Piccoli Brividi! Il titolo parla da solo in realtà.
Nella vita le certezze sono molto poche e una di queste è che tutti noi, con 3 dita di polvere, abbiamo sullo scaffale decine di volumi di questa celebre serie. Nata dalla mente geniale di R.L. Stine questa raccolta di racconti dell’orrore (per usare un eufemismo) ha accompagnato, con le sue pagine verdi, la nostra infanzia, e per molti, ha rappresentato il primo approccio al mondo dell’Horror. Le variopinte e super colorate copertine (ma soprattutto la pagina con gli adesivi) ci attiravano come mosche sull’immondizia. I nostri diari e gli sportelli dell’armadio erano tappezzati da adesivi di teschi, mostri, mummie e quant’altro. Insomma! Di Piccoli Brividi non ne avevamo mai abbastanza ed era quindi inevitabile che si giungesse ad una trasposizione per la TV.
Quegli episodi per me rappresentano uno dei più dolci ricordi dell’infanzia. La sigla mi ipnotizzava peggio di una pubblicità dello Chef Tony e insieme ai miei amici ci spappolavamo il cervello per cercare di capire cosa significasse quella G fluttuante dell’intro, tanto misteriosa da stravolgere tutto al suo passaggio (non sto a dirvi la delusione scoprire che stava per Goosebumps, il titolo originale). Gli effetti speciali erano penosi, la trama faceva acqua da tutte le parti, e la recitazione degli attori era dozzinale sfiorando il livello amatoriale. Non mancavano inoltre i finali alla Stephen King dove, la maggior parte delle volte, veniva stravolta completamente la trama e l’episodio andava a farsi benedire. Ma a noi tutto ciò non importava, perchè Piccoli Brividi è lo specchio del periodo in cui lo seguivamo dove veramente con poco si raggiungeva l’apice della felicità. Chi non ricorda Slappy il pupazzo parlante? I mostri di fango? La testa della mummia? L’attacco del mutante? La fotografia dal futuro?
Insomma ce n’era per tutti i gusti! E a noi non restava che farci catturare dalla magia di quel prodotto che è la prova lampante che la felicità può nascondersi anche nel posto più lontano dalla perfezione.
Ricordo con estrema nostalgia l’appuntamento giornaliero su “Super 3” dove il sacro e il profano si riunivano. Riuscivamo, grazie a Piccoli Brividi, a padroneggiare e fare nostro un genere cinematografico a noi semi sconosciuto. A distanza di anni rivedere quegli episodi non può non essere occasione per notare gli aspetti tecnici deludenti di cui detto sopra, ma grazie alla sua magia Piccoli Brividi riesce a ricatapultarmi sul tappeto della mia cameretta immerso tra 100 quaderni e compiti da fare. Completamente ipnotizzato da quel che guardavo, anche se non era perfetto. La serie è una chicca ed è uno di quei programmi che adottiamo e facciamo nostri; un eredità che porteremo sempre nel cuore.
Questo è per me Piccoli Brividi: La magia di qualcosa, che con molto poco, e nonostante i molteplici difetti, entra nella tua immaginazione e si prende un posto tra le cose a cui tieni di più!
Era doveroso parlarne in vista dell’uscita al cinema del film ispirato a questo fenomeno editoriale che ha incantato la mia generazione, o perlomeno lo ha fatto con me!