si rivela tutt’altro che facile da controllare.
Sono passati otto anni dall’uscita di The Young Pope, ma la sua forza è rimasta intatta. Dietro il potente apparato satirico, infatti, si cela anche una riflessione più profonda sul valore della fede. Pio XIII stesso ha un rapporto molto complesso con la fede e soprattutto si percepisce un forte distacco tra come lui viene percepito dall’esterno e come invece il Papa vede in prima persona la propria figura di guida spirituale. Un’opera gigantesca, che rimane tutt’oggi una delle serie tv italiane maggiormente apprezzate all’estero.