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Amare o odiare un personaggio delle Serie Tv, talvolta, è la stessa cosa

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Qual è il sentimento che più si avvicina all’odio? L’amore, ovviamente. Ce lo propinano fin da quando siamo in fasce: l’odio e l’amore sono due facce della stessa medaglia, due sentimenti che per quanto sembrino agli antipodi in realtà sono più vicini di ogni altro. Può nascere amore verso qualcuno che pensiamo di odiare, possiamo odiare la persona che amiamo, e a volte capita addirittura di non riuscire a distinguere una cosa dall’altra. Succede con chi ci sta attorno, e succede anche con i personaggi delle serie tv. Certo, capita che alcuni siano scritti proprio per accaparrarsi le preferenze del pubblico: sono eroici non in quanto salvatori del mondo, ma nel momento in cui presentano un inizio, un percorso e uno sviluppo che ci porta ad amarli dal momento zero e a confermare la nostra prima impressione episodio dopo episodio. Ma non è sempre così.

Ci pensavo qualche giorno fa di fronte a un episodio della serie che sto guardando attualmente, Wellmania.

La protagonista, Liv, è una giornalista australiana che vive e lavora negli Stati Uniti e fa di tutto per tornare nella sua terra d’origine il meno possibile. Costretta a rientrare a Sydney per un weekend, la sua breve vacanza si trasforma in un soggiorno molto più duraturo quando non le viene permesso di tornare indietro. Diverse peripezie come il furto della sua green card, una serata di baldoria di troppo e il fatto di essersi sentita male bloccano Liv a casa, ormai considerata un peso per il sistema sanitario statunitense: la donna si vede quindi costretta a restare in Australia fino a quando non avrà migliorato i suoi parametri e il suo livello di colesterolo. Comincia così una lotta contro il tempo e contro se stessa, alla ricerca del modo più veloce ed efficace per cominciare una vita sana, con tentativi che puntualmente si rivelano un buco nell’acqua. Perché il vero problema di Liv, ovviamente, è altrove.

Wellmania (640×360)

Questa serie è un capolavoro da non perdere? No. Ma la sua protagonista ha suscitato in me un contrastante sentimento di odio/amore. Un sentimento che, in realtà, avevo già provato prima. Liv è una donna ironica, tenace, piena di inventiva e che difficilmente rinuncia ai propri obiettivi, ma è anche egocentrica e spesso i suoi modi di fare non prendono in considerazione i sentimenti di chi le sta intorno. A quasi quarant’anni fa una vita che io non riuscirei a sostenere oggi, ai miei ventisette. Le serate alcooliche sono all’ordine del giorno, non si priva di qualche striscia di cocaina e – complice il lavoro di critico gastronomico – la sua dieta non è per niente sana. Il suo corpo le chiede un attimo di tregua ma lei palesemente non lo ascolta, continuando a perpetrare uno stile di vita che definire non sano sarebbe quasi un complimento. Sa che deve cambiare qualcosa, sa che non farlo significa non solo restare a oltranza in Australia ma anche rischiare la sua stessa salute, eppure continua a cadere sempre negli stessi errori e nelle stesse tentazioni, in un circolo che – almeno fino a dove io sono arrivata nella serie – fa fatica a vedere una fine. Le diverse sfaccettature della sua personalità, quelle che adoro e quelle che detesto, fanno costantemente la lotta nella sua vita così come nella mia.

E facendo mente locale mi rendo conto che non è la prima volta che succede.

Un altro esempio lampante è Fleabag, la protagonista dell’omonima serie interpretata da Phoebe Waller-Bridge. Questa serie mi ha toccato il cuore in numerosi modi diversi (non soltanto per il fatto di essermi innamorata del Prete, giuro): con una semplicità a tratti disarmante riesce a raccontare le storie di tanti di noi, che ci rivediamo nelle sfide della vita quotidiana che la sua protagonista affronta in ogni episodio. E proprio la protagonista è ciò che dona a questa serie la sua unicità. Fleabag è una donna irriverente, ironica e (forse troppo spesso) senza peli sulla lingua, ma è anche piena di sensi di colpa che non riesce a superare e continuamente in preda all’insicurezza su cosa fare della sua vita. Per cercare in qualche modo di nascondere e dimenticare tutto ciò, si nasconde dietro comportamenti tanto ripetitivi quanto deleteri: sesso occasionale, provocazioni e la continua tendenza a mettersi al centro di un’attenzione che in realtà non vuole.

Personaggi delle serie tv
Fleabag (640×360)

In ogni singola scena di Fleabag mi sono ritrovata a lottare con me stessa tra la tenerezza e l’amore verso un personaggio adorabile che deve in qualche modo ritrovarsi per ripartire e l’odio verso lo stesso personaggio per l’incapacità di uscire dai suoi circoli viziosi. Più è insoddisfatta dai suoi stessi comportamenti, più Fleabag continua a ripeterli. E tutto ciò la rende meravigliosa e contemporaneamente odiosa.

E pensandoci mi chiedo: perché personaggi delle serie tv come Liv e Fleabag, pur piacendomi, mi danno così tanto fastidio?

Il mio sentimento di odio/amore nei loro confronti non è come quello che provo per personaggi delle serie tv come Cersei Lannister in Game of Thrones o Negan in The Walking Dead, tanto odiosi e sadici quanto affascinanti. In questi casi si tratta forse di un odio/amore che deriva dalla possibilità che questi personaggi mi danno di rivedermi in loro. Forse il punto è proprio che personaggi come Liv e Fleabag sono come uno specchio nel quale riesco a vedere me stessa dall’esterno, un po’ come se mi svegliassi e mi vedessi vivere la mia vita, tentare e sbagliare senza poter fare niente per aiutarmi. E quindi li amo e li odio proprio perché mi ci rivedo, perché sono disagiati come me, in difficoltà come me. Perché sbagliano come me.

Allora mi viene da pensare che Fleabag e Wellmania siano riuscite con me a svolgere quello che è a mio avviso uno dei compiti che rendono le serie tv così importanti per chi le guarda: potersi rivedere nelle storie che raccontano. E forse da personaggi delle serie tv come loro e da questo sentimento di fastidioso odio/amore posso trarre qualche insegnamento su chi voglio essere e dove voglio andare. E se è così, allora non vedo l’ora di incontrarne di nuovi.

Se anche tu adori Fleabag e vuoi supportare Hall of Series, non puoi rinunciare a questo piccolo gioiello