7) The Whispers
“Che noia. Che barba. Che noia”
Sulla base dell’opera letteraria “Zero Hour” di Ray Bradbury, nel 2014 la ABC portava sullo schermo una maligna forza paranormale decisa a sfruttare i bambini per scopi oscuri e nascosti. Questa entità di nome “Drill”, che si scoprirà essere una creatura aliena, travia i piccoli protagonisti facendogli compiere azioni atte a contattare i suoi simili per, sembra, invadere il nostro pianeta. Ad affrontare la minaccia gli agenti FBI Claire Bennigane (Lily Rabe) e Wes Lawrence (Barry Sloane), che oltre a salvare i poveri pargoli coinvolti (tra cui, immancabile, il figlio di lei) dovranno scoprire le reali intenzioni di questi nuovi “visitors”.
Angosciante e accattivante neanche fosse un libro di Stephen King, il pilot e poi l’intera stagione ruotavano intorno al tema dell’innocenza infantile, l’amore verso i propri figli e la volontà di salvarli a qualsiasi costo, fino a sacrificare se stessi.
E se l’inizio fu dei più promettenti, almeno fino a quando non si scoprì che “Drill” era un “semplice” alieno (fantasia portami via), “The Wispers” paga il prezzo di avere come nucleo centrale l’infanzia e i bambini. Adulti in scacco di capricciosi marmocchi finiscono con il rendere noiosa e a tratti patetica una vicenda che annega nelle difficoltà di queste caricature di uomini e donne maturi in balia dei loro figli (e noi con loro purtroppo). Il continuo nascere di situazioni necessariamente “inaspettate” sfocia in un esercizio banale, dove il cast (i più piccoli in particolar modo) non spicca per prestazioni da ricordare.
Da best seller a show di serie B il passo è breve, quanto lo è stata la cancellazione immediatamente dopo la prima stagione. P.s.: Indovinate chi era il produttore esecutivo? Un indizio, andate a rileggere a proposito di “Falling Skies” e “Terra Nova”. Esatto, proprio lui! Steven ma cosa mi combini?