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Le 10 peggiori Serie Tv animate che puoi trovare su Netflix

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Il catalogo di Netflix presenta tanti alti e bassi, anche sul versante degli anime e dei cartoons. In questa lista delle peggiori serie animate della piattaforma, abbiamo individuato dieci titoli che non spiccano sugli altri per qualità grafiche, per coerenza della trama, per caratterizzazione dei personaggi, per sceneggiatura e tanto altro. Qui vi avevamo già sottoposto la classifica delle 10 migliori serie animate presenti su Netflix. Con questa lista invece ci poniamo l’obiettivo inverso. Non tutti i prodotti riescono a sfondare e a creare un legame col pubblico, qualcuno immeritatamente, qualcun altro invece giustamente.

I titoli presi in esame spaziano dagli anime alle proposte della tv americana, dai titoli originali a prodotti semplicemente ospitati sulla piattaforma. In generale, si tratta di serie che hanno ricevuto commenti e giudizi quantomeno discordanti. Molte presentano delle pecche tecniche davvero deludenti, altre invece non convincono per motivi diversi: alcune non riescono a creare empatia con il pubblico, altre presentano una narrazione piatta o poco coerente, altre ancora deludono le aspettative rispetto alle opere da cui sono tratte. C’è una bella carrellata di anime, ma non sono i soli titoli presenti.

Ecco le dieci peggiori serie animate di Netflix.

1) Dragon’s Dogma

Dragon’s Dogma è un tentativo di trasposizione in serie tv di un videogioco molto amato dai gamers di tutto il mondo. Si tratta della storia di Ethan, un abitante di un villaggio al quale viene brutalmente tolto tutto ciò che gli sta più a cuore. A radere al suolo casa sua, e a uccidergli la moglie, è un drago che gli ruba il cuore e lo sfida ad andarselo a riprendere in uno scontro finale direttamente nella sua tana. Ethan quindi dovrà mettersi in viaggio, coltivare la sua rabbia e raggiungere il drago per ucciderlo e riprendersi il cuore. Durante il viaggio, il protagonista, tra vaste lande desolate, si ritroverà a combattere contro creature fantastiche e pericolose. La serie è divisa in sette episodi, come i sette peccati capitali che sono impersonati dai personaggi che il protagonista incontrerà nel suo viaggio. L’idea della serie nasce dalla volontà di dare al videogioco una versione televisiva, ma l’esperimento non è granché riuscito. Gli amanti del gioco si sono ritrovati un po’ spiazzati da questi sette episodi, nei quali la personalità di Ethan viene solo sorvolata superficialmente, senza essere sufficientemente approfondita. Quello che ne viene fuori è una narrazione troppo veloce e dotata di poca profondità, motivo per cui Dragon’s Dogma non ha mai sfondato nella sua versione serie tv.

2) Neo Yokio

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Tra le peggiori serie animate del catalogo, va inserita anche Neo Yokio, un anime ambizioso che ha però fallito il suo esordio. Kaz Kaan è il protagonista della serie. Parliamo di una specie di mago o stregone appartenente all’antica classe sociale della Magistocrazia, un gruppo di persone che nel XIX secolo esorcizzava demoni. La serie è ambientata in una versione alternativa di New York, appunto Neo Yokio, “la città migliore del mondo”. Se il contesto sembra essere piuttosto chiaro, quello che non si capisce è quale sia la struttura narrativa della storia. La sceneggiatura è un po’ debole, il ritmo lento e tutto ciò che accade al protagonista e ai suoi amici sembra essere sempre slegato rispetto al nocciolo della trama. Un progetto abbastanza ambizioso, partorito da una co-produzione tra Stati Uniti e Giappone, che però alla fine non ha una propria identità e si segue a fatica.

3) Hoops

Hoops

Veniamo invece a una delle ultime proposte di Netflix sul versante delle serie animate. Hoops è la storia di un allenatore narcisista, egoista e spocchioso, Ben Hopkins, che si ritrova ad allenare una squadra di ragazzini sfigati e con poche velleità cestistiche. La serie è scorrevole e veloce e alterna sia scene dal campo che scene fuori dal campo, nel privato di casa Hopkins e della sua vita.

Perché inserire Hoops tra le peggiori serie animate di Netflix allora?

