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10 prime stagioni delle Serie Tv che sono considerate “un vero 10” da gran parte della critica e del pubblico

Charlie in una scena della prima stagione di Lost, una delle migliori serie tv di sempre
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A proposito delle stagioni d’apertura di alcune tra le migliori serie tv di sempre.

Chi ben comincia è a metà dell’opera, dicono. E questo riguarda un po’ tutti, serie tv incluse. Il nostro percorso di scoperta dei ‘veri 10’ della tv e del cinema continua allora con una’analisi delle stagioni d’apertura che meritano una definizione tanto impegnativa. Un’analisi piuttosto complessa, a dirla tutta. Quando si includono sia la critica che il pubblico, d’altronde, i criteri diventano ancora più stringenti ed è fondamentale appoggiarsi ad alcuni dati, soprattutto nel primo caso. Per questo motivo, abbiamo preso in esame alcune tra le migliori serie tv di sempre, abbiamo isolato le rispettive prime stagioni, analizzato il pubblico, i premi principali vinti e le tendenze della critica certificate da aggregatori attendibili come Rotten Tomatoes e Metacritic e incrociato i vari fattori. Siamo arrivati così alla definizione di una lista d’altissimo profilo.

Una lista completa? Nei limiti del possibile. I criteri stringenti hanno portato a più di un’esclusione eccellente.

Come sempre succede in questi casi, infatti, gli assenti fanno rumore almeno quanto i presenti, portando a scelte piuttosto dolorose. Per intenderci: non troverete la prima stagione di Prison Break all’interno della lista che segue. E la prima stagione di Prison Break la ricordate tutti, no? Fu semplicemente pazzesca: un concentrato d’adrenalina e di ritmi narrativi vorticosi e trascinanti, tali da aver fatto della serie tv un vero e proprio cult che si è spinto fino a noi, a vent’anni di distanza dalla prima messa in onda.

Continuiamo? La prima stagione di Mr. Robot, ossessione estiva e del tutto inattesa dagli appassionati di serie tv nel 2015, non c’è. E non ci sono manco le prime stagioni di Twin Peaks, una delle migliori serie tv di tutti i tempi, House of Cards o The Walking Dead. Avrebbero meritato di stare qua dentro? Senza ombra di dubbio, ma rispetto ai criteri tenuti in considerazione relativamente alla critica, ovvero Emmy e Golden Globe vinti in particolare, non rientrano nel novero delle serie che sono state considerate unanimemente dei ‘veri 10’ (anche se sicuramente quelle citate sono dei veri 9\9.5).

Insomma, la lista degli assenti è lunga. Ma non preoccupatevi: i presenti includono alcune tra le migliori serie tv mai viste, protagonisti di un esordio straordinario che ha segnato un’epoca in gran parte dei casi.

Non è un caso, allora, che alcune delle serie tv coinvolte fossero state incluse nella selezione dei titoli spartiacque che hanno caratterizzato la storia televisiva. E che siano state grandi al punto da aver tenuto fuori mostri sacri del calibro dei citati. Iniziamo, allora: c’è molto da dire.

Una delle migliori serie tv di sempre – Lost

Lost, una delle migliori serie tv di sempre
Credits: ABC

Premi per la stagione 1

  • Emmy (6 vittorie su 10 candidature), tra le quali Migliore serie drammatica (vinto), Migliore regia per una serie drammatica (vinto), Migliore attore non protagonista in una serie drammatica (candidato), Migliore sceneggiatura per una serie drammatica (candidato).
  • Golden Globe (1 candidatura): Miglior serie drammatica.

La serie TV con la trama più avvincente di sempre? Un’affermazione opinabile, soprattutto se si parla in valori assoluti e si tenta di restringere il campo con superlativi. Eppure, la definizione arriva da Bill Carter, autore centrale del New York Times. In ogni caso, sarebbe quantomeno azzardato non includere Lost tra le cinque serie più coinvolgenti di sempre. Soprattutto se si considera come tutto ebbe inizio, nell’ormai lontano 2004.

Lost fu un fulmine a ciel sereno nella storia della serialità. O forse, sarebbe più corretto definirlo un terremoto. Uno sconvolgimento che ha segnato profondamente il panorama televisivo, trasformandosi istantaneamente in un cult dirompente.

Fin dal primo episodio, fu evidente che Lost fosse qualcosa di completamente diverso da tutto ciò che il pubblico aveva visto fino a quel momento.

La tv, in quell’epoca, celebrava il dominio de I Soprano, una delle migliori serie di sempre. La rivoluzione della tv via cavo stava ridefinendo il mercato, mentre i network generalisti cercavano nuove idee per restare competitivi. In quel contesto, la serialità d’autore muoveva i primi passi verso quella che sarebbe diventata la golden age della televisione. E poi arrivò Lost, che fu subito qualcosa di più. Non solo una serie, ma un’ossessione collettiva, un fenomeno di costume, un’esperienza sociale capace di coinvolgere e appassionare milioni di spettatori. Tutto ebbe inizio con quella scena iconica: Jack apre gli occhi dopo il terribile schianto aereo che ha catapultato un gruppo di sopravvissuti su un’isola misteriosa.

E poi? Poi la botola. Quella maledetta botola che chiuse la prima stagione e lasciò il mondo intero col fiato sospeso. Il resto è storia. E che storia. Acclamata da critica e pubblico, la prima stagione di Lost è un dieci pieno.

Fargo

Malvo (640x360)
Credits: FX

Premi per la stagione 1.

  • Emmy (3 vittorie su 18 candidature): tra i principali, Miglior miniserie, Miglior regia per un film, Miglior casting per un film, miniserie o speciale drammatico (vinti).
  • Golden Globe (2 vittorie su 5 candidature): tra i principali, Miglior miniserie o film per la televisione, Miglior attore in una miniserie o film per la televisione (vinti).

Un coccodrillo agguanta un bambino e offre alla madre disperata una possibilità: “Se riuscirai a prevedere cosa farò del tuo bambino lo lascerò andare“. La madre, riflettendo, risponde che di certo lo divorerà. “Non ti ridarò tuo figlio perché se lo facessi la tua previsione sarebbe falsa“. Di contro la madre: “Ma se lo divorerai la mia previsione sarà vera e avevi promesso di restituirmelo se avessi previsto il vero“.

Attraverso questo estratto, il nostro Emanuele Di Eugenio inaugurò la sua recensione a posteriori del pilot di una miniserie che ha segnato un’epoca, Fargo. Un dilemma all’apparenza irrisolvibile, manifesto di una serie tv che vedeva la luce in quel preciso momento ed era destinata a diventare una delle migliori serie tv antologiche di sempre. Correva l’anno 2014, la golden age era ormai al tramonto e Fargo trovò da subito una voce autoriale fenomenale nel rievocare lo spirito dell’iconico film da cui è tratto, senza mai sovrapporsi davvero.

La serie ha il notevole merito di rivisitare il cult attraverso una strada del tutto indipendente: quanti ne sarebbero stati capaci?

Fargo si poggia sulle straordinarie interpretazioni di Billy Bob Thornton e Martin Freeman, le atmosfere peculiari di un microcosmo variegato e surreale e gli accenti espressivi di un mondo dai tratti disorientanti. L’intreccio, travolgente e imprevedibile, ha spinto il pubblico ad accogliere con grande favore un’operazione che presentava notevoli rischi alla vigilia. La prima stagione di Fargo è uno di quegli esercizi televisivi che andrebbero studiati in tutte le scuole del mondo, anche solo per coglierne il valore e darci un’idea chiara di cosa possa essere davvero il piccolo schermo. Wow.

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