2) House of the Dragon

Ci voleva una Serie Tv di questo calibro per farci dimenticare quel finale di Game of Thrones. Ed è forse un po’ questo uno degli obiettivi non troppo dichiarati di House of the Dragon: riabilitare il nome di una delle più grandi Serie Tv di tutti i tempi che, nonostante il grande sviluppo, non si è mai tolta di dosso la macchia di quell’ultima stagione. Ma ci ha pensato House of the Dragon a ricordare quanto grande sappia essere questo universo in cui la lotta e il potere contano più di qualsiasi altra cosa. Lo spin-off HBO, con le sue due stagioni e presto in con una terza (annunciata ancora prima del ritorno del secondo capitolo), è subito stato capace di raccontare l’enorme mondo introdotto da Game of Thrones con una quantità di personaggi decisamente inferiore che ha subito chiarito l’intenzione dello spin-off di dar vita a una narrazione più intima.
Come la sua serie madre, ogni cosa qui è grande televisione, ogni scena un capolavoro estetico di immagini ed effetti speciali, ogni costume un rimando simbolico a qualcosa di più grande. Eppure, nonostante il grande clamore suscitato e l’enorme lavoro, House of the Dragon 2 è giunta al termine dividendo i fan con un finale che ha suscitato diverse polemiche che hanno portato perfino all’intervento della regista Geeta Vasant Patel, che ha colto l’occasione per difendere sia l’episodio finale che le intenzioni con cui ha deciso di portarlo avanti, mettendo un accento sul personaggio finalmente libero di Alicent. La terza stagione, per questo motivo, probabilmente tornerà con ancor più responsabilità, pressioni e soprattutto domande. Il ritorno di House of The Dragon dovrà infatti rispondere a diversi misteri rimasti irrisolti.
Ciò che è certo è che, a prescindere da qualsiasi cosa accadrà, lo spin off HBO ha saputo come scrivere una delle pagine più importanti degli ultimi anni, riuscendo anche a dimostrare la propria indipendenza dalla Serie Tv madre d’appartenenza.
1) Better Call Saul

No. Un posto di simil prestigio non fa riferimento soltanto al miglior spin-off di sempre – qui legittimamente al primo posto – ma a molto di più. Fa riferimento a una delle Serie Tv migliori nella storia. Non degli ultimi anni. Non degli ultimi venti, trenta o dieci. E’ una delle migliori Serie Tv nella storia e basta. Senza però, ma e puntini di sospensione. E da un grande figlio, a volte, deriva anche una grande madre. In questo caso, quel capolavoro eterno di Breaking Bad. Era difficile, difficilissimo. Qualsiasi cosa, dopo Breaking Bad, sarebbe stata rischiosa. E più si provava a pensare a quel futuro spin-off, più non si capiva. Ed è qui che quel genio di Vince Gilligan stupisce tutti, ribalta ogni possibile scenario e scrive una storia su uno dei personaggi che meno erano stati considerati come possibili protagonisti di uno spin-off.
Con Saul Goodman Vince Gilligan riesce a chiudere l’era di Breaking Bad – almeno per il momento, chissà poi il futuro – unendo diverse linee temporali che restituiscono ritratti sempre diversi di Saul Goodman. Abbiamo visto Jimmy diventare Saul. Lo abbiamo visto cominciare a sentirsi colpevoli dei reati morali. E poi abbiamo visto un capolavoro di regia. La costruzione di personaggi destinati a restare nell’olimpo seriale, sottotrame straordinariamente riuscite e rapporti altalenanti resi ancora più difficili dalle ambizioni e dalle psicologie di questi controversi protagonisti. Better Call Saul ci ricorda Breaking Bad in ogni frammento, scena o dettaglio. Ma lo fa sempre con un’indipendenza che l’ha resa capace di camminare con le sue gambe per andare ovunque voglia portando con sé quell’identità che l’ha reso il miglior spin-off nella storia. Anche secondo chi, paradossalmente, non si ritene un estimatore di Breaking Bad.