9) The Strain
Se il parrucchino di Corey Stoll è più credibile di Abraham Setrakian come cacciatore di vampiri
Vampiri (pardon, strigoi) che infestano New York City sotto la guida de “Il Padrone”, un essere maligno e terrificante pronto a far cadere la Terra in un’era di oscurità. Chi mai potrà resistere a questa piaga?
C’era attesa e desiderio di rimanere stupiti da “The Strain”, creazione di Guillermo del Toro e Chuck Hogan.
Il pilot (diretto dallo stesso Del Toro) fu un’esperienza visiva di livello cinematografico a tinte forti, con una fotografia e una regia capaci di catapultarci in un palcoscenico decadente, dove il sangue e il terrore erano pronti a scatenarsi senza lasciare scampo agli ignari essere umani. Nulla di meno di quanto ci si aspettasse dal Maestro che ci ha regalato una perla del calibro de “Il labirinto del fauno”.
Premesse importanti, non confermate da un prodotto che da lotta per la sopravvivenza come si era presentato inizialmente, è inciampato in numerosi limiti e difetti: introduzione di personaggi dalla personalità e importanza narrativa praticamente nulla; scene d’azione non all’altezza, risolte alla meno peggio e dalla fisicità assente; effetti speciali che diventano sempre più di basso livello stagione dopo stagione; e per concludere in bellezza, una dimensione così “domestica” del gruppo (tra amori, drammi familiari e quant’altro) da far apparire “The Strain”, a tratti, un family show a tinte horror.
Se a questo aggiungiamo il ruolo nevralgico di personaggi sin troppo romanzati come quelli interpretati da Richard Sammel (Thomas Eichorst) e da David Bradley (Abraham Setrakian), ecco che “The Strain” dimostra come sia possibile realizzare qualcosa di piatto e sottotono, pur avendo a disposizione una buona storia e tanto altro materiale.
Sempre più dell’idea che sarebbe stato meglio farne un film, piuttosto che una Serie Tv, arrivati alla quarta e ultima stagione ci congediamo da questo titolo FX con la convinzione che “The Strain” ha ricalcato la metamorfosi del suo personaggio principale, il Dr. Ephraim Goodweather (Corey Stoll): da affascinante e pieno di potenziale, a scostante per non dire superfluo.