Steven Moffat (di Antonio Casu)
Il risvolto più pericoloso del cinismo è l’innato realismo che lo contraddistingue. Ogni realtà nelle quali siamo immersi non è altro che un continuo indossare delle maschere che ci permettano di modellare le nostre vite in base alle necessità. La necessità primaria è la serenità, e si colma pressoché sempre attraverso lo strumento dell‘illusione. Steven Moffat è uno scrittore che ci spoglia da ogni sicurezza, le rimette in discussione e ci fa andare a letto con i tormenti che prova un bambino che scopre per la prima volta la differenza tra una favola e la vita. In fondo la sua poetica nasce dalle sue paure, più o meno razionali, facendone i timori di ognuno di noi.
Un piccolo esempio: dopo aver visto Blink, uno degli episodi più belli della storia di Doctor Who e della serialità mondiale, in quanti riescono ancora ad osservare una qualunque statua con gli stessi occhi di prima? Quanti hanno pensato che la via più rapida per arrivare alla morte possa essere un semplicissimo battere di ciglia? Tutti, o quasi. Moffat utilizza lo strumento della fantascienza in modo antitetico rispetto a buona parte dei colleghi: non ci allontana dalla realtà, ma ce la sbatte in faccia con la violenza degli elementi più semplici che fanno parte della nostra vita di tutti i giorni. Aver paura di una statua è molto più inquietante di temere uno sbarco di alieni. Se poi l’alieno in questione (il Dottore) è il nostro amico più fidato, gli stereotipi delle nostre paure si capovolgono ulteriormente.
Steven Moffat non è uno scrittore sadico: è un uomo che si diverte con le sue stesse paure. Se non si può sconfiggere un nemico, lo si trasforma in arte. Esiste qualcosa di più geniale? Se non si può sconfiggere un nemico, si accompagna la solitudine in battaglia con il coinvolgimento di milioni di appassionati. Un esercito sterminato, ma vinceranno sempre le statue.
Un altro segreto della fama da cinico che accompagna ogni opera dello showrunner di Doctor Who è un semplice assioma: il Dottore mente, ma Moffat lo fa molto meglio. Il fandom della serie inglese non vedrà mai quello che spera di vedere: non esistono banali fanservice. Le sue realtà sono sempre le meno apparenti: impossibile fare previsioni, impossibile tenere qualcuno al sicuro. Ogni personaggio costruito da lui è continuamente in discussione, capace di morire e rinascere con la stessa naturalezza, facendo del cliffhanger una filosofia di vita.
Si pensi per un attimo a Sherlock, un altro capolavoro che porta la sua firma: chi si sarebbe aspettato che Moriarty sarebbe morto in quel modo e sopratutto in quel momento? Chi avrebbe mai immaginato che la serie si sarebbe potuta privare di un personaggio tanto fondamentale quanto affascinante? Chi avrebbe potuto immaginare nello stesso episodio il finto suicidio di Sherlock spiegato solo un anno dopo con relativo attentato alle nostre coronarie? Nessuno, tranne lui, Steve Thompson (autore de “The Reichenbach Fall”) e il fido compagno Gatiss, un altro che quanto a cinismo non ha niente da invidiare a nessuno. Più una sua opera si allontana dai concetti più basilari di realtà, più lui si avvicina. Solo in una serie tv si può tenere al sicuro uno come Moriarty in nome degli indici d’ascolto. Solo in una serie tv uno come lui può prescindere dalla pace tombale dei sensi. Moffat è uno che non ragiona così, e la sua poetica è un giro continuo sulle montagne russe nelle quali tutto può succedere a chiunque e in qualunque momento. La mortalità di un personaggio chiave rende ancora più immortale una serie imprevedibile.
Chiamatelo cinismo o bieco sadismo, chiamatelo come vi pare, ma in fondo la definizione naturale è solo una: realismo fantascientifico. Alla faccia delle illusioni e delle false speranze: esistono anche quelle, ma non contemplano matematicamente un lieto fine. Moriremo tutti, e Moffat scriverà un’altra storia.
Un saluto agli amici di Sherlock – Italia, Sherlock Italia, Sherlock Italia Serie Tv, Sherlock (BBC) Italia, Just A Mad Man With A Blue Phone Box., Doctor Who a madman with a box, Doctor Who: il migliore, Doctor-Who, la pagina italiana., Grey’s Anatomy. e I’m addicted to Grey’s!