5) Sharp Objects

In modo ancora più angosciante e cupo di Omicidio a Easttown, Sharp Objects ci porta con sé all’interno di una narrazione forse ancora troppo sottovalutata in Italia. Al centro della storia troviamo Camille, una giornalista di cronaca nera che viene mandata nel suo paese d’origine a causa della scomparsa di due ragazzine. Il personaggio principale lotta da sempre con una terribile depressione. Protagonista di una vita disfunzionale, Camille torna nel paese d’origine scoprendone i lati più disfunzionali. Non si tratta solo del mistero di fondo. Quel posto farebbe paura anche se nessuno fosse stato rapito. Teatro di maschilismo, violenza, pregiudizio e ipocrisia, quella cittadina sembra voler disegnare il ritratto di una società sempre attenta all’apparenza ma poco alla sostanza, e dedita alla crudeltà.
Con un ritmo delicato e graduale, Sharp Objects ci porta dunque all’interno della cittadina svelando poco a poco i misteri. Dalla prima all’ultima puntata il ritmo crescerà in modo infatti estremamente lento dando a tutti la possibilità di svelarsi con il tempo. Ciò che più caratterizza questa miniserie HBO è, in aggiunta, il dramma che si palesa non solo sull’ambiente protagonista ma anche sulle intricate e complesse dinamiche familiari. Camille non condivide infatti nulla con sua madre. Da sempre la donna considera la figlia come un fallimento. In un paesino in cui il dolore dilaga e consuma Camille, Sharp Object dà così il via alla narrazione restituendo finalmente quella voce che a Camille era sempre mancata. Degrado, terrore e claustrofobia diventeranno dunque gli elementi principali di questa narrazione che, in modo forte, non farà sconti a nessun personaggio.
6) I May Destroy You

No. Non fatevi fregare dalla categoria black comedy, perché I May Destroy You non ha nulla a che vedere con la leggerezza e le risate. Al contrario, fa male come poche produzioni. Trattando un tema estremamente attuale e terribile, I May Destroy You mette in atto una narrazione che si concentra su uno dei cancri più feroci della società accendendo un riflettore su molti argomenti, tra cui il consenso sessuale. Il black humor viene chiamato in causa per via dei toni con cui la miniserie HBO decide di affrontare i drammatici eventi. Al centro della storia troviamo infatti Arabella, una ragazza che, dopo una notte di cui non ricorda nulla, torna a casa soltanto con uno schermo del telefono spaccato e un taglio in fronte. Cercando di rimettere insieme i pezzi, Arabella capisce cosa le sia capitato.
Per esorcizzare il dolore di quanto successo, l’attrice Michaela Coel idea dunque questa cruda e difficile narrazione mettendo in prima linea dinamiche amare in cui ingiustizia e disgusto sono le prime protagoniste. Arabella rappresenta in questo caso una voce che lotta per accendere il riflettore nei confronti di questo cancro della società. Decidendo di non tacere, diventa il simbolo di questa lotta contro il male della violenza sessuale e di molte altre tematiche che ogni giorno tolgono valore all’essere umano. Coraggiosa, ambiziosa, spaventosamente reale: I May Destroy You non è soltanto un’ottima miniserie HBO. Per prima cosa è un manifesto necessario, un urlo disperato che cerca di interrompere un frustrante silenzio.