Imbarcarci in un’operazione come questa non è così semplice. Perché, nonostante alcuni sterili pregiudizi, la serialità italiana vanta alcuni capolavori che non possono essere messi in un angolo e dimenticati. Vanno ricordati e ringraziati. Considerati come i pezzi di un puzzle sontuoso che, pezzo dopo pezzo, ha dato vita ad alcune delle migliori Serie Tv italiane di tutti i tempi. In questi casi, quando si tratta di una classifica, bisogna essere pragmatici. Così, 15 posti implicano un sacrificio. Buttare già dalla torre Serie Tv di certo osannate, come Mare Fuori, che però a un certo punto hanno smarrito la strada giusta.
Ma non solo. In mezzo a questa lista delle migliori Serie tv italiane, mancheranno all’appello anche produzioni come The Good Mothers che hanno dovuto lasciare il posto a Serie Tv dal valore storico imprescindibile, come nel caso de Il Commisario Montalbano, che da sempre è uno dei volti principali delle nostra Tv. Insomma, queste sono le premesse. Fatte queste, il viaggio può cominciare!
Da Il Miracolo a Boris: ecco la classifica delle 15 migliori Serie Tv italiane di tutti i tempi
15) Suburra, una delle migliori Serie Tv italiane e la prima produzione Original Netflix italiana
Apriamo questa classifica con un quindicesimo posto che sa di rivoluzione. Sì, perché Suburra non è stata soltanto una grande Serie Tv italiana con un mastodontico Borghi o una Roma che respira. Non è stata soltanto il teatro in cui abbiamo potuto assaporare sprazzi che in parte ci hanno ricordato Romanzo Criminale: è stata anche la primissima Serie Tv italiana targata Netflix. Il gigante dello streaming ha infatti dato vita alle danze in modo sontuoso, regalando al pubblico una storia talmente iconica e indimenticabile da generare uno spin-off, una cosa che – qui in Italia – abbiamo visto accadere raramente. Ma Suburra aveva ancora tanto da dire e tanto da aggiungere alla sua storia, anche se – certamente – il paragone tra la serie madre e la sua nuova figlia non ha alcuna possibilità di competizione.
Perché Suburra è Suburra. Lo è stata fin dal suo primo episodio. Fin da quella sua Roma che in parte ricordava Romanzo Criminale per temi e ambientazioni. Dai suoi iconici personaggi, diventati oramai un simbolo, Spadino e Aureliano. I due hanno immediatamente suscitato la curiosità del pubblico che, dopo i primi episodi, ha esordito con qualcosa come avevate la nostra curiosità, adesso avete la nostra attenzione. Anche in questo caso il tema dominante in Suburra è la criminalità, le dinamiche frenetiche di una Roma senza colpe che, ogni giorno, viene macchiata dal sangue e dalla violenza.
Ma Suburra non è una Serie Tv fine a se stessa che manda avanti la sua narrazione soltanto a suon di intrighi criminali e cazzotti. Perché in Suburra c’è tutto. C’è la fede. C’è la religione. E c’è la vita. Si passa tra le strade poco popolate di Ostia per poi ritrovarsi nel caos della folla. E in mezzo a tutto questo ci sono loro, i protagonisti. Personaggi fedeli soltanto a loro stessi, vittime e carnefici di una storia che si sposa con la loro natura e che diventa presto il frutto di ogni mostro che hanno incontrato o che hanno sempre portato dentro. Suburra racconta una storia maledetta in cui ogni cosa ottiene il proprio spazio. Che sia un’espressione facciale o un movimento del corpo, tutto fluisce egregiamente dando vita a una Serie Tv che ha fatto la storia delle produzioni Netflix italiane.
14) Christian
Quattordicesimo posto per Christian, una delle recenti Serie Tv italiane targate Sky Atlantic. Composta da due stagioni, Christian è stata fin da subito una Serie Tv originale e atipica, perennemente sospesa tra il sacro e il profano. La narrazione di questa produzione sembra infatti accogliere l’eredità di Serie Tv solide e imprescindibili nel nostro panorama, come The Young Pope (del grande Paolo Sorrentino) e Il Miracolo, una Serie Tv che rappresenta una delle produzioni più simboliche ed enigmatiche mai create per i nostri schermi. Christian rappresenta infatti un palco su cui numerosi argomenti senza apparenti spiegazioni fanno a turno per raccontare la loro versione, senza però mai pretendere di conoscerà la verità sul mondo.
