La scoperta della diagnosi di autismo del protagonista di Prison Break, Wentworth Miller, ha lasciato a bocca aperta miliardi di fan, aprendo moltissime persone verso il tema delle neurodiversità e spingendoci a conoscere in maniera più approfondita ciò che ci circonda.
In un mondo abituato da sempre a camminare per esempi e stereotipi, in un sistema in cui il diverso viene visto come brutto e il modello di perfezione viene imposto dalla società, accettare che anche chi possiede delle abilità distinte da quelle convenzionali possa brillare è qualcosa che riesce davvero a pochi.
Quando però succede che attori che tanto abbiamo amato e apprezzato rilascino delle dichiarazioni in cui rivelano la loro diversità, ecco che ogni nostra certezza viene meno, mentre la vita ci costringe finalmente a guardare la realtà con occhi diversi, a capire che non sempre bisogna essere comuni per poter essere straordinari.
Come in un grande puzzle composto da pezzi di vario genere, il nostro pianeta è governato da uomini e donne dotati ognuno di caratteristiche diverse, con pregi e difetti, limiti e abilità. Ed è solo accettando questa varietà che possiamo comprendere a pieno il potenziale dell’uomo, la capacità delle nostre menti di costruire cose grandiose, di andare oltre i confini del possibile.
Partendo dall’esempio del protagonista di Prison Break, proviamo allora ad approfondire meglio 5 casi in cui il talento si è manifestato proprio nella neurodiversità, ricordandoci come non serva essere uguali agli altri per trovare la luce che splende dentro di noi.
1) Wentworth Miller (Prison Break)
Un’immagine bianca e una lunga didascalia su Instagram: è questo il metodo scelto dall’iconico interprete di Michael Scofield in Prison Break per raccontare il suo autismo scoperto in tarda età.
Come tutti, la vita in quarantena mi ha tolto delle cose. Ma nella quiete/isolamento, ho trovato doni inaspettati. Questo autunno segna un anno da quando ho ricevuto la mia diagnosi informale di autismo. Preceduta da un’autodiagnosi. Seguita da una diagnosi formale. È stato un processo lungo e imperfetto che necessitava di un aggiornamento. Sono un uomo di mezza età. Non un bambino di 5 anni. E riconosco che l’accesso a una diagnosi è un privilegio di cui molti non godono. Diciamo che è stato uno shock. Ma non una sorpresa”.
Una vita piena di ostacoli e di difficoltà, ma anche di tanti, tantissimi successi. Un’esistenza resa talvolta un po’ difficile dall’impossibilità di dare un nome a qualcosa che di diverso sentiva dentro di sé. Sentirsi sbagliati, inadeguati, incompresi: sono questi i sentimenti che troppo spesso colpiscono coloro che convivono con un autismo non diagnosticato.
Ed è per questo, forse, che la star di Prison Break parla della diagnosi come di un privilegio. Il privilegio della comprensione, il privilegio di chi può finalmente conoscersi e imparare ad accettarsi. Scoprendo i propri punti deboli e di forza, la star può ora guardare con occhi diversi ai suoi successi, forte della consapevolezza di essere riuscito a vivere una vita intera in un mondo che in tutti i modi ha cercato di stritolarci dentro uno stampo, ma soprattutto cosciente di non aver mai lasciato che le sue differenze gli impedissero di dimostrare a tutti il suo valore.
Oh – questo non è qualcosa che cambierei. No. Capisco – ho capito subito – che essere autistico è fondamentale per quello che sono.
2) Dan Akyroyd (PSI Factor)
Per Dan Aykroyd la diagnosi arriva negli anni ’80, grazie al supporto della moglie che convinse l’uomo a cercare un aiuto professionale per imparare a gestire i nervosismi, i tic e le ossessioni che lo tormentavano. Poi l’esito: due sono le sindromi con cui l’attore convive, quella di Asperger e quella di Tourette.
La prima è una sindrome dello spettro autistico che incide principalmente sull’aspetto relazionale e sociale, ma senza compromettere intelligenza e linguaggio; la seconda un disturbo neurologico che causa tic motori incontrollati. A spiegare meglio cosa comporta vivere con le sue neurodiversità è lo stesso attore, che in numerose interviste ha parlato della sua situazione, spiegando anche meglio i suoi sintomi.
