Non sempre le produzioni originali Netflix si rivelano all’altezza delle aspettative e più volte ci è capitato di entusiasmarci per un trailer o una trama particolarmente accattivante, per poi ritrovarci a vedere una serie mediocre. Purtroppo, per alcune in particolare, ci siamo rammaricati pensando a quanto materiale avessero a disposizione per realizzare un prodotto che non solo fosse all’altezza delle aspettative, ma addirittura le superasse. E invece, hanno finito per sprecarne il potenziale.
Vediamo quali sono le 5 serie Original Netflix che hanno deluso il pubblico!
1) Dracula
Grandi emozioni e impazienza per Dracula, la nuova miniserie di Steven Moffat e Mark Gatiss, già famosi per Sherlock. Grandi idee su come avrebbero rivoluzionato la storia del vampiro più sanguinario di sempre. Grandi speranze su come una trasposizione in tre episodi da 90 minuti l’uno avrebbe scavato nell’intima mente del conte, scoprendone i desideri e le paure, i lati perversi ma anche affascinanti. Grande è stata anche la delusione. Fan dell’opera cartacea non illudetevi che questa serie possa essere paragonabile al romanzo di Bram Stoker. Anzi, ha distrutto più di una leggenda.
La trama si articola in un arco temporale molto ampio, parte dal 1897 e termina – con il terzo episodio – nel XXI secolo. Il vero problema risiede proprio nell’ultima puntata. Non ha saputo dare una degna conclusione. Complice anche forse l’incapacità di convincere a pieno lo spettatore nelle prime due puntate, dove il ritmo e la suspense pian piano scemano. La fine perde quelle sfumature horror e i toni macabri che avevano caratterizzato le puntate precedenti e invece vira verso una storia d’amore con finale banale e poco persuasivo.
La miniserie si lascia anche guardare, ma non lascia allo spettatore la sete di curiosità o di affezione. Non coinvolge come dovrebbe e non incuriosisce. Con tutto il materiale a disposizione, tra romanzo e rivisitazioni varie, avrebbero potuto scavare più in profondità.
2) Luna Nera
Luna Nera è stata una delle più cocenti delusioni del 2020… il che è tutto dire. Poteva rappresentare un punto di svolta nel panorama seriale italiano: una serie tv che finalmente non avrebbe trattato solo di dinamiche familiari, di indagini e di stazioni di polizia, ma avrebbe avuto al centro il mistero, la magia e la caccia alle streghe che ha dilagato nel 1600.
Di punti critici Luna Nera ne ha molti. Primo fra tutti e che risulta quasi subito evidente, è che di incantesimi e magia vera e propria ce ne sono davvero pochi. Le streghe sono questo gruppo di donne forti, costrette a nascondersi e che ovviamente incarnano l’ideale della female power, ma in modo blando e superficiale. Non c’è un’analisi storica, per quanto costumi e scenografie siano impeccabili. Non si riesce a entrare in empatia con i personaggi, per quanto ci si provi.
E qui andiamo a toccare un altro tasto dolente: la recitazione. Estremamente teatrale, con dialoghi che alternano la parlata dei nostri giorni con una del XVII secolo e che la maggior parte delle volte sono inverosimili, poco spontanei e poco profondi. Non risultano credibili e si finisce col guardare costantemente con distacco le vicende. Uno spreco di occasioni e potenziali che lascia l’amaro in bocca.
3) 13 Reasons Why
13 Reasons Why è l’emblema delle serie tv che hanno sprecato completamente il loro potenziale. Perché Tredici ce l’aveva il potenziale. Aveva un messaggio forte, uno che a volte non si vuole ascoltare e si preferisce ignorare, urlato silenziosamente contro lo spettatore: anche un piccolo gesto apparentemente insignificante può avere un gravoso impatto sulla vita di un’altra persona. E quella vita potrebbe finire e tu esserne responsabile. Quindi basta far finta di nulla. Bisogna guardare in faccia la realtà e assumersi le proprie responsabilità.
La storia di Hannah Baker e delle 13 cassette, una per ogni episodio, sono la sua lettera da ascoltare – e vivere – post mortem. Il lascito di una ragazza suicida ai suoi carnefici, siano stati essi consapevoli o inconsapevoli. Se 13 Reasons Why si fosse fermata alla prima stagione sarebbe stato un grande successo e il messaggio iniziale non avrebbe perso il suo doloroso mordente. Ma ha voluto strafare, diventando la sagra della banalità e del trash. Vanificando il nobile lavoro di partenza e finendo dritta dritta nella nostra nuova rubrica Il Muro del Rimpianto.
L’intento è stato alterato, si è continuato a indagare sofferenze e disagi a cui vanno incontro gli adolescenti, l’indifferenza e la paura di essere nel mirino dei bulli. Ma ormai quei personaggi non avevano altro da dire che non fosse stato già detto, null’altro da urlare.
4) Freud
Si scrive Freud e si pronuncia “assurdità”. Sì, perché purtroppo nulla in questa serie originale Netflix ha qualcosa verosimile. È un frullatore di cose insensate, di storie surreali che si allontanano anni luce dall’idea dello spettatore che la storia potesse in qualche modo avvicinarsi all’indagine viscerale dell’inconscio e dei desideri umani.
Il protagonista della storia è il celebre psichiatra viennese Sigmund Freud (ma potrebbe essere chiunque altro, dato lo scarso fondamento storico). Denigrato per le sue teorie anomale, cerca un modo per riscattarsi agli occhi della famiglia e dei colleghi e di dimostrare che le sue teorie sull’ipnosi siano efficaci. Per il primo episodio, la storia mantiene un minimo di credibilità. Ma la situazione degenera presto. Dopo un omicidio, Freud rimane coinvolto nelle indagini e da qui in poi la storia si trasforma in una distorta realtà fantasy. La perplessità è tale che non ci si domanda neanche il perché. È semplicemente no sense. Freud diventa così un cacciatore di streghe e la sua arma più potente per sconfiggerle e fermare gli omicidi è proprio l’ipnosi.
Anche in questo caso, Netflix ci ha offerto un prodotto mediocre, che si presentava come una serie innovativa e che avrebbe potuto incantare il pubblico. Invece, lascia solo basiti.
5) Cursed
Cursed era – come molte altre presenti in questa lista – una delle più attese serie tv originali di Netflix. Merlin ci aveva abituati troppo bene e quando abbiamo visto il trailer della nuova rivisitazione della leggenda di Re Artù con protagonista Nimue, l’incantevole Dama del Lago, avevamo immaginato risvolti emozionanti. Ma purtroppo le speranze sono state, anche in questo caso, disattese.
Il problema principale è stata la sceneggiatura. Sono stati inseriti troppi elementi, troppi personaggi che avrebbero meritato sottotrame dettagliate e profonde, che invece sono state trattate in modo grossolano e con banalità. È un peccato perché il materiale da cui attingere è molto vasto e anche la rilettura del mito avrebbe potuto essere molto interessante, se non si fosse scaduti nell’ovvio. Spunti accattivanti sono anche stati proposti: la maledizione di Nimue e i suoi poteri magici e della Spada nella Roccia; il passato oscuro di Merlino o ancora lo strapotere e la discriminazione della Chiesa medievale. Ma purtroppo non sono stati sfruttati a pieno, se non addirittura detti e dimenticati.
Il finale che chiude il cerchio e apre la strada alla storia che più facilmente conosciamo, è stato invece forse la migliore soluzione. Dopo che tutti i personaggi della saga arturiana sono stati presentati e si sono ricongiunti, la seconda stagione avrebbe potuto approfondire e migliorare molti aspetti lasciati a se stessi. Ma non potremo mai saperlo, perchè la serie è stata cancellata.