Non smetteremo mai di rimarcarlo, ed è fondamentale farlo: la serialità italiana non è più di quella di dieci anni fa. Nonostante ciò, gran parte del pubblico continua a trattarla come un tempo: l’esterofilia imperante porta troppo spesso a sminuire tutto quello che si fa dalle nostre parti, privando ogni analisi sommaria di un contesto davvero concreto e delle necessarie distinzioni che si sono devono sempre fare quando il tema è tanto vasto. Contestualizziamo, allora. E parliamo per questo di alcune tra le migliori serie tv italiane, anche se il tema è in realtà differente: oggi si parlerà, in particolare, delle serie tv italiane che hanno stupito tutti negli ultimi cinque anni, dal 2019 a oggi.
Non necessariamente le migliori serie tv italiane del periodo, anche se spesso le definizioni corrispondono. Parliamo, invece, di serie tv sorprendenti.
Perché farlo? Perché è dal particolare che si possono trarre delle indicazioni davvero concrete a proposito dello stato di salute della nostra tv. Ed è dal particolare che possiamo tratte degli elementi d’analisi davvero consistenti sulla nostra capacità di osare. La capacità di abbracciare il mercato con prodotti creativi, non solo ben fatti. Scrivere con una prospettiva che faccia fare un salto di qualità proponendo una voce nuova, e una rinnovata autorialità al nostro panorama. Per sentirci un po’ più di grandi di quel che ci si sente di essere, e per smetterla di sminuirsi oltremisura. Prendiamone atto: siamo stati maestri di cinema per almeno due decenni e lo diciamo senza evocare solo i picchi, ma concentrandoci sul “solo” contesto globale.
Altrettanto si può dire a proposito della tv: soffriamo ancora di tanti dei “mali” che furono oggetto di parodia e satira nell’indimenticabile Boris, ma allo stesso tempo siamo diventati altro. Siamo diventati più coraggiosi, e pure più riconoscibili.
Procediamo, allora: Italians do it better, quando vogliono.
Christian
- Disponibile su Sky e Now
Partiamo col botto. Christian, produzione Sky in onda nel 2022 e nel 2023 con due stagioni da sei episodi, segue e arricchisce il filone religioso (sui generis) portato avanti da Sky negli ultimi anni, attraverso un titolo che offre degli spunti semplicemente straordinari: cosa succederebbe se un Messia dai poteri ultraterreni arrivasse dai sobborghi romani? Come reagirebbero le persone? Il Vaticano come risponderebbe? Come vivrebbe, l’umanità, la possibilità di interagire con qualcuno capace di fare dei miracoli, letteralmente? Ecco, è sufficiente farsi delle domande del genere per rendersi conto di quanto sia ambiziosa Christian.
Ideata da Roberto Saku Cinardi, Christian è quanto di più avanguardistico possa proporre oggi la serialità italiana di Sky. Una serialità che punta dritta sulla qualità, e su un target di pubblico che necessita di una tv d’autore. Una tv che osa, riaffronta e adatta ai nostri tempi la religione per offrirle una dimensione diversa. In continuità col passato, ma allo stesso tempo proiettata al futuro. Il pubblico ha risposto presente, premiando un’operazione che presentava notevoli rischi in partenza: quando c’è la qualità e si ha qualcosa di interessante da raccontare, cade ogni barriera. E l’autorialità vince, ancora. La golden age delle serie tv è finita, ma Sky continua sulla sua strada con coerenza: il risultato, uno dei più prestigiosi, è Christian.
Parlare di religione senza scadere nei soliti luoghi comuni, e senza rischiare allo stesso tempo di risultare sacrileghi? Si può fare. Eccome se si può fare. Rispondere a certe domande con grande credibilità? Si può. Se poi si valorizza così un attorone del calibro di Edoardo Pesce, tutto diventa possibile.
Bang Bang Baby
- Disponibile su Prime Video
Una sola stagione, con una seconda che sembrava avere tutti i presupposti per ottenere la luce verde ma che al momento è dispersa.
Nonostante ciò, Bang Bang Baby merita un posto di rilievo in una lista dedicata alle migliori serie tv italiane degli ultimi anni. Certamente, una delle più sorprendenti.
Bang Bang Baby è il manifesto, insieme a The Bad Guy e Prisma (ci arriveremo), dell’audace percorso italiano di Prime Video, caratterizzato da produzioni intriganti e al passo coi tempi. Internazionali nel senso più esteso della definizione, ma allo stesso tempo italiane nella loro essenza. Bang Bang Baby incrocia, in particolare, due generi molto popolari all’interno di un ibrido piuttosto riuscito: scommette su un teen drama destinato a un pubblico adulto (e di “teen” non ha sostanzialmente niente, se non qualche timida premessa), incrociandolo con un’esposizione del tema mafioso che rinuncia alla narrazione sommaria di cui è abusato oltremisura negli ultimi anni.
La sinossi è piuttosto esplicativa: “1986: Alice ha 16 anni e vive in una cittadina del Nord Italia. La sua vita cambia all’improvviso quando scopre che il padre che credeva morto in realtà è ancora vivo. È l’inizio di una discesa agli inferi, per Alice, che per amore del padre si tuffa nel mondo della ‘Ndrangheta e si fa sedurre dal fascino del crimine”.
Insomma, una serie coraggiosissima. Perché si parla di mafia con un punto di vista del tutto innovativo, e lo si fa attraverso la voce di una protagonista che dovrebbe incarnare l’innocenza e la purezza, disillusa dalle dure prove dell’adolescenza. Lei però va oltre, fin troppo oltre. E ora non ci resta che attendere: tutto molto bello, ma abbiamo un gran bisogno della seconda stagione.