La fruizione dei prodotti di intrattenimento è presieduta da un assunto che a volte viene perso di vista: realtà e fantasia sono due dimensioni distinte e separate alle quali ci si rapporta in maniera differente. Questo fondamentale presupposto spiega il motivo per cui persone da cui nella vita ci terremmo ben alla larga diventano, dentro la cornice della finzione, personaggi di cui subiamo irrimediabilmente il fascino. Parliamo di soggetti narcisisti, megalomani, violenti, pieni di sé, ma che hanno anche dei difetti. Ironia a parte, i difetti in questione – difetti pesanti e lapalissiani – sono qualcosa che non manchiamo certo di registrare, ma che non fa da deterrente rispetto all’attrazione che proviamo nei loro confronti, anzi: sono esattamente ciò che la innesca, perché questi tipacci ci piacciono così come sono. Vedere Peaky Blinders, La casa di carta e Gossip Girl per credere.
Una cotta fictional non può sortire effetti collaterali, quindi, senza vergogna né rimorso, andiamo a scoprire la lista completa degli otto personaggi poco raccomandabili che sono stati capaci di far perdere la testa a più o meno chiunque.
1) Spike (Buffy L’ammazzavampiri)
Il suo percorso lo ha portato a compiere un’evoluzione sfociata in un vero e proprio cambio di schieramento, ma Spike è entrato nel cuore del pubblico di Buffy – L’Ammazzavampiri ben prima di giungere alla redenzione che lo ha portato al fianco dei “buoni” e ha sigillato la sua parabola con il più classico dei sacrifici. L’intento di uccidere la protagonista, unito a istinti violenti e a una feroce sete di vendetta, lo connota come antagonista al suo arrivo a Sunnydale. Un ruolo destinato ad essere sconfessato dallo sviluppo a cui Spike va incontro, ma che non impedisce di continuare vedere in lui un modello di quel bad boy ribelle e sfrontato che non smette mai di intrigare gli spettatori.
2) Thomas Shelby (Peaky Blinders)
Non si può parlare di Peaky Blinders senza fare riferimento al trascinante carisma di Thomas Shelby, leader della celebre gang di Birmingham e protagonista assoluto dell’opera in costume ideata da Steven Knight. Si tratta di una dote che Thomas riesce a utilizzare come arma in tutti gli ambiti in cui si muove, da quello criminale, che lo vede destreggiarsi con un’abilità senza pari, a quello sentimentale, dove colleziona conquiste su conquiste. Una qualità che ha assunto sfumature differenti a seconda della fase dell’evoluzione attraversata dal personaggio nelle stagioni Peaky Blinders, ma che non ha mancato mai di contraddistinguerlo, restando per tutta la durata del suo percorso il cardine della sua personalità.
Se Thomas Shelby è la punta di diamante di Peaky Blinders lo si deve anche e soprattutto alle straordinarie capacità del suo interprete, quel Cillian Murphy di cui abbiamo raccontato carriera e vita privata qui.
3) Chuck Bass (Gossip Girl)
Quando abbiamo definito Chuck Bass un personaggio che non sarebbe sopravvissuto alla generazione Z avevamo le nostre buone ragioni. Opportunista e viziato, soggetto a scatti d’ira a volte violenti, Chuck ha mostrato il peggio di sé alle persone che ha avuto attorno, rendendosi protagonista di scelte e comportamenti discutibili che non sempre Gossip Girl ha problematizzato a dovere. A distanza di anni abbiamo acquisito gli strumenti per valutare il personaggio in maniera più lucida e oggettiva, ma non siamo diventati immuni al suo fascino da dandy incline al lusso e al romanticismo. Sappiamo che Chuck Bass non è un tipo da apprezzare, ma ammettiamolo: ci piace ancora parecchio.
4) Rust Cohle (True Detective)
True Detective ha offerto al pubblico tanti grandi personaggi, complice il ricambio di cast che accompagna ogni nuova stagione, ma nessuno è stato capace di raggiungere le vette altissime toccate dal Rust Cohle a cui ha dato vita un immenso Matthew McConaughey. Il magnetismo del personaggio è frutto di una ricca miscela comprendente le massime filosofiche che elargisce, il nichilismo spietato dei suoi ragionamenti, il cinismo caustico con cui guarda agli uomini e alla vita, ma anche un’arroganza vicinissima alla tracotanza, una lingua capace di tagliare l’interlocutore, una saccenteria che non esita a mortificare l’altro quando lo ritiene necessario. Insomma: avere a che fare con Rust Cohle non sarebbe una passeggiata, ma starlo a sentire è una delizia.
5) Klaus Mikaelson (The Vampire Diaries)
L’esordio di Klaus Mikaelson in The Vampire Diaries è preceduto da voci ben poco lusinghiere sul suo conto. Il “vampiro originario” è descritto come un essere crudele e spietato, disposto a tutto pur di ottenere ciò che vuole. Cattiva pubblicità gratuita? Nient’affatto, anche se limitarsi a questi aggettivi significherebbe appiattire una personalità che non è quella del villain privo di sfaccettature e angoli smussati che sono soprattutto le relazioni che intrattiene a far emergere. Ciò non toglie che il fascino emanato da Klaus sia indubitabilmente quello del male e che, se è arrivato a fargli ottenere uno spin-off tutto suo, vuol dire che sa farsi sentire parecchio.
6) Berlino (La casa di carta)
È l’elemento più pericoloso della banda messa su dal Professore per realizzare il suo spettacolare assalto alla Zecca di Stato. Narcisista, misogino, sociopatico, Berlino – all’anagrafe Andrés de Fonollosa – è in grado di incutere timore non soltanto negli ostaggi, ma anche nei suoi stessi compagni. Eppure la violenza non è l’unica freccia a disposizione del suo arco: Berlino dispone di un eloquio talmente persuasivo da dare credibilità persino ai più perversi dei suoi ragionamenti e maniere avvenenti che sono un’esca a cui è difficile resistere. Lo charme del personaggio ha fatto talmente presa sul pubblico da spingere La casa di carta a trasformarlo in prezzemolo con cui cospargere ogni singolo episodio.
Ci dispiace? Francamente no.
7) Hank Moody (Californication)
Se a Baudelaire si può far risalire l’iconografia del poeta maledetto, Hank Moody può arrogarsi la paternità di quella dello scrittore della stessa risma. Egocentrico, presuntuoso, preda di una smania apparentemente insaziabile, il protagonista di Californication è talmente convinto che l’infelicità sia l’abito che più gli dona da sabotarsi ogniqualvolta tenta di fare un passo verso ciò che desidera, la sua amata Karen in primis. Un modus operandi lesivo per lui e per chi gli sta intorno, una spirale autodistruttiva da cui non gli riesce di tirarsi fuori. Ad Hank appartiene il fascino dell’artista screanzato, quello con la penna in una mano e una sigaretta accesa nell’altra. Californication non sarà la serie della vita, ma il suo personaggio vale totalmente la visione.
8) Don Draper (Mad Men)
Quando di mestiere fai il pubblicitario sei in un certo qual modo costretto a modellare la realtà in modo da renderla maggiormente appetibile. La tendenza a mentire e a manipolare mostrata da Don Draper in Mad Men potrebbe dunque essere considerata un esempio di deformazione professionale, ma mettere le cose in questi termini sarebbe una semplificazione inadatta alla profondità del personaggio, che prim’ancora che sul suo lavoro poggia sulle ombre lunghe proiettate sul presente dal suo difficile passato. Infedele per vocazione e subdolo all’occorrenza, Don Draper emana il fascino ammaliante dell’uomo di successo, un modello che rappresenta, tra le altre cose, con quell’estetica elegante e raffinata che ha contribuito a renderlo iconico.