1) The Following
C’eravamo tanto amati
Reclamizzata all’inverosimile e lanciata da FOX ad inizio 2013, “The Following” aveva fomentato alle stelle l’hype del pubblico, convincendoci si trattasse di qualcosa di leggendario. Ed in effetti, la partenza fu tale.
Uno dei pilot più belli, ed allo stesso tempo illusori, di tutta la storia seriale.
Colpi di scena straordinari, ritmo incessante, una storia molto coinvolgente e soprattutto diversa da quel che si era visto fino a quel momento in Tv, con il fantastico mix passato-presente a far da padrone nella history di questo serial killer evaso di prigione, Joe Carroll (James Purefoy): continui riferimenti alle opere di Edgar Allan Poe nei suoi omicidi misti ad una rete di “followers” (chiaro il riferimento ai social network di oggi) che di fatto lo hanno idolatrato e liberato.
Joe Carroll, acculturatissimo ed affascinantissimo professore universitario, è un villain solido e incredibile, legato da un rapporto conflittuale di odio/amore col detective (nonché protagonista della serie) che lo ha spedito in prigione, Ryan Hardy (Kevin Bacon).
Lo scambio dialettico collocato sul finale della prima puntata con la “Sweet Dreams” di Marylin Manson in sottofondo, oltre ad una serie di scene epiche ed intriganti a fare da contorno, può issarsi (prendendoci la dovuta libertà d’espressione) addirittura a uno dei momenti più intensi dell’intera storia seriale. Letteralmente da brividi.
Dopo una prima stagione comunque ottima, una seconda niente più che nella media ed una terza, purtroppo, decisamente scadente, che ha portato alla conclusione anticipata. “The Following”, dopo il pilot, sembrava qualcosa di potenzialmente leggendario e rivoluzionario. E il vero peccato è che poteva effettivamente esserlo, ma è stato purtroppo vittima di una gestione negligente, che lo ha condotto alla triste e inevitabile cancellazione.