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La classifica delle 9 peggiori Serie Tv NON originali presenti su Netflix

Netflix
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Netflix è in assoluto una delle piattaforme streaming più potenti e importanti al mondo: raccoglie ogni giorno bordate di abbonati e la sua camminata verso il successo è stata in discesa.

Da subito ha iniziato a farsi spazio tra le persone di tutte le età arrivando a essere oggi una potenza mondiale. A volte però, i prodotti che propone non sono all’altezza delle nostre aspettative e quello che ne viene fuori è solo un grande buco nell’acqua. Ma attenzione: non stiamo parlando solo dei prodotti originali della piattaforma streaming ma anche dei prodotti che ha comprato e aggiunto al proprio catalogo.

Proprio per questo è giunto adesso il momento di capire quali siano gli errori più gravi di Netflix con una classifica che ci chiarisce meglio le serie tv peggiori che la piattaforma ha incluso nel proprio catalogo, e Riverdale non sarà il suo più grande errore.

9) Riverdale

Un nono posto per una delle serie più famose degli ultimi anni e che si sta prendendo sicuramente un posto importante nel catalogo, ma qualcosa è andato storto nel corso delle stagioni, al punto da portarla a fare parte di questa classifica.

La prima stagione di Riverdale è un’ottima partenza: un omicidio, dei ragazzi che cercano di venirne a capo, i loro rapporti sociali, i loro amori e le loro vulnerabilità. Insomma, gli ingredienti per una trama perfetta ci sono tutti, ma non è bastato questo. Non basta avere ottimi ingredienti se non si sa mischiarli bene e questo è tangibile già dalla seconda stagione. Piano piano Riverdale ha lasciato tutto quello che la rendeva bella e unica per riempirsi di tutti quei cliché di serie precedenti di notevole successo (Pretty Little Liars, ad esempio), arrivando a snaturarsi.

Il risultato delle ultime stagioni è la somma di tanti piccoli e grandi momenti contraddistinti dal trash e dalla troppa fantasia che gli autori hanno utilizzato in un prodotto che doveva conservare la giusta dose di crime e teen drama. La scelta di aggiungere Riverdale al catalogo da parte di Netflix – vista la sua popolarità – riusciamo a comprenderla, motivo per cui decidiamo di piazzarla al decimo posto, ma bisognerà ricordare che la quantità non è sinonimo di qualità!

8) Il processo

L’ottavo posto va alla serie italiana Il Processo, andata in onda in un primo momento su Canale 5, disponibile adesso su Netfix.

Non stiamo parlando di un prodotto estremamente scadente o particolarmente indifendibile come le ultime stagioni di Riverdale, ma di qualcosa che non ha funzionato come si poteva credere inizialmente. Perché – bisogna premetterlo – la fiction ha un inizio interessante e sembra promettere un grande sviluppo della storia, fa alzare le aspettative e poi tende a deluderle tutte: l’omicidio di una giovane ragazza sarà seguito dalla giovane PM Elena Guerra che scopre d’essere legata alla vittima, e dall’avvocato Ruggero Barone per cui il processo alla sua assistita rappresenta l’occasione di tutta una vita.

Con un cast importante – ricordiamo che la protagonista è la straordinaria Vittoria Puccini – non ci saremmo mai aspettati di parlare in questi termini di una fiction che ha – nel bene e nel male – tenuto incollati allo schermo milioni di italiani. Proprio per questo motivo la cosa non è passata inosservata a Netflix che anche stavolta – proprio come in Riverdale – ha colto la palla al balzo accalappiandosi immediatamente il prodotto.

Una mossa interessante ma che non ha mai davvero convinto.

7) iZombie

iZombie sembrava un’ottima serie sia per l’originalità della trama che per le vicende che si fanno spazio in essa, ma anche in questo caso il risultato non è paragonabile alle aspettative a cui aspiravano i produttori.

Olivia Moore, detta Liv, è una normalissima studentessa della facoltà di medicina. Un giorno, durante una festa, è vittima di un attacco da parte degli zombie e questo la porterà a trasformarsi – appunto – in uno zombie. Da questo momento in poi la sua vita – e la sua alimentazione – cambia radicalmente e la giovane ragazza dovrà abituarsi a questo nuova tendenza omicida da cui cercherà sempre di distaccarsi.

La serie è un adattamento dell’omonimo fumetto scritto da Chris Roberson e Michael Allred da cui si distacca solo in termini di leggerezza e semplicità. Forse il vero errore risiede proprio in questo cambiamento. La critica in ogni caso ha accolto discretamente iZombie dandole 7,7 su 10, ma questo non è bastato per renderla una serie intrigante. Una scelta da parte di Netflix che possiamo comprendere, ma se la cancellassero non ne sentiremmo la mancanza.

Peggio di Riverdale.