A tirare le fila di questa narrazione troviamo Christian, un Messiah moderno – qui interpretato da Edoardo Pesce – che sembra un un uomo come tanti. Niente ali e niente luce bianca. Vive tra di noi e respira quel che respiriamo noi, cercando così di fare i conti con un posto che non sembra avere alcuna speranza. Attraverso questo espediente, Christian unisce il tema religioso al tema sociale focalizzandosi su quello che sappiamo e che è di nostra competenza e su tutto quello che, invece, disconosciamo. Dividendosi tra il genere fantasy e il genere mistico, Christian racconta il modo con cui il Messiah provi ad affrontare questa nuova condizione, generando miracoli che permetteranno a personaggi spacciati di salvarsi.
Christian è infatti una produzione in cui i concetti di fede, speranza e fato ottengono presto un ruolo decisivo, lasciando chi guarda con domande che forse non potrebbero mai trovare alcuna risposta. Attraverso questo espediente, la Serie Tv affronta argomenti come la solitudine, il timore di Dio, l’accettazione dell’ignoto, la sospensione dell’incredulità, la fede, la scienza e la razionalità. Scava su più fronti, cercando di individuare una narrazione coerente ed equilibrata capace di mettere in atto sia le cose di cui siamo a conoscenza, sia quelle per cui aspettiamo una risposta da secoli. Senza alcuna garanzia che questa possa, un giorno, arrivare.
13) Il Miracolo, una delle migliori Serie Tv italiane che affrontano il tema della religione
Ideata dallo scrittore Niccolò Ammaniti, Il Miracolo arriva su Sky Atlantic nel 2018, accendendo di nuovo un riflettore sul tema della religione. Al contrario di Christian, Il Miracolo è una Serie Tv più provocatoria ed esistenziale, destinata a essere qualcosa di molto più grande di quel che potremmo immaginare guardando la prima puntata. Il Miracolo è infatti una produzione ambigua, constantemente divisa tra il sacro e il profano, tra la coscienza e l’incoscienza. Non si parla di vittime o carnefici. Non sempre almeno. Ogni personaggio sarà infatti qui chiamato a venire a patti con se stesso e con le proprie azioni, e fare dunque i conti la propria natura.
Nonostante la cornice inequivocabile, Il Miracolo si distingue per la sua natura ibrida. Al centro della narrazione troveremo infatti sia la religione che la mafia. Immediatamente, infatti, ci ritroviamo all’interno di un covo di un boss della ‘ndrangheta. Proprio lì è nascosta la statua di una madonnina che lacrima sangue dagli occhi. Com’è possibile una cosa del genere? A cosa dobbiamo credere? Queste sono soltanto due delle domande principali che assilleranno i protagonisti di questa produzione, che avranno reazioni diverse a questo strano evento. Un personaggio profondamente ateo andrà infatti in crisi di fronte a questo miracolo, mentre un prete cercherà costantemente la presenza di Dio.
Servendosi di elementi onirici e un costante ribaltamento degli stereotipi e di tutto quel che si dà per certo, Il Miracolo non cede mai ai pregiudizi o al moralismo, accompagnandoci in un viaggio fatto di numerosi simbolismi. Alla fine di questa narrazione, nessuno troverà davvero quel che si aspettava di ritrovare. Chi si aspettava un certo tipo di Dio, dovrà infatti fare i conti con una natura molto più selvaggia e rancorosa di quanto si potesse mai immaginare, astiosa e in confilitto perenne con chiunque abbia osato prendersi gioco della fede.
Il Miracolo è una delle migliori Serie Tv italiane mai viste sui nostri schermi. Un’opera onirica e sospesa nel tempo, capace di inclinare le uniche certezze che abbiamo e rendere ciò che non sappiamo ancora più ignoto. Un’opera coraggiosa e diversa che, ancora una volta, dimostra quanto la serialità italiana sia cresciuta negli anni diventando teatro di veri e propri capolavori.