Quante volte vi sarà capitato di ripiombare nel loop compulsivo del rewatch delle serie tv? E non parlo di quello che precede l’uscita di una nuova stagione, fatto per non perdersi nessun dettaglio ed essere ben preparati sul “dove eravamo rimasti”. Mi riferisco a quel bisogno di rivedere sempre le stesse cose, serie tv o film che siano. Magari avviene ciclicamente con la stessa serie oppure con vari film. Ormai li conosciamo a memoria: sappiamo le battute ancora meglio degli attori che le hanno recitate, eppure non riusciamo a farne a meno. Anzi, ogni volta che ci ricaschiamo ci sembra di notare qualcosa che prima non avevano capito, di sprofondare a un livello di comprensione ancora più profondo. E questa potremmo dire essere la fine. Perché a quel punto abbiamo creato un legame viscerale, che affonda le proprie radici in quei significati nascosti e profondi che sembra che solo noi siamo riusciti a cogliere, sperimentare.
Eppure, nel panorama vario e in continua evoluzione delle piattaforme di streaming che offrono una scelta pressappoco infinita di prodotti, ce ne saranno tanti altri che potrebbero soddisfarci allo stesso modo. Forse dirò un’eresia, ma se dessimo una chance ad alcune serie magari potremmo scoprirle anche migliori di quelle che continuiamo a vedere e rivedere. Perché allora scegliamo di non ampliare i nostri orizzonti, ma solo di aggiungere l’ennesima serie ne La Mia Lista e ci rifugiamo sempre nelle solite certezze? Non siamo stanchi di questi corsi e ricorsi?
Ma proprio in quanto abbiamo appena detto si cela uno dei motivi per cui preferiamo qualcosa di già visto invece di lanciarci nella visione di una novità ignota.
Netflix, Amazon Prime Video, Now Tv, Disney+… abbiamo un numero sempre crescente di piattaforme tra cui scegliere, il che significa un’offerta esorbitante di film, serie tv, serie animate da passare al vaglio, analizzare, testare. Il rischio è quello di sentirsi sopraffatti e incapaci di scegliere. Soprattutto perché a questa indecisione di affianca un senso di insoddisfazione e “rimorso”. Qualora la serie scelta non dovesse soddisfarci, non faremo altro che pensare che forse avremmo potuto optare per qualche altra nella lista. Immaginando quindi di aver fatto la scelta sbagliata, ne deriva un senso di insoddisfazione che ci spinge a paragonare la deludente prescelta con qualche altro show che invece ha catalizzato la nostra attenzione da primo episodio.
Questo è anche il motivo per cui spesso le serie tv fenomeno del momento vengono viste da tutti quasi subito: abbiamo un feedback immediato. Supponiamo, basandoci su opinioni di amici e recensioni, che quel prodotto potrebbe piacerci. Ma se anche non dovesse farlo, vorrà dire che avremo comunque un argomento di conversazione, un motivo per fare dissing: sentiremo insomma di non aver sprecato il nostro tempo.
Non si tratta di pigrizia, ma del bisogno di avere una certezza. Scegliamo di rivedere qualcosa che conosciamo già perché sappiamo che non ci deluderà.
E questo ci porta al motivo principale per cui preferiamo un rewatch selvaggio invece del binge-watch di una nuova serie: sappiamo già come andrà a finire. E questo ci lascia un senso di appagamento difficile da replicare che si affianca a un senso di potere, di controllo. È quasi come se i personaggi facessero quello che ci si aspetta da loro, semplicemente perché ce lo aspettiamo davvero.
Diversi studi nel campo della psicologia hanno dimostrato che fare un rewatch delle stesse serie tv o degli stessi film ha davvero effetti calmanti sulle persone ansiose e alleviano anche i sintomi depressivi. Questo perché poi alla sensazione che le cose siano esattamente come dovrebbero essere si affianca anche un potente effetto nostalgia. La nostalgia è un sentimento ambiguo che però riesce a offrire conforto e sollievo. È come se una forza benevola ci scaldasse dall’interno e non solo metaforicamente: è stato provato che il nostro corpo davvero si surriscalda quando rivediamo qualcosa che ci riporta indietro nel tempo, al momento in cui abbiamo visto quella serie per la prima volta o a istanti della nostra vita che quella stessa serie ci richiama alla memoria.
Gli antichi greci, nel lontano VIII secolo a.C., non riuscivano a definire questa sensazione. Il termine deriva da nostos “ritorno” e algos “dolore“. I nostoi erano proprio i viaggi di ritorno a casa degli antichi eroi greci che avevano combattuto la Guerra di Troia. Ecco quindi la nostalgia, un ritorno a casa e un magone in gola. E, in fondo, la sensazione che proviamo quando facciamo un rewatch è esattamente quella che, dopo tanto peregrinare ed esplorare, finalmente torniamo in un porto sicuro che abbiamo imparato a conoscere come le nostre stesse tasche. E questa prevedibilità ci piace.
Sappiamo che il bravo ragazzo vincerà sempre, che il mostro sarà sconfitto e che finalmente la coppia si bacerà dopo tanti tira e molla. Sappiamo già come va a finire. Allora perché ci investiamo così tanto tempo anche se l’elemento sorpresa è svanito?
Anche se naturalmente coglieremo dettagli che a una prima visione ci erano sfuggiti, è proprio questa mancanza di sorpresa che genera conforto. Conoscere il finale in anticipo garantisce che avremo la ricompensa emotiva che aspettavamo.
I ricercatori Cristel Russell e Sidney Levy hanno definito questa sensazione “controllo esperienziale“, che fornisce una “regolazione emotiva”. Proprio perché abbiamo già visto quel film o quel programma televisivo, sappiamo come andrà a finire la storia e questo significa sapere già come ci sentiremo quando finirà. Che si tratti di gioia, sollievo, tristezza o rabbia, è un guadagno emotivo sicuro. Qualcosa che solo i nostri preferiti possono garantire. E ne consegue che rivedere qualcosa è fondamentalmente un modo semplice per controllare le emozioni quando sono un po’ fuori controllo.
Quindi la risposta è no. Non ci stanchiamo dei rewatch delle serie tv, perché sono quelle stesse cose viste e riviste che sono in grado di offrirci un conforto e una sicurezza tali da permetterci di affrontare anche i momenti più difficili.