Perché non presenta nessun elemento di novità rispetto a tante altre serie animate made in USA. Il solito linguaggio volgare, il solito politicamente scorretto, le solite grida e le situazioni esilaranti che dovrebbero far ridere, ma che la maggior parte delle volte finiscono per suonare ripetitive ed annoiare.

4) Ghost in the Shell: SAC 2045

Basata sul manga del fumettista giapponese Masamune Shirow, Ghost in the Shell: SAC 2045 si inserisce nella continuity di Ghost in the Shell: Stand Alone Complex. Di questa versione, troviamo tutti gli episodi su Netflix. La serie è di produzione giapponese-statunitense ed è ambientata nel futuro. In questo caso, come indica il titolo, siamo nel 2045, nel bel mezzo di una crisi economica che ha svalutato la moneta digitale e gettato il mondo nella disperazione. In questo contesto da pre-guerra post-apocalittica, Motoko, Batou e altri membri della Sezione 9 del Dipartimento di Pubblica Sicurezza si vendono come mercenari per guadagnarsi da vivere, ma i pericoli imminenti spingeranno i protagonisti a riunire la famosa sezione “Ghost” per tenere testa agli stravolgimenti che metteranno in subbuglio il pianeta. Nonostante la serie abbia ricevuto anche apprezzamenti e critiche positive, la maggior parte degli utenti ha espresso un giudizio sommariamente negativo. A non convincere del tutto, al di là della storia, è l’aspetto grafico della serie. Per molti, l’ambientazione poco realistica, l’estetica e le animazioni inespressive dei personaggi non rendono giustizia al mondo di Ghost in the Shell che ha avuto senz’altro maggior fortuna come manga.

5) Cyborg 009: Call of Justice

Un altra serie tratta da un manga è Cyborg 009, ideata dal fumettista giapponese di successo Shotaro Ishinomori. Più che un remake dell’originale, Call of Justice può considerarsi un sequel della serie. Siamo in una situazione di apparente calma, in cui i cyborg – nove personaggi con abilità diverse – non hanno ancora idea di quel che li attende. La nuova minaccia è rappresentata dai Consacrati, considerati un pericolo per l’intera umanità. La squadra dei nove si rimette così insieme per fronteggiare le nuove minacce e la serie segue le varie fasi della guerra.

Gli sviluppi dei personaggi sono interessanti, ma le ambientazioni eccessivamente basilari, il ritmo lento e compassato dei primi episodi e l’assenza di coralità, rendono Call of Justice una delle peggiori serie animate attualmente disponibili su Netflix.

Anche l’aspetto tecnologico sembra poco curato e a farne le spese è la trama, che finisce per appiattirsi su ritmi stanchi e appesantiti.

6) Last Hope

Una trama contorta e complicata è invece quella di Last Hope, che si incanala nel solco già tracciato dalle serie appena citate. Anche questo anime è ambientato nel futuro, in un 2031 in cui l’esplosione di un reattore ha prodotto un cataclisma ambientale tale da dar vita ai B.R.A.I. (Biological Revolutionary of Accelerated Intelligence), una nuova specie vivente di animali modificati dalla loro fusione con altri oggetti inanimati. A provare a contrastare questa nuova minaccia, ci sono i gruppi di superstiti che utilizzano i M.O.E.V. (Multi-purpose Organic Evolution Vehicle), delle unità robotiche trasformabili con pilota umano, sulle quali viene impiantato un Hyper Drive per contrastare meglio i B.R.A.I. Protagonista della serie è Leon, considerato il responsabile del disastro, che però vuole ora porvi rimedio grazie ai suoi studi innovativi. Last Hope è una serie tutta imperniata sulla dicotomia bene-male, forse un po’ troppo. Il topos dei buoni contro i cattivi non presenta grandi novità rispetto a tante altre serie dello stesso genere. C’è grande attenzione alla cura dei personaggi e della scrittura in generale, ma la resa grafica non è impeccabile e spesso la trama risulta appesantita da un eccesso di slancio filosofico che non risulta pienamente avvincente per un pubblico internazionale.

7) Sword Gai: The Animation

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Sword Gai ebbe un grandissimo successo come manga e l’attesa per una trasposizione televisiva del popolarissimo fumetto era tanta tra i fan. A dare una risposta alle loro attese è stata Netflix, che nel 2017 ha lanciato questa serie. Sword Gai è ambientata in un mondo contemporaneo alternativo, in cui le armi sono in grado di controllare le menti umane. Ci sono dunque strumenti di morte che agiscono in maniera imprevedibile e subitanea e poi ci sono le Crisalide, soggetti non completamente soggiogati che vengono reclutati per trovare le Armi leggendarie e sgominare la minaccia. Gai è il protagonista sfortunato che vive in questo contesto assurdo e irreale e che si troverà nel bel mezzo della battaglia a contrastare il pericolo.

Se proprio dovessimo scegliere tra le peggiori serie animate di Netflix, dovremmo inserire in lista anche Sword Gai.

Non perché sia una schifezza, sia chiaro. A differenza di altri titoli citati in lista, l’aspetto grafico dell’anime è ben curato, anche nei dettagli. La storia è avvincente e si serve di una grande sceneggiatura, ma la resa televisiva pecca nel mancato approfondimento del background dei personaggi, che vengono presentati senza la giusta carica di pathos ed empatia e risultano perciò poco convincenti per lo spettatore.

8) Japan Sinks

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Scenari apocalittici e tragedie planetarie sembrano essere il leit motiv di questa lista. Anche Japan Sinks si inserisce in questo contesto, anche se l’ambientazione ricorda molto quella dei nostri giorni. La serie è l’adattamento televisivo del romanzo Nihon Chinbotsu dell’autore giapponese Sakyo Komatsu ed è ambientata nel 2020, l’annus horribilis della pandemia. I protagonisti sono i membri della famiglia Mutou, che dovranno scappare dal Giappone che intanto rischia di sprofondare nell’Oceano a causa dei ripetuti terremoti che radono al suolo intere città. La sceneggiatura è ben scritta, a tratti inquietante. A guardarlo oggi, dopo il 2020 catastrofico appena vissuto, si rivivono sensazioni conosciute. La violenza non è affatto edulcorata e il tono è piuttosto lugubre, ma il problema di Japan Sinks è che manca il pathos narrativo. L’andamento sembra essere piatto, malgrado la catastrofe in atto. Chi ha già potuto apprezzare i lavori di Masaaki Yuasa, potrebbe rimanere qui deluso.

9) A tutto reality – La vendetta dell’isola 

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Avete presente L’Isola dei Famosi? Beh, A tutto reality – La vendetta dell’isola è una cosa simile, in versione serie animata. Si tratta di un reality show con tredici concorrenti scaraventati in Ontario, nell’isola immaginaria di Campo Wawanakwa. È come se fossimo davvero davanti a un reality, con tanto di tabellone per le eliminazioni, di concorrenti, divisioni in squadre, eliminazioni e premio finale. Fa parte del franchise canadese A tutto reality (Total Drama), presente sul catalogo italiano di Netflix. Rispetto alle altre serie del pacchetto però, questa è quella che si è tirata dietro più critiche. Forse perché di gran lunga più breve della altre, forse perché i personaggi-concorrenti cambiano tutti, forse perché la traumatica gestazione del progetto (modificato rispetto all’idea originaria per non urtare la sensibilità delle persone colpite dal terremoto e dallo tsunami del Tōhoku del 2011 inserendo elementi che facessero riferimento a radioattività e fattori simili) ne ha inevitabilmente fiaccato la forza, La vendetta dell’isola è la meno amata delle serie di A tutto reality e uno di quei titoli che nel panorama delle serie animate Netflix non spicca affatto.

10) Hero Mask

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Ultimo titolo della lista è invece Hero Mask, una serie giapponese che ha per protagonista un detective della polizia britannica, James Blood. Lo strampalato detective dovrà risolvere un caso molto particolare che preoccupa la cittadinanza di Londra: ci sono delle misteriose bio-maschere che causano strani incidenti nella capitale. Ma cosa c’è dietro? È proprio a questa domanda che tenta di dare una risposta il protagonista, che poco alla volta intravede i tratti di un disegno complottista alla base del quale ci sarebbe una misteriosa maschera.

Si può inserirla tra le peggiori serie animate di Netflix?

Hero Mask in realtà parte in quarta, con ritmo adrenalinico e una narrazione molto coerente. Poi però, si perde per strada. Il pathos si abbassa e gli episodi successivi non sono all’altezza delle aspettative create dalle primissime puntate. Anche i personaggi non sono perfettamente caratterizzati e alcune circostanze che meriterebbero approfondimenti ulteriori vengono liquidate in una manciata di minuti. Hero Mask non è una serie da buttare, ma nel catalogo delle serie animate di Netflix occupa una delle posizioni più basse.

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