Migliori serie tv italiane del 2024 – 6. La Storia
- Disponibile su Raiplay.
- Stagione: 1.
Avete presente L’Amica Geniale, no? Ecco, La Storia non c’entra niente. Ma per certi versi è direttamente connessa alla serie tv tratta dalla saga letteraria di Elena Ferrante. In tal senso, c’entra davvero tutto. La Rai, infatti, ha preso in prestito un’altra opera di riferimento della letteratura italiana degli ultimi decenni, stavolta attingendo da una scrittrice che molto ha a che fare con L’Amica Geniale: Elsa Morante. La Storia non è una delle tante: ritenuta da molti critici il suo romanzo migliore, è senza dubbio uno dei più influenti. Un manifesto della sua poetica, in tutto e per tutto. Un’opera che meritava un adattamento all’altezza della situazione. Ecco, quindi, gli echi con L’Amica Geniale: la penna monumentale di Elsa Morante offre le chiavi per una serie tv d’altissima qualità, destinata a target spesso inusuali per le fiction Rai.
Lo sforzo tecnico è notevole, e l’interpretazione di Jasmine Trinca avrebbe meritato un riconoscimento internazionale. La Rai, quando vuole, ci sa fare. Eccome. Spesso bistrattata a sproposito, grazie a La Storia è stata “servizio pubblico” nell’accezione più nobile della definizione. E ha rievocato così i fasti dei vecchi sceneggiati degli anni Sessanta e Settanta. Sesto posto tra le migliori serie tv italiane del 2024, con l’auspicio di assistere a un numero maggiore di operazioni del genere nei prossimi anni. La Rai può e deve essere anche questo.
5. Dostojevskij
- Disponibile su Sky e Now.
- Stagione: 1.
Ah, siamo già arrivati al giro di boa? Ebbene sì, e lo facciamo con una serie tv che si posiziona al quinto posto per meriti altrui. Nel senso: non si sarebbe offeso nessuno se avessimo posizionato Dostojevskij in vetta o almeno sul podio, considerando esclusivamente i valori assoluti espressi. Invece è “solo” quinta. Solo si fa per dire, vista la grande presenza di validissime alternative. L’autorialità dei fratelli D’Innocenzo, all’esordio in tv, trova così un’espressione importante attraverso una creatura affascinante e suggestiva, cupa e impegnativa.
Qualcuno l’ha definita la “True Detective italiana”, ma l’etichetta sarebbe impropria. Certo, i target sono associabili, ma Dostojevskij è in tutto e per tutto un unicum. Uno dei manifesti del nuovo corso della serialità italiana, e l’ennesima dimostrazione della scommessa costante sulla qualità di Sky. Farlo così, d’altronde, non è solo l’espressione di una visione: è un vero e proprio atto di coraggio.
Fabio D’Innocenzo l’aveva presentata così nel corso della conferenza stampa: “Dostevskij è un racconto sull’importanza degli incontri nella vita. Incontri che servono a farci evolvere, magari attraverso una crisi. Parla della necessità anche della vulnerabilità, che deriva dal confrontarsi con gli altri. E questa è una cosa necessaria, perché altrimenti la vita sarebbe un monologo e i monologhi non piacciono a nessuno. La vulnerabilità è stata presente anche sul set, perché tutti ci siamo messi a nudo”.