8) Xena

Quando si parla di Xena si tende perfino a dimenticare che si tratti di uno spin-off. Presenza costante della nostra infanzia, rappresenta una carezza nostalgica sulla pelle di chi tra il 1995 e il 2001 ha vissuto le avventure di una principessa guerriera che non si è mai limitata a incastrare tra loro mitologia e fantasia, riuscendo perfino a dar vita a una profonda innovazione nel palinsesto televisivo. In questo caso veniamo infatti catapultati in un’era in cui alcuni temi non venivano affrontati ma semplicemente evitati, soprattutto se si trattava di prodotti fantasy che potevano concentrarsi soltanto sulle avventure e non sulla moralità dei protagonisti. Xena, pur potendo fare a meno di rischiare, ha deciso di andare oltre il genere costruendo una narrazione che ha saputo creare un ponte tra la fantasia e la realtà.
Molto spesso, infatti, le vicende raccontate in Xena fungono da insegnamento per chi le guarda, e chiedono al telespettatore di giocare il proprio ruolo all’interno della serie. Di essere, insomma, un ascoltatore attivo, di recepire tutto quel che viene sottinteso e affrontato liberamente da parte della serie. E così, Xena cerca di fornire degli spunti di riflessione che invitano il telespettatore a prendersi le proprie responsabilità, non dare per scontate cose che all’apparenza potrebbe considerare tali. Gli ricorda l’importanza e il dono della libertà, del sacrificio e dell’amicizia. Il tutto, in una cornice leggera che riesce a bilanciare il drama e la commedia, aggiungendo anche un tocco di musical.
A mani basse, Xena è di certo uno dei migliori spin-off delle Serie Tv, nonché uno dei più ricordati nella storia della televisione. Volendo essere pignoli, l’unica mancanza di Xena è stata quella di aver mancato di accuratezza storica – secondo la linea temporale Olimpia e Xena dovrebbero avere più di 1000 anni – ma nulla che non sia stato già perdonato già trent’anni fa. D’altronde, Xena non voleva essere un ritratto documentaristico della mitologia greca, ma solo affrontare i dilemmi morali attraverso una prospettiva completamente nuova.
7) Law & Order – Unità vittime speciali

Quando dicono che tutto passa, finisce e che niente è per sempre, voi rispondete con Law & Order – Unità vittime speciali. Spin off di Law & Order – I due volti della giustizia – primo tra i tanti generati dalla Serie Tv crime – Law & Order – Unità vittime speciali è uno degli show più longevi della televisione e conta attualmente ben 26 stagioni per un totale di 559 episodi. Tra le tante offerte nate dalle ceneri di Law & Order – I due volti della giustizia, questo è di certo lo spin off che più ha ottenuto successo riuscendo sempre a non perdere la fiducia dei telespettatori anche quando la il giudizio della critica non era costante.
Law & Order – Unità vittime speciali non ha infatti sempre potuto contare sul favore dell’Academy che, oramai dal 2010, non considera più la serie. Questo non ha però spostato il giudizio del pubblico, che vede in questo prodotto uno dei punti fermi della serialità. Ogni spin-off della serie, come sappiamo, si concentra su un aspetto sempre diverso del crimine. In questo caso, al centro della narrazione troviamo detective specializzati in crimini sessuali, un tema estremamente attuale purtroppo che Law & Order – Unità vittime speciali non ha mai mancato di saper raccontare. Diversi casi narrati all’interno della serie trovano infatti ispirazione da fatti realmente accaduti che qui vengono ricostruiti lanciando un messaggio sull’urgenza di intervenire cercando di prevenire con tutti i mezzi necessari, con l’ascolto e un ruolo da parte di chiunque.
A dispetto delle altre produzioni e della Serie Tv madre, Law & Order – Unità vittime speciali si concentra su un aspetto più investigativo e meno processuale, portandoci direttamente sul campo e raccontandoci così la gravità di quanto raccontato.