Le case di produzione stanno sfornando di recente un sacco di miniserie di qualità. Basti pensare ad alcuni capolavori della HBO, che su questo fronte difficilmente delude. Ma anche Netflix e le altre piattaforme si stanno attrezzando in questo senso. Naturalmente però, non è tutto oro quello che luccica. Miniserie non è per forza sinonimo di qualità e, così come ci sono show che meritano, ce ne sono altrettanti che deludono profondamente.
Abbiamo pescato cinque casi emblematici di miniserie di cui avremmo potuto tranquillamente fare a meno.
Cinque casi diversi tra loro, sia per il genere preso in esame, sia per modalità di gestazione, sia per aspettative, sia per anno di rilascio. Non si tratta delle peggiori miniserie della storia, ma di esperimenti falliti che ci saremmo risparmiati volentieri.
1) Troy – Fall of a City
Non siamo stati mai troppo clementi con questa miniserie, ma le ragioni sono molteplici e lo abbiamo spiegato in più di un’occasione. Troy – Fall of a city ha sbagliato praticamente tutto: gli attori non convincono, sembrano manichini mono-espressivi che non suscitano alcun tipo di empatia. Le scene drammatiche gasano quanto una lezione di matematica alle due di pomeriggio, le ambientazioni sono platealmente mediocri e le interazioni tra personaggi non hanno nulla di coinvolgente.
Insomma, Troy – Fall of a City è una miniserie di cui avremmo fatto volentieri a meno. Se siete appassionati di Omero e di storia antica, girate al largo.
2) Crisis in Six Scenes
Woody Allen non avrebbe mai meritato un posto in questa classifica, ma il suo esordio nel mondo delle serie tv è stato obiettivamente un flop. Crisis in Six Scenes è una commedia in sei episodi presente dal 2016 su Amazon Prime Video. L’idea era quella di prendere un’ordinaria famiglia borghese dell’America degli anni Sessanta e metterla di fronte agli sconvolgimenti di quella fase storica attraverso l’arrivo di un terzo personaggio inaspettato.
L’impostazione iniziale era buona, ma alla prova dei fatti non è venuto fuori un prodotto così convincente. La notizia dello sbarco di Allen su Amazon Prime aveva messo in fibrillazione i fan, ma lo stesso regista non si era detto convintissimo di voler portare a termine il progetto. Tant’è che l’aveva commentato in questi termini:
Non so come ci sono finito dentro. Non ho idee e non so da dove cominciare. Penso che Roy Price (capo di Amazon Studios) se ne pentirà.
3) Earthsea
Quando ha visto la trasposizione televisiva dei suoi romanzi, la scrittrice Ursula Le Guin non è rimasta troppo soddisfatta. Earthsea racconta in due puntate le avventure di Ged, il giovane aspirante mago protagonista della saga di romanzi fantasy dell’autrice statunitense.
È una miniserie che lascia un po’ d’amaro in bocca se a guardarla sono i lettori della Le Guin.
Le recensioni sono state abbastanza dure nei confronti della produzione e degli sceneggiatori. La serie, secondo l’autrice, stravolgerebbe le caratteristiche dei personaggi e svilirebbe il senso generale della trama. Ma pur non avendo mai letto una pagina della saga, Earthsea rimane comunque una miniserie che non colpisce e di cui avremmo potuto certamente fare a meno.
4) Gunpowder
Il nome di Kit Harington tra gli interpreti principali aveva fatto scattare le antenne a molti fan, ma Gunpowder non è niente di eccelso. Un dramma storico in tre puntate realizzato da BBC One sulla famosa congiura delle polveri, che nel 1605 avrebbe dovuto far saltare in aria la Camera dei Comuni di Londra.
Le scene iniziali sono molto forti e la serie sembra ambire a raccontare con piglio realistico – ma forse anche leggermente moralistico – le vicende di quel periodo storico. Ne viene fuori una miniserie con poco equilibrio, che un pubblico a digiuno di determinate nozioni storiche non potrebbe apprezzare appieno e con un Kit Harington molto lontano dalle interpretazioni di Game of Thrones.
Non è il peggio che si sia visto in tv, ma stiamo parlando comunque di una miniserie abbastanza deludente.
5) The Langoliers
Era il 1995 quando fu realizzata questa miniserie in due puntate tratta dal romanzo di Stephen King. Girata principalmente a bordo di un aereo, la storia parla di un gruppo di passeggeri che si risveglia sul Los Angeles-Boston e scopre che buona parte delle persone presenti a bordo sono scomparse, come smaterializzate, lasciando sui sedili oggetti ed effetti personali. Nelle due puntate si cerca di venire a capo di questo mistero che effettivamente tiene alta l’attenzione dello spettatore.
Ma sulla trasposizione televisiva si poteva fare molto di più. Nessuno degli attori spicca per talento, così risulta difficile affezionarsi ai personaggi, e gli effetti speciali sono una delle pecche maggiori della serie.