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La Classifica delle 10 migliori prime puntate nella storia delle sit-com

migliori sit-com di sempre

6. How I Met Your Mother

Un giovane ragazzo incontra una perfetta sconosciuta all’interno di un pub: è un colpo di fulmine fatale. Nel mentre, un donnaiolo incallito inventa modi creativi per conquistare un gran di numero di ragazze. Due amici comuni, al contrario, marciano spediti verso un matrimonio solido e felice, seppure non privo di ostacoli da affrontare.

Inizia così How I Met Your Mother, una delle migliori sit-com di sempre.

E lo fa con un pilot ancora oggi ricordatissimo, seppure sia necessario fare una distinzione: se da un lato abbiamo finora messo in evidenza degli episodi d’apertura che avevano avuto la forza e il carisma per conquistare il pubblico e la critica fin dal primissimo momento, quello di How I Met Your Mother si apprezza maggiormente a posteriori. Dopo aver conosciuto meglio i personaggi, acquisito i complessi meccanismi narrativi e aver colto un numero maggiore di dettagli provenienti dalla puntata d’esordio.

Restano impressi, tuttavia, i momenti in cui Ted e Robin si incontrano per la prima volta, e la rivelazione finale del Ted futuro, proveniente dal 2030: non sarà Robin la donna del destino di Ted. L’intento degli autori fu esplicitato dagli stessi: non volevano ricreare una dinamica associabile a quella di Rachel e Ross in Friends. A conti fatti, non ci sono riusciti fino in fondo.

Parte della critica, in ogni caso, apprezzò immediatamente. Variety la recensì così: “Non capita spesso che un pilota abbia la sensazione raffinata di uno spettacolo che esiste da un po’, ma How I Met Your Mother dovrebbe essere un solido ponte tra The King of Queens e Due uomini e mezzo”. Al di là del discutibile raffronto con Due uomini e mezzo, ci sta.

5. It’s Always Sunny in Philadelphia

200 dollari. La miseria di 200 dollari. Non sappiamo se l’informazione sia una battuta o corrisponda al vero, ma tant’è: ufficiosamente, il quinto pilot di sit-com più bello di tutti i tempi è costato… 200 dollari. 200 dollari o forse meno, come disse in seguito Charlie Day, uno dei protagonisti: “L’abbiamo girato per niente… Non so da dove siano usciti questi 200 $… Eravamo un gruppo di ragazzi con le telecamere che correvano in giro a riprendersi a vicenda. Dopo undici anni, stavamo ancora là”. Undici anni, e oltre: It’s Always Sunny in Philadelphia è infatti arrivata alla sedicesima stagione (un record quasi assoluto per il genere, serie animate a parte) e continua a divertire un pubblico che potrebbe non stancarsi mai di ridere alle battute e alle trovate di questo sgangherato gruppo di amici.

All’inizio, nessuno ci avrebbe scommesso un soldo: zero, altro che duecento dollari. It’s Always Sunny in Philadelphia sembrava essere simile a troppe altre serie e pareva non essere il momento storico ideale per investire su una produzione del genere, ma l’esplosivo pilot smentì tutti. Grazie a FX, capace di vedere ben oltre tutti gli altri, e a un cast di personaggi che hanno recitato in una confort zone ideale, perfetta per valorizzare le caratteristiche di ognuno. Secondo alcuni, il pilot iniziale (poi scartato) aveva potenzialità persino superiori, ma poco conta: questo è un dei migliori esempi mai visti a proposito dei pilot comici. E racchiude fedelmente lo spirito che la serie sta continuando a perseguire dopo quasi vent’anni. A tal proposito, è stata chiara Vulture: “È impressionante vedere sia rimasta fedele alle sue radici anche se ha poi aggiunto una miglioria dietro l’altra”. Straordinari, davvero.

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