7) Orange Is the New Black
Orange Is the New Black è un altro punto di riferimento del filone del prison drama. La serie, tra le altre cose, è stata una delle prime importanti scommesse che ha permesso a Netflix di dominare il mercato dello streaming. Orange Is the New Black comincia con la storia di Piper Chapman, una donna che deve scontare una condanna dieci anni dopo aver commesso il reato, e arrestata con l’accusa di traffico di droga.
Nonostante l’incipit, la forza di Orange Is the New Black sta proprio nella coralità del cast, oltre che nel suo inconfondibile tono dramedy. Piper è la protagonista, ma ogni puntata si concentra su una detenuta diversa, sulla sua personalità e sul perché si trovi a dover scontare una condanna. Si tratta di un modus operandi oggi ampiamente diffuso che ha permesso a questa serie, a suo tempo, di proporre un approccio innovativo alla narrazione. Orange Is the New Black è ritenuta un cult assoluto della serialità moderna.
8) Oz, un gioiello di inestimabile valore secondo la critica
Per certi versi, Orange Is the New Black sta a Netflix come Oz sta a HBO. Sì, perché la serie ideata da Tom Fontana, in onda tra il 1997 e il 2003, ha permesso a HBO, insieme a prodotti come I Soprano e Sex and the City, di rivoluzionare la narrativa moderna. Oz è una serie cruda, senza peli sulla lingua.
Racconta in modo reale e violento tutto ciò che accade all’interno del quinto braccio del penitenziario Oswald, noto anche come “Il Paradiso”. All’interno di questo reparto, i detenuti vivono in celle con vetri in plexiglas che permettono agli agenti di controllarli costantemente. La vita sociale del braccio si svolge interamente nell’atrio centrale, in cui i detenuti possono vedere la tv, giocare a carte e usare il telefono pubblico. Grazie a queste libertà i carcerati riescono a svolgere liberamente crimini di ogni tipo: abusi, omicidi e spaccio. Oz ha fatto la storia di questo genere, ed è stata la prima a raccontare la vita all’interno di un carcere in modo estremamente realistico.