2) Babylon Berlin
Ci avviciniamo sempre più a Peaky Blinders, ma aspettate ancora un attimo.
Il titolo è figo, la città palcoscenico del tutto pure, la serie ancora di più.
Con Babylon Berlin ci proiettiamo verso il futuro grazie alla “The Series of 2017”, almeno per il sottoscritto. Parliamo di un racconto che si basa sui libri di un virtuoso della letteratura tedesca, Volker Kutsher. Come avrete intuito il luogo del delitto è Berlino; ma non la Berlino nazista, o almeno non ancora; non la Berlino del muro; la Berlino del 1929, con le sue atmosfere burlesque, con i suoi nightclub esclusivi, con la polizia e la politica più corrotte che mai, con le storie d’amore impossibili, tra persone di classi sociali diverse.
È il perfetto esempio della serie indie del nostro tempo, che cerca di emanciparsi dagli stereotipi del dramma storico, e ci riesce in grande stile.
Babylon Berlin, attraverso una dinamicità a metà tra lo steampunk di Blade Runner e i colori freddi di Suspiria (Dario Argento Version) si crea il suo pubblico e si inserisce nel mercato in maniera inedita. Prende la Germania che si avvicinava prepotentemente agli anni hitleriani e ne fa un grande falò. Straccia l’idea di una cultura nazista e imperialista, e crea una jazz/ Spy/ nostalgic story.
Da amare per tuffarsi in una Germania inedita e per inoltrarsi tra i misteri e i bassifondi di una città, Berlino, che ha rappresentato lo spartiacque politico, ma se vogliamo anche geografico, dell’occidente durante il secolo passato.