The Office non c’è: la versione britannica c’è quasi arrivata, ma no. Non c’è. Seinfeld nemmeno. The Big Bang Theory? Non pervenuta. New Girl? Dispersa. Friends, invece, c’è a malapena. Vabbè, fermiamoci qua. Ma era doveroso iniziare dagli assenti. Perché se si parla di un pezzo in cui è semplice immaginare che possano alcune tra le migliori sit-com di sempre, il vuoto lasciato da un’assenza è ampio quanto è ampio lo spazio coperto dai presenti.
E diciamolo: oggi si parlerà dei pilot che più si sono distinti nel campo della comicità televisiva, ma non saranno necessariamente presenti alcune tra le migliori sit-com di sempre.
Pilot che rappresentano dei casi di studio, talvolta sono nozioni accademiche, opere esemplari che hanno fatto il passo più difficile nel miglior modo possibile. Chi ben comincia, d’altronde, è a metà dell’opera, anche se in gran parte dei casi i titoli in questioni hanno poi avuto vite lunghissime da centinaia di puntate. Insomma, il tema è ormai chiaro. E occhio: stavolta si tratta di una classifica. Non è stato semplice elaborarla perché sono tantissimi gli elementi da tenere in considerazione. Centinaia gli esempi possibili, ma vogliamo celebrare così il grandissimo lavoro fatto dagli autori e dagli interpreti di alcune tra le pagine più importanti della commedia televisiva d’ogni tempo. Per scrivere un’epoca, riempiendo un foglio bianco con l’abilità dei numeri uno.
Si pensa sempre, d’altronde, alla bellezza dei finali, ma gli avvii sono altrettanto importanti: come ben sanno gli analisti di serie tv, buona parte del pubblico decide se dare un’opportunità o meno a un titolo nell’arco di tre episodi. Spessissimo, non di più. In definitiva, il destino di una grande serie si è stabilito fin da qui.
10. Friends
Si inizia subito col botto. Deluderà qualcuno vedere un pilot tanto iconico posizionato “solo” al decimo posto, ma la scelta è figlia dei meriti altrui, più che di suoi demeriti. Se poi si valuta la statura di alcuni tra i titoli esclusi, il decimo posto diventa ancora più digeribile. È vero, tuttavia, che l’episodio iniziale di Friends sarebbe difficilmente posizionabile in una classifica destinata ai migliori titoli assoluti. È bello, ha scritto un’epoca e ha segnato uno spartiacque tra quello che era stata fin lì la serialità e quello che è stata in seguito, ma non è la massima espressione possibile di Friends.
Detto ciò, The One Where Monica Gets a Roommate, da noi analizzato qualche tempo fa in un articolo dedicato, ha il merito indubbio di aver mostrato fin da subito le peculiarità di una serie generazionale del calibro di Friends, poggiandosi soprattutto sull’immediata alchimia innescatasi tra gli interpreti principali. Il resto è storia. Una giovane ragazza entra in una caffetteria con un abito da sposa, riconosce quella che un tempo era la sua migliore amica, entra all’improvviso nella vita di un gruppo d’amici e la vita cambia. Cambia come è cambiato l’approccio alla serialità, con trovate ancora oggi valide. Friends ha segnato gli anni Novanta quanto pochissimi altri fattori, mostrando fin dal pilot di che pasta fosse fatta.
E dire che la serie rischiò di avere un altro titolo, un’altra Monica, un’altra Rachel, attori con ruoli scambiati e Chandler e Phoebe relegati a un ruolo da spalla. Per fortuna, niente di tutto ciò è mai andato in onda. Qualcuno, tuttavia, scrisse: “Succedono molte cose, ma avrai comunque la sensazione di aver già visto Friends“. Non si può accontentare tutti, d’altronde.
9. 30 Rock
“Imbarazzante e faticoso: non voglio mai più guardare quel pasticcio”. Quale modo migliore per giustificare l’inserimento di 30 Rock in questa classifica dedicata ai migliori pilot di sitcom di sempre, se non riportare le parole distruttive… della sua autrice e protagonista? No, a quanto pare Tina Fey non amò granché il primo atto della sua opera, ma ci sentiamo di affermare che sia stata critica oltremisura nei confronti della sua creatura. 30 Rock, al contrario, mostrò fin da subito di essere una serie vera, destinata a spostare i canoni della commedia televisiva. Una commedia meta-televisiva, spudorata, satirica al punto giusto e, soprattutto, divertente.
Ambientata in uno studio televisivo nel quale si porta avanti a fatica uno spettacolo molto seguito, il pilot introduce un cast d’ottimo profilo, composto in gran parte da interpreti fin lì semisconosciuti. Con un’eccezione: Alec Baldwin. Jack Donaghy, scritto appositamente per lei da Tina Fey, è uno di quei personaggi che bucano lo schermo fin dal primissimo momento, e così è stato nei primi venti minuti della sua storia.
È un peccato che la serie non abbia mai trovato una dimensione adeguata in Italia. Negli Stati Uniti, tuttavia, fu un fenomeno mediatico clamoroso: il pilot è la punta dell’iceberg in tal senso, con un grandissimo successo di pubblico (raramente eguagliato in seguito) e con la critica entusiasta.
Keith Watson di Metro scrisse: ” Potrebbe essere solo il The Mary Tyler Moore Show del XXI secolo, ma 30 Rock spacca”. Tina Fey dovrebbe farsene una ragione, e forse se l’è fatta nel tempo: il pilot di 30 Rock ha spaccato.