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5 Serie Tv in cui Netflix non sta credendo abbastanza

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Per ogni fenomeno mediatico di massa come La Casa di Carta e Stranger Things, esistono altrettanti prodotti di Netflix che molto spesso passano in sordina. Se da un lato la grande N infatti ci ha abituato a massicce campagne pubblicitarie e astute mosse di marketing per promuovere alcune tra le serie tv sui cui ha scelto di puntare il massimo, è altrettanto vero che buona parte dei suoi show rimarrebbe del tutto sconosciuta ai più se non fosse per il passaparola di una nicchia di fan o per una meticolosa analisi del catalogo della piattaforma streaming.

Sì, perché nascosti nell’infinita mole dei suoi prodotti originali, Netflix continua segretamente delle piccole perle su cui però sceglie di non credere abbastanza, a favore di show che secondo le sue analisi potrebbero portare maggior successo.

Date queste premesse oggi vogliamo provare a credere proprio in quelle serie tv in cui Netflix non sta credendo abbastanza. Ecco la nostra lista!

Kingdom

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Nel contesto del periodo Joseon medievale coreano, Lee Chang, principe erede di un vasto territorio, parte per compiere un viaggio alla ricerca delle cause che hanno portato alla nascita di una grave malattia e alla presunta morte di suo padre, il re. Durante il suo percorso però l’uomo ha modo di vedere con i propri occhi una piaga che si sta propagando velocemente in tutto il regno: una terribile epidemia che trasforma gli abitanti in mostri infatti minaccia le sorti dell’intero Paese.

Una serie che purtroppo conoscono davvero in pochi, ma che meriterebbe certamente una visione! L’original Netflix infatti può contare di un comparto tecnico davvero eccezionale, con scenografie e costumi curati alla perfezione e con un’ottima fotografia, ma anche di una sceneggiatura solida e curata nei minimi dettagli. Insomma, una produzione davvero ben fatta e che se fosse più famosa potrebbe attirare facilmente un vastissimo pubblico. Ancora non riusciamo a capacitarci del fatto che la serie, dopo le sue prime due stagioni, sia ancora così poco conosciuta nel mondo!

Speriamo che Netflix, in vista della terza stagione, decida di investire maggiormente nello show!

Post Mortem: Nessuno muore a Skarnes

Qualcuno di voi ne aveva mai sentito parlare prima? Eppure Post Mortem: Nessuno muore a Skarnes, produzione norvegese del 2021, pur essendo passata completamente inosservata, ha molto dire. Un thriller con forti tinte comiche, un dark humor marcato in situazioni di per sé drammatiche e a tratti horror e sovrannaturali: la prima stagione composta da sei episodi ci ha catturati con la sua formula insolita, i paesaggi mozzafiato e la sua capacità di coniugare diversi generi in maniera fresca e accattivante.

Queste le premesse: Skarnes è la classica cittadina sperduta in cui non succede mai niente di particolare, nessun crimine e nessuna morte. Uno scenario non molto entusiasmante per gli agenti di polizia e per l’agenzia di pompe funebri del posto. Eppure le cose sono destinate a farsi più accese quando viene rinvenuto il cadavere di una ragazza, Live Hallangen, che però poco tempo dopo si risveglia con uno sfrenato desiderio di sangue. Il sottotitolo della serie non potrebbe essere più veritiero di così: nessuno muore a Skarnes!

In attesa di una seconda stagione, speriamo che Netflix sponsorizzi maggiormente questo peculiare prodotto, che sicuramente meriterebbe una maggiora visibilità di quella che ha ricevuto finora.

Alice in Borderland

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Passiamo ora a Alice in Borderland una serie giapponese originale Netflix tratta dall’omonimo manga scritto e disegnato da Haro Aso.

In Alice in Borderland il protagonista è Arisu, un ragazzo disoccupato con una vera e propria ossessione per i videogiochi che, insieme agli amici Karube e Chōta, si ritrova catapultato in una Tokio deserta e diversa da come i protagonisti la ricordavano. Il trio si renderà presto conto di essere in trappola e di essere costretto a prendere parte a dei giochi mortali. Bloccato e sperduto, il protagonista incontra però Usagi, ragazza che affronta questi pericolosi giochi da sola, e insieme a lei cerca di far luce sui misteri e sui meccanismi che si celano dietro ai progetti dei game master.

Capace di coniugare con maestria elementi action con il thriller e la fantascienza, Alice in Borderland è un prodotto da non perdere, soprattutto per chi ha amato alla follia una serie come Squid Game. Pur essendo stato un titolo passato decisamente in sordina alla sua uscita e sul quale pare che Netflix non abbia deciso di investire in termini di campagna pubblicitaria, lo show nipponico si è rivelato davvero ottimo e meriterebbe di acquisire maggiore fama.

Il Principe dei Draghi

il principe dei draghi

Una serie animata che di certo non scorderete, già amatissima da una nicchia di fan ma davvero poco nota: parliamo di Il Principe dei Draghi, fantasy originale Netflix arrivata ormai alla terza stagione e già rinnovata fino alla settima. Un prodotto destinato non solo ai più piccoli, ma anche agli adulti, che potranno ritrovarvi elementi interessanti sia per quando riguarda la concezione della magia che per i sottotesti di un mondo in continuo cambiamento.

In una realtà dove gli umani sono in perenne conflitto contro gli elfi e tutte le creature magiche, l’unica speranza di portare la pace nel mondo è affidata ai principi Callum, ragazzo che vorrebbe tanto apprendere la magia, ed Ezran, piccolo ma assai saggio bambino, insieme all’elfa Rayla. In missione per portare l’uovo del Principe dei Draghi (fino ad allora creduto distrutto) alla sua terra natia, inseguiti da nemici, i nostri protagonisti vivranno fantastiche avventure mentre l’ombra oscura di una guerra imminente minaccia il mondo intero.

Un piccolo gioiellino che migliora di stagione in stagione sia a livello tecnico che a livello narrativo: pur non essendo mai stato molto pubblicizzato da Netflix, Il Principe dei Draghi meriterebbe di ricevere una maggiore considerazione da parte della piattaforma rossonera così da ampliare il suo bacino d’utenza!

Dear White People

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Dear White People è una serie tv originale Netflix basata sull’omonimo film del 2014 diretto da Justin Simien, uno show molto bello che meriterebbe maggiore fama di quella di cui gode ora.

Le premesse sono semplici: un gruppo di studenti universitari afroamericani frequenta il Winchester, un college frequentato quasi esclusivamente da bianchi, ma le cose per loro non sono semplici. La serie si pone infatti l’obiettivo di illustrare le discriminazioni e il clima di tensione a sfondo razziale del mondo accademico: il focus dello show si concentra soprattutto sul personaggio di Samantha (Logan Browning), attivista afroamericana che conduce Dear White People, programma radiofonico dell’università in cui parla delle difficoltà della comunità nera, anche se poi le varie puntate introducono via via il punto di vista di personaggi diversi. La trama ha inizio quando i membri della confraternita Pastiche organizzano un offensivo black-face party, manifestazione che porta agli estremi l’indignazione degli studenti neri della Winchester University.

Una serie che tratta temi importanti e che porta a riflettere spingendo lo spettatore a identificarsi con questi ragazzi e con le loro vite. È un vero peccato che Netflix non si sia mai dedicato a una massiva pubblicizzazione della serie!

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