Alcuni dei miei sintomi includono l’ossessione per i fantasmi e le forze dell’ordine, porto sempre con me un distintivo. Ho sofferto di tic fisici, nervosismo e ruminazioni, attraverso una terapia che ha funzionato davvero i sintomi si sono attenuati.
Ma Dan Akyroyd è anche tanto altro. Dan è un uomo che ha saputo fare delle sue differenze il suo più grande valore. Attore, sceneggiatore, musicista e cantante: con la sua carriera brillante e i suoi milioni di talenti l’uomo ha dimostrato che quando si è capaci di sfruttare le proprie caratteristiche nel modo giusto è possibile diventare veramente straordinari.
3) Daryl Hannah (Sense8)
È da bambina che Daryl Hannah ha ricevuto la sua diagnosi di autismo, ma solo oggi, ormai adulta e veramente consapevole di se stessa l’attrice ha deciso di iniziare a parlarne pubblicamente.
La sua vita nel mondo dello spettacolo non è stata per nulla semplice, complice una timidezza fortissima forse causata proprio dalla sua neurodiversità, che le ha impedito di vivere con serenità sotto i riflettori. Spesso la donna si è sentita incompresa in un mondo che ancora non era pronto a conoscere il diverso e che non riusciva a comprendere il suo disagio.
Fortunatamente, però, la diffusione sempre maggiore dell’informazione relativa all’universo dell’autismo ha portato l’attrice a comprendere che non tutti sono fatti per amare le stesse cose, spingendola a cercare ciò che le permetteva di stare veramente bene. Nella lotta ambientalistica, così, la donna ha trovato la propria felicità, ritrovando nella semplicità della natura quella condizione di tranquillità che per anni gli è stata negata e allontanandosi sempre di più dalla scena.
4) Matthew Labyorteaux (La Casa nella Prateria)
L’infanzia di Matthew è stata particolare e piena di difficoltà. Adottato da Ronald Labyorteaux e da Frances Marshall insieme al fratello Patrick quando aveva meno di un anno, il piccolo aveva problemi di cuore ed era nato in un ambiente di povertà e fame.
Grazie alle cure della famiglia, però, il bambino riesce a ritornare in forma, pur continuando a manifestare delle particolarità rispetto ai suoi coetanei. Fino ai 3 anni il bimbo non camminava e solo a 5 ha iniziato a pronunciare le prime parole, inoltre era iperattivo.
I genitori iniziarono così a rivolgersi a vari medici, fino ad arrivare alla diagnosi di autismo. Le parole dei dottori, però, non furono per nulla incoraggianti. Gli dissero che il bimbo non avrebbe avuto un’infanzia normale e che la sua vita non sarebbe stata come quella degli altri. I fatti, però, smentirono ogni previsione, poiché Matthew riuscì a intraprendere una brillante carriera nel mondo dello spettacolo, trovando la sua strada.
5) Anthony Hopkins
Sulla neurodiversità di Anthony Hopkins esiste in verità una sola fonte. È il Mercury News a raccontare che l’attore ha ricevuto una diagnosi di Asperger in tarda età.
Le problematiche con l’alcool e la dipendenza dell’uomo erano già note, ma nulla si conosceva sulla sua neurodiversità. Sembra, però, che la notizia sia stata confermata in maniera indiretta dallo stesso artista che, intervistato nel 2017 dal Daily Mail, ha risposto ad alcune domande sull’argomento.
Ha raccontato di essere una persona con pochi amici, ma non per questo poco amante delle persone. <<Non vado alle feste, non ho molti amici. Ma mi piacciono le persone. Mi piace entrare nelle loro teste>>. Riguardo a come l’Asperger lo abbia aiutato nella sua carriera di attore ha dichiarato:
Guardo sicuramente le persone in modo diverso. Mi piace decostruire, separare un personaggio, capire cosa lo fa funzionare e la mia visione non sarà la stessa di tutti gli altri. Mi vengono offerte molte parti di controllo, forse perché è così che la gente mi vede. E forse sono molto controllato perché ho dovuto esserlo. Non lo metto in dubbio, prendo le parti solo perché sono un attore ed è quello che faccio.