3) Dexter
Dexter ha intrattenuto fan da ogni parte del mondo grazie alla forza di un racconto originale e strutturato con enorme attenzione alla caratterizzazione del protagonista. Qualche accusa di incoerenza pure è stata avanzata e alcuni buchi di trama sono innegabili. Quello che non è mai calato, però, è stato il percorso condotto da Dexter Morgan, la sua strada verso un difficoltoso equilibrio personale.
Nel corso delle stagioni abbiamo assistito alle sue aperture e chiusure al mondo, al tentativo di trovare autenticità e di poter essere sé stesso con l’altro. Siamo così passati dal fallimento dell’amicizia a quello dell’amore in un cammino che inevitabilmente ha condotto alla consapevolezza finale. Dexter Morgan non è un angelo né un diavolo ma un drammatico errore di natura, un contraddittorio individuo privo di morale.
Privato di quella morale prima che anche solo lontanamente potesse avere la forza di affrontare un trauma devastante.
Dexter si macchia nel sangue, il suo battesimo è in quel sangue di morte. In quella violenza a cui ha assistito e che lo ha reso quello che è. Non può reprimere la sua natura perché radicata in tutto sé stesso. E a comprenderlo prima di tutti, prima di noi che c’abbiamo sperato fino alla fine, è stato suo padre quando ha creato il codice che prende il suo nome, il codice di Harry.
Ma allora cosa ci aspettavamo dal finale?
Le principali critiche che vengono mosse all’atto conclusivo di Dexter riguardano una certa vacuità e leggerezza. La sospensione in un finale aperto non ha convinto i più. Una scelta, tra l’altro, condotta anche in vista della possibilità di un clamoroso prosieguo degli eventi e che giustificava parzialmente gli autori. Peccato che il finale del revival sia stato anche peggiore di quello originale.
Eppure anche in questo caso come per Lost ci sono tantissime attenuanti. La scelta di Dexter è una scelta obbligata. Per molti l’evoluzione e l’umanizzazione del personaggio nel corso delle stagioni avrebbe dovuto portare a un esito diverso. Ma a ben vedere il messaggio finale è veicolato in ogni stagione, in ogni rapporto che Dexter prova a instaurare e che si conclude inevitabilmente con un fallimento: l’amico lo tradisce, l’amore si rivela perverso e il volto del fratello peggiore del suo.
Dexter vuole sentire, provare emozioni, amare. Ma è condannato nella sua mostruosità. In quella crudeltà che non ha scelto di avere ma che gli è stata imposta. E più tenta di avvicinarsi agli altri più si rende conto dell’impossibilità a farlo. Fino, appunto, al finale. Un finale che è considerato uno dei peggiori finali delle Serie Tv secondo il pubblico. Un finale in cui noi con lui ci rendiamo conto che la felicità non sarà mai possibile e che l’unica scelta, la vera scelta d’amore, è l’abbandono. Per quanto assurdo possa sembrare Dexter mostra il suo cambiamento nel finale: rinuncia alla scelta egoistica e si isola dal mondo per preservare gli altri. Per il bene delle persone che, ora, davvero dimostra di amare.
A molti non è andata giù la semplicità delle immagini conclusive. Hanno creduto fossero la rovina di un percorso diligentemente costruito per intere stagioni. Il finale ha lasciato l’amaro in bocca ma era proprio questo il suo scopo. Mostrare nel suo ultimo tassello il vero volto di Dexter e restituirgli l’unica umanità che potrà mai avere nella scelta di chi ama davvero. La scelta della rinuncia.
“Distruggo tutti quelli che amo e non posso permettere che ad Hannah e ad Harrison succeda questo. Li devo proteggere… da me“.