The Penguin (che potrete recuperare qui), Ripley, Disclaimer, A Man on the Inside, Eric, produzioni italiane di altissimo livello: che annata, questa del 2024. Non la dimenticheremo facilmente. Vorremmo che ogni anno fosse così, che ogni annata avesse delle perle del genere che sembrano destinate a diventare cult, e non solo bei prodotti passeggeri a tempo determinato. Ma ogni rosa ha le sue spine, e a questa regola non ha fatto eccezione quest’annata straordinaria che, com’è giusto che sia, ha dovuto fare i conti anche con qualche caduta, generando le peggiori Serie Tv del 2024.
In alcuni casi ce lo aspettavamo, in altri è stata una sorpresa. Non ci aspettavamo che il ritorno di alcune Serie Tv potesse conoscere questo destino, finendo nella lista delle peggiori dell’anno. Forse avevamo perso un po’ di fiducia, ma non fino a questo punto. Eppure eccoci qui, con nomi e cognomi delle peggiori Serie Tv del 2024. Siete pronti? Andiamo!
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Cruel Intentions apre la lista delle Peggiori Serie Tv del 2024
Annunciata come la trasposizione seriale dell’omonimo film del 1999, Cruel Intentions arriva su Amazon Prime Video con l’intenzione di ri-esplorare il passato ma con una nuova chiave, restituendo alle nuove generazioni un Cruel Intentions adatto alla loro era. Bell’idea, pessima resa. La recente Serie Tv Amazon Prime Video non aveva convinto granché neanche con il suo trailer, che subito aveva fatto luce su alcune possibili pecche. Ma lo sapete meglio di noi: i trailer spesso possono decidere di omettere alcune parti significative per non rovinare la sorpresa. Siamo quindi rimasti composti e cauti, in attesa di avere tutti gli strumenti per capire se la nostra sensazione poggiasse su basi reali. E così è stato.
Cruel Intentions non solo non ricorda l’opera madre, ma si concretizza come la copia di mille riassunti che finiscono per non raccontare niente. Un prestigioso college, due fratellastri che condividono da sempre un rapporto perverso e una ragazza acqua e sapone che cambierà per sempre il loro rapporto, allontanandoli del tutto. Le basi di partenza, come nell’opera originale, sono queste. Il problema è che Cruel Intentions decide di mettere da parte il vero fulcro della storia per far parte e intrighi forzati che minano il percorso narrativo della serie. Tante storie, troppe storie. Poco spazio per ogni personaggio e una chimica assente tra i due protagonisti principali. Alla fine, quando giungiamo al termine, scopriamo di non provare niente per nessuno, di aver vissuto apaticamente l’intera narrazione.
La cosa peggiore avviene durante lo sviluppo della Serie Tv Amazon Prime Video, quando la noia comincia ad assalirci. E tanto. Cruel Intentions non ce la fa. E la sensazione è che le sia stato chiesto più di quanto fosse in grado di dare. Non è stata in grado di reggere le otto puntate avute a disposizione, perdendosi in mille trame e sottotrame che non ha saputo sviluppare. In quel calderone sono stati mescolati troppi sapori che alla fine non hanno dato niente in cambio, se non l’assenza di ognuno di questi. Insipida, Cruel Intentions non ha saputo dimostrare nessun punto a suo favore, mostrandosi al pubblico con tutta la sua insipidità. Ce ne dimenticheremo? No: è sbagliato parlare al futuro. Ce ne siamo già dimenticati.
Inganno
Arriva anche il gigante dello streaming in questa classifica, e lo fa con Inganno. Una Serie Tv, questa, che decide di giocarsi ogni possibilità finendo per non ri-entrare nella categoria di Serie Tv da vedere in pieno spirito guilty pleasure. Perché Inganno non funziona. Non funziona all’inizio, quando tutto è ancora da scrivere, e non funziona alla fine, quando tutto è oramai stato scritto. Si apprezza l’interpretazione della grande Monica Guerritore, unica certezza e garanzia di una Serie Tv che fa acqua da tutte le parti andando avanti solo a suon di cliché, stereotipi e ingredienti tipici delle peggiori soap mai viste. Il tema di per sé, seppur oramai visto e ri-visto, poteva dar vita a sviluppi interessanti. Invece Inganno decide di non sforzarsi troppo, rifugiandosi in scelte narrative fini a se stesse.
Il problema di Inganno non è il trash. Quello lo mettiamo in conto e, se fatto bene, lo appoggiamo anche. Alcune Serie Tv (come queste) hanno saputo come trattarlo rendendolo un punto di forza, e non una mancanza. In questo caso, invece, Inganno va oltre tutto questo cercando di dare alla sua narrazione un tocco esageramente drammatico, strizzando un occhio al cinema francese e agli ingredienti de Il Danno, pellicola del regista Louis Malle. Inganno non si sforza di trovare una propria quadra, cercando di vivere di rendita attraverso espedienti drammatici che però non sa mettere in atto, perdendo così ogni forma di credibilità. Ci prova e non ci riesce, ma ottiene comunque fortuna diventando la serie non in lingua inglese più vista al mondo della piattaforma.
Le ragioni possono essere le più svariate. D’altronde, se si ha voglia di una storia d’amore confezionata senza troppe pretese, Inganno è una scelta condivisibile. Poche puntate, un amore impossibile e una trama che richiede il minimo della concentrazione. Il suo successo è probabilmente dunque più dettato dalla sua leggerezza che dalla sua essenza. La storia d’amore difficile dettata dalla differenza d’età avrebbe potuto fornire spunti più interessanti, ma qui tutto questo viene annientato per far spazio a dinamiche esageratamente forzate, prive di contenuto e ossessivamente patinate. Cosa ci lascia Inganno? La meraviglia della Costiera Amalfitana. Tutto il resto, purtroppo, è desolante. Privo di qualsiasi forma di credibilità.