Con il passare degli anni e l’evoluzione del mondo seriale, i canoni con cui gli spettatori si approcciano a un’opera e ai personaggi delle serie tv sono cambiati drasticamente. Se i primi prodotti televisivi erano indirizzati a un pubblico di famiglie e per questo atti a raccontare una storia con un lieto fine e toni leggeri, oggi il mondo delle serie tv ha idee ben diverse.
Sono molteplici i generi e le idee nate nel corso degli anni per creare prodotti originali e in grado di stupire il pubblico. I tempi sono cambiati e le richieste dei fan sono diverse, non che questo sia un male, ma forse stiamo volando troppo lontano dal terreno.
C’è una sbagliata concezione moderna dei personaggi delle serie tv più semplici mai raccontati. Il classico protagonista sfortunato, deriso dal prossimo, che nel corso della storia impara ad avere la meglio e a portarsi a casa molte soddisfazioni. Al giorno d’oggi si pensa che sia un tipo di scrittura troppo semplice per un prodotto di successo, qualcosa che si può prevedere benissimo e la cui trasposizione è troppo banale per la realtà.
Ma in un mondo nato per staccarsi dalla realtà, è così sbagliato essere troppo prevedibili?
Certo, raccontare una storia in cui potersi rivedere grazie a una trama comprensibile e situazioni a noi affini è ottimo. Al giorno d’oggi il senso di “reale” in uno show televisivo è un grande vantaggio in fase di giudizio: un prodotto realistico è un prodotto fatto bene perché difficilmente la realtà è trasportabile a schermo. Eppure noi crediamo che a volte serva altro e che, soprattutto al giorno d’oggi, quei protagonisti stereotipati ci facciano bene.
Potremmo riempirvi la testa di bellissime citazioni ciniche che vi raccontano di come “Il mondo è fatto di bastardi: bastarda la glassa, bastardo il ripieno” unito a lunghi discorsi, a volte giusti, su come l’essere troppo fantasiosi non aiuti. La verità è un’altra: la nostra generazione ha quanto più che mai bisogno di sognare e di farlo in grande. Nel corso degli ultimi vent’anni sono stati fatti passi avanti nell’attenzione ai sentimenti altrui, la lotta contro il bullismo e la difesa dei più deboli. Il mondo delle serie tv ha ancora bisogno di schierarsi in queste vicende.
È così importante dare la possibilità di sognare allo spettatore?
Sì, lo è. Il piccolo schermo ha da sempre rappresentato una parte più intima della nostra crescita. Vedere film al cinema è grandioso ed emozionante, ma dai cartoni in età fanciullesca a quei primi programmi seriali durante la crescita, la tv è maturata con noi. Con alcuni è addirittura stata più importante di qualsiasi altra cosa. Per una persona insicura, fragile, in cerca di supporto emotivo e magari timorosa di chiederlo al prossimo, non è una novità chiudersi in casa sotto le coperte a fare maratone infinite davanti allo schermo.
È un modo per provare forti emozioni senza dover affrontare conseguenze. È un tentativo di toccare il forno bollente solo per provare quel breve calore che viene prima dell’ustione, ma dopo l’aria che si frappone tra la tua mano e l’oggetto. Per chi non ha nessuno, una serie tv può essere uno sbocco, un’ispirazione. Ma soprattutto i personaggi delle serie tv possono essere qualcuno in cui rivedersi, da cercare di imitare forse per cambiare il proprio modo di agire, forse per sentirsi meno soli. È questo senso di innata fiducia, un patto emotivo tra lo spettatore fragile e il prodotto che dovrà aiutarlo se non riesce a farcela da solo.
Soprattutto per loro, il protagonista che ha una rivalsa non è uno stereotipo, è una necessità
Perché nascere con timidezza, con paura, con timore, bullizzati dal prossimo o emarginati dal gruppo non deve col tempo diventare una situazione di rivincita solo nel mondo delle serie tv. Dovrebbe essere una situazione da cui ogni singolo può uscire, ma per farlo ha bisogno di trovare la forza. Forza che i prodotti televisivi possono donare. Personaggi di serie tv come Ted Lasso nell’omonimo show, come Leonard Hofstader in The Big Bang Theory, sono quei protagonisti derisi dal mondo da cui si può imparare. Tra le mille risate e le situazioni comiche, viene piantato nella mente dello spettatore quel seme di fiducia che mira a crescere nel corso del tempo.
Si dice che siano le cose più piccole a necessitare della cura più grande. Le richieste di aiuto mai fatte sono quelle a cui bisogna rispondere per prime, perché nascono da voci che non hanno neanche la forza di esprimerle. Il mondo seriale è pieno di persone diverse, fan che hanno trovato una passione comune o un’ancora di salvezza e lungi da noi lamentarci se anche solo uno di questi prodotti rende migliore la vita di uno spettatore. Perché più di una volta vengono mosse critiche giuste, personali, ma mai l’intenzione è di condannare un tentativo di fare del bene e dare sollievo a chi fruisce di un prodotto.
Chi più, chi meno, siamo tutti un po’ felici per i deboli che diventano forti
Perché ci siamo passati tutti nella vita, chiunque si è sentito inferiore al prossimo almeno una volta. Per questo proviamo tutta questa gioia quando prodotti come Glee o Sex Education mostrano persone semplici, comuni, che inseguono i loro sogni e li raggiungono. I personaggi delle serie tv sono specchi del nostro mondo, ma qualche volta è necessario farli risplendere più del dovuto perché chi vi guarda attraverso si trovi bello. Non diciamo di scrivere tutte le storie nello stesso modo, di raccontare tutti la stessa cosa e di caratterizzare ogni apparizione a schermo nel medesimo modo. Ma se questa rimane una delle tante possibilità, che male fa?
La rivalsa del protagonista è una storia che va avanti dall’alba dei tempi perché senza età. Non diamole una data di morte solo per paura di mostrare sentimenti che ci farebbero apparire fragili. La pietra tombale su questo tipo di racconto non dovrà mai venir posta, perché per ogni persona che uscirà dal fosso del sentirsi deboli, ce ne sarà un’altra che ci cadrà dentro. E se non siamo noi, piccoli divulgatori di questo mezzo, o le produzioni televisive che lo hanno in mano, ad allungarci verso chi ha bisogno di aiuto, chi lo farà?
È un gesto semplice, un “non è il mio genere, ma sono felice esista“, un apprezzamento tra le tante critiche al prodotto, ma può diventare la differenza tra il cambio di rotta di una storia o meno. E se è vero che per i più avventurosi, il sentiero sconosciuto rappresenta una sfida intrigante e soddisfacente, ci sarà sempre chi apprezza le lunghe passeggiate sulla strada ripercorsa mille volte. Gli stessi odori, le stesse sensazioni, che oggi più di ieri possono rasserenare il morale di qualcuno.