5 – Cybill
Come concludere in bellezza la nostra lista di sitcom anni Novanta dimenticate un po’ da tutti? Con Cybill, che ha tenuto compagnia agli americani per quattro stagioni dal 1995 al 1998, ma che non è mai ufficialmente arrivata sulla tv italiana. A fare da protagonista è l’attrice Cybill Shepherd, che nella serie interpreta la quasi omonima Cybill Sheridan. Cybill è un’attrice di mezza età che si ritrova a dover fare i conti con una carriera non proprio in ascesa e con la voglia di darle nuova linfa. Ma non è sola in questa sua avventura. Ad accompagnarla ci sono la sua amica Maryann, che ha non pochi problemi con l’alcol, le sue figlie e anche i suoi due ex mariti, giusto per non farci mancare niente.
Ma se Cybill Sheridan fa fatica a trovare il suo posto nel mondo dello spettacolo, quello di Cybill Shepherd era certamente di maggiore rilievo. Per la sua interpretazione in questa sitcom infatti l’attrice ha ricevuto diverse candidature agli Emmy e ai Golden Globes. Stessa storia vale per la sua spalla Christine Baranski, che nel 1995 l’Emmy se lo è anche portato a casa insieme a una serie di nomination per altri premi. Insomma, anche in questo caso i presupposti per diventare una di quelle sitcom delle quali a distanza di anni si parla ancora c’erano tutti. Tra questi anche il creatore Chuck Lorre, che non per niente è anche conosciuto come il Re delle sitcom.
E allora, cos’è andato storto? Perché Cybill non è ricordata tra le migliori sitcom anni Novanta?
Tecnicamente la motivazione della cancellazione della serie starebbe nella mancanza di ascolti, cosa che avrebbe spinto il network a sostituirla. Cybill Shepherd però di questo non sembra poi così sicura. La protagonista della serie ha parlato diversi anni dopo la chiusura, affermando come la CBS non vedesse di buon occhio lo spirito femminista di Cybill. Stesso giudizio valeva per la rappresentazione che la serie faceva della sessualità femminile. Quali che fossero le reali motivazioni, il tempo con questa sitcom non è stato clemente, spingendola un po’ nel dimenticatoio. Ma qual è il nostro ruolo qui se non quello di ritirare fuori ciò che merita di più?