6) The Frankenstein Chronicles

Riverdale

L’occasione mancata per tirare fuori una grande serie: un omicidio interessante, un richiamo alla letteratura meraviglioso e grandi attori. A questo prodotto non mancava nulla per fare il grande salto, ma tutto non è andato come previsto. Ed ecco che ci troviamo costretti a dargli il sesto posto.

Quando si sceglie di puntare su un’idea del genere le intenzioni non bastano. Bisogna lavorarci prepotentemente e concretamente, curare i dettagli, dargli un ritmo e una personalità. Quello che viene fuori da queste due stagioni di The Frankenstein Chronicles è un minestrone andato a male pieno di sapori discordanti tra loro.

Si susseguono – durante le due stagioni – vicende potenzialmente interessanti ma che non vengono sviluppate con il giusto ritmo, facendo così perdere l’attenzione allo spettatore. Perché, bisogna dirlo, questa serie è noiosa e particolarmente lenta. I personaggi – nonostante il grande cast e le vicende che vivono – non portano addosso nessun tipo di identità rimanendo, spesso e volentieri, nel vago. Le premesse per una grande serie c’erano tutte, ma anche in questo caso l’unico risultato è stato un profondo e drammatico buco nell’acqua.

5) Dynasty

Lo sappiamo bene: Dynasty dal suo approdo su Netflix ha conquistato milioni e milioni di telespettatori e aggiungerla in questa lista – soprattutto al quinto posto – non sarà facile da accettare per molti fan della serie. Ma non possiamo esimerci dal farlo.

Dynasty è chiaramente una serie trash e quello che vuole fare lo fa anche bene: intrighi, relazioni clandestine, piani diabolici e scontri infiniti. Insomma, una Beautiful dei giorni nostri che ha appassionato gli abbonati della piattaforma streaming. Ma – ad essere del tutto onesti – questo show, tolto tutto questo, è vuoto, assolutamente nullo.

La serie continua ad andare avanti e fatichiamo a capirne il motivo. Ma se dovessimo fare un discorso di qualità ed essenza, allora quello che rimarrebbe sarebbe semplice fumo negli occhi.

4) El Vato

Riverdale

Un prodotto che Netflix ha cercato di salvare dall’oblio, una scommessa che non ha vinto. L’unica cosa che è riuscita a conquistarsi questa serie è stato il quarto posto in questa classifica.

Una trama non particolarmente innovativa che cerca di farsi spazio nel mondo del musical e della commedia e che non ci riesce nonostante tutti gli sforzi. Quello che viene fuori guardando questa robaccia è un minestrone di cliché, un tentativo insulso di creare una versione adulta di Glee. L’incipit di base non è neanche male: un gruppo di giovani ragazzi – capitanati da El Vato – cerca di accaparrarsi un posto nel mondo della musica in California e la cosa si complicherà quando nell’impresa dovranno riuscirci da soli, a seguito della notizia di possessione di denaro sporco da parte del proprietario della loro casa discografica.

Nulla di che, ma pur sempre una trama valida da poter sviluppare. Invece niente, il risultato non soddisfa nessuno a tal punto da renderla una serie completamente anonima e indifferente per l’opinione pubblica, che – in silenzio – le dà un 6 e mezzo.

3) Troy – Fall of a City

Sul podio troviamo una delle serie più discusse da parte della critica che a riguardo non ha dubbi: Troy – Fall of a City è un prodotto scadente. Un terzo posto più che meritato, insomma.

L’attenzione della critica, oltre che alla serie in generale, si è concentrata spesso sull’attrice Bella Dayne. A detta degli esperti bisognava – alla radice – non scegliere lei per la parte di Elena di Troia. L’attrice è stata fortemente criticata per via della sua recitazione statica: sempre le stesse facce e poco carisma, critiche che in generale sono state fatte anche al resto del cast eccetto qualche eccezione come David Threlfall e Joseph Mawle. Ma non è finita qua: quello che avrebbe indispettito l’opinione pubblica è stata anche la scelta di attori afroamericani nella parte di Achille e Patroclo, che sicuramente non erano di colore.

La serie è riuscita a conquistare solo 2 stelle su 5 nel sito cinematographe.it, il che è eloquente. Se fosse stata gestita bene sarebbe stata una bella scelta da parte di Netflix, ma anche stavolta il risultato è un vertiginoso buco nell’acqua.

Anche se noi pazzi scatenati qualche punto positivo lo abbiamo trovato, qui ve ne parliamo.

2) Le imperatrici della notte

Le imperatrici della notte è una serie olandese uscita nel Paese d’origine nel 2019 e poi – successivamente – comprata da Netflix nel 2020. La posizione in cui abbiamo deciso di metterla parla già abbastanza da sola, ma cercheremo comunque di spiegarci al meglio.

La serie ha come protagonista Xandra, moglie di un ricco uomo di finanza olandