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Guida semiseria alle Serie Tv più interessanti andate in onda a settembre

one piece
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Il live action di One Piece è andato benissimo? Ah sì? Ha unito critici e pubblico con rarissime valutazioni negative? Davvero? Ma quindi non è il fallimento che era stato ampiamente annunciato fin dal momento della primissima ufficialità? Wow. Ebbene sì: Netflix, per una volta, ha vinto una scommessa. Impresa rara di questi tempi, ma in realtà il mese di settembre è stato più che positivo per la piattaforma. Non solo grazie a One Piece: Sex Education, infatti, si è conclusa piuttosto bene dopo quattro gloriose annate, mentre la storia di Bernard Tapie non ha convinto solo le persone che volevano del bene a Bernard Tapie. Virgin River, invece, continua a essere uno dei successoni più silenziosi di sempre. Poi ci sarebbe Disincanto, arrivata alla fine del suo percorso nell’indifferenza generale dopo cinque parti dalle fortune alterne. Tuttavia, il disincanto era già soggiunto da tempo, quindi la delusione non è poi così tanta.

In ogni caso, Netflix piazza addirittura tre titoli all’interno della nostra personalissima cinquina mensile. Non necessariamente un vanto, vista la plateale incompetenza che caratterizza questa rubrica fin dai suoi esordi, ma tant’è: segnaliamo l’evento. Non si parlerà solo di Netflix: una delle migliori serie del mese è una serie tranciata di netto dopo due stagioni. Cancellata brutalmente, da un giorno all’altro. Con valutazioni altissime, col pubblico sul piede di guerra. Un caso? Purtroppo no, affatto. Ma fa malissimo lo stesso, e a questo punto il titolo “Winning Time” suona persino ironico. Non ci resta che sognare un salvifico tiro da tre di un network illuminato – oseremmo persino dire “magico” – che faccia un tentativo per mantenere in vita un vero e proprio gioiello della serialità sportiva. Un tiro da tre che non è servito a Futurama per mantenersi su ottimi livelli anche a distanza di dieci anni – pur tra alti e bassi – e che servirebbe invece a Billons per chiudere degnamente la sua avventura: manco fosse diventata una madre che acquista in massa ai figli un prodotto per il quale si era mostrato un certo apprezzamento, ormai non fa altro che infilare le metafore ovunque senza più equilibrio. E senza Axe, relegato almeno per ora a un misero ruolo da guest star di lusso. Come… bah, basta.

Detto questo, possiamo iniziare: come sempre, abbiamo una marea di sciocchezze da raccontarvi.

1. One Piece (dal 31 agosto 2023, stagione 1) – Netflix

  • Voto: 8.5/10.

È piaciuto a chi aveva letto il manga. È piaciuto a chi aveva visto l’anime. È piaciuto a chi aveva letto il manga e visto l’anime. È piaciuto pure a chi non aveva letto il manga né visto l’anime. Chissà, magari è piaciuta pure a vostra nonna. una che non vedeva un tipo tanto snodato dai tempi del suo quinto gatto. Insomma, il live action di One Piece è piaciuto un po’ a tutti e non dobbiamo sorprenderci: quando si lascia carta bianca agli autori e si permette di lavorare con un budget importante senza particolari vincoli, tingendo su una tela in carne e ossa quello che si era già fatto attraverso altri media con rara fedeltà al materiale originario, il risultato finale è persino naturale. Netflix, per una volta, ha fatto le cose per bene. E One Piece rappresenta uno spartiacque tra quello che si dovrebbe fare e quello che non si dovrebbe fare per adattare al meglio un’opera del genere: da oggi in poi, tutti dovranno fare i conti con un paragone ingombrante. E se davvero si arriverà alle dodici stagioni previste con questa qualità, ben venga: ci divertiremo parecchio nel prossimo decennio.

  • Un ottimo motivo per guardare One Piece: tranquilli, la seconda stagione è già ufficiale. E a quanto pare, l’avvento di Jamie Lee Curtis è più di una possibilità.

2. All or Nothing: Die Nationalmannschaft in Katar (dall’8 settembre 2023, stagione 1) – Prime Video

  • Voto: 7.5/10.

È davvero possibile empatizzare con la nazionale tedesca di calcio, se si è italiani? È davvero possibile fare qualcosa di alternativo allo sbeffeggiarli in ogni mezza occasione possibile, un po’ come fanno loro a parti invertite? Specie se noi, fetentoni, ce ne stiamo a casa mentre loro vanno al Mondiale per farsi prendere a pallonate da chiunque? A quanto pare sì: il miracolo è targato Prime Video grazie all’ennesima stagione di All or Nothing, stavolta incentrata sull’avventura disastrosa della Germania al Qatar nel 2022. Ed è inevitabile sentire qualcosa, quantomeno un vago senso d’umanità, mentre si assiste all’incedere di una tragedia sportiva dai rari eguali. Oltretutto arrivata dopo novanta minuti in cui i destini di tedeschi, spagnoli, giapponesi e costaricensi cambiavano ogni tre minuti, dando vita a una trama degna del più sadico degli sceneggiatori. Perché finiamo per soffrire pure noi. Persino noi. Le loro bestie nerissime. Quelli che dopo aver vinto quattro Mondiali siamo stati fatti fuori da un manipolo di macedoni nostalgici di Alessandro Magno.

  • Un ottimo motivo per guardare All or Nothing: il po-po-po di René Ferretti lo ricordiamo tutti, no?
  • Un ottimo motivo per non guardare All or Nothing: a un certo punto inizierete a tifare per loro.

3. Sex Education (dal 21 settembre 2023, stagione 4) – Netflix

Sex Education
  • Voto: 8/10.

È finita, al momento giusto. Appena prima di rovinare tutto. Coi suoi tempi, con le sue condizioni. Con un’identità immutata dal primo all’ultimo episodio. E un buon finale, affatto scontato. Sex Education ci saluta così dopo quattro stagioni, dandoci la sensazione di aver visto qualcosa di significativo per un’intera generazione. Un fenomeno di costume. Persino un manifesto, per certi versi. Una serie didattica, mai didascalica. Una bella serie tv, necessaria. Col coraggio di dire basta quando molti sarebbero andati ancora avanti per un po’. Mica male, per quello che in teoria non sarebbe “altro” che l’ennesimo teen drama di Netflix. Perché in effetti lo è: quando si fanno le cose per bene, però, le etichette diventano fin troppo relative. E un teen drama non è mai solo un teen drama. Diciamolo, allora: quando si parla di gestioni seriali del genere, dovremmo prendere spunto più spesso da quei professoroni dei britannici.

  • Un ottimo motivo per guardare Sex Education: non è lo spin-off britannico di Élite.
  • Un ottimo motivo per non guardare Sex Education: visto che mezzo cast ha recitato nel film su Barbie, avremmo meritato una comparsata di Margot Robbie che purtroppo non avremo mai. In compenso, però, ci si accontenta benissimo della sua sosia.

4. Le mille vite di Bernard Tapie (dal 13 settembre 2023, stagione 1) – Netflix

One Piece
  • Voto: 7.5/10.

Imprenditore dal rapporto controverso con la giustizia e presidente di una squadra di calcio capace di trionfare per tanto tempo in patria e in Europa, è stato impegnato a lungo in politica ad altissimi livelli, si è dilettato nel canto negli anni della gioventù e ha lasciato un’impronta profonda nella storia del suo Paese tra gli anni Novanta e Duemila. Di chi stiamo parlando? No, non stiamo parlando dell’unica persona a cui state pensando in questo momento. Bensì di Bernard Tapie, personaggio intorno al quale è incentrata liberamente – secondo i detrattori, troppo liberamente – un’interessante miniserie uscita su Netflix nelle scorse settimane. Perché guardarla? Perché è una storia a suo modo unica, e permette di comprendere meglio come un soggetto del genere possa esser stato accolto da un Paese come la Francia. Ma anche perché è scritta molto bene, con un taglio particolare e uno stile tipicamente transalpino che appassiona, incuriosisce e non toglie spazio per riflessioni più o meno dirette. Ma è questa la vera storia di Bernard Tapie? Beh, questo non sta a noi dirlo. E con ogni probabilità non avremo mai una risposta.

  • Un ottimo motivo per guardare Le mille vite di Bernard Tapie: quest’uomo ha vissuto talmente tante esperienze di vite differenti da aver dato il là a una serie che sembra quasi antologica.
  • Un ottimo motivo per non guardare Le mille vite di Bernard Tapie: sei un tifoso del Milan e cerchi di dimenticare da trent’anni quel che successe il 26 maggio del 1993.

5. Winning Time (dal 28 agosto 2023, stagione 2) – Sky

One Piece
  • Voto 8.5/10.

Qua non sapremmo davvero da dove iniziare, vista la complessità di un caso che merita un pezzo a sé. Ma non possiamo non esprimere un certo rammarico per la cancellazione prematura di una serie che aveva tutto per diventare una delle migliori serie tv “sportive” di sempre. Forse addirittura la migliore in assoluto, dopo quello che avevamo visto nelle prime due stagioni. Invece no: pur essendo uno straordinario esempio dell’evoluzione dello storytelling sportivo applicato alla narrativa televisiva, Winning Time, una vera serie HBO, è stata tagliata dall’HBO. E a questo ci domandiamo cosa potrebbe diventare nei prossimi anni l’HBO, quella de I Soprano e di una lunghissima generazione di opere sopraffine. Detto ciò, la seconda stagione è fantastica e la cancellazione non è un tema che riguarda solo la serie o il network che ha preso la difficile decisione: è l’ennesimo segno di una televisione che si sta evolvendo in un modo che potrebbe scontentare un’infinità di persone nei prossimi tempi.

  • Un ottimo motivo per guardare Winning Time: sì, non ha un finale. Ma è fatta troppo bene per non guardarla lo stesso.
  • Un ottimo motivo per non guardare Winning Time: si conclude a metà, sul più bello. Per ora.

Antonio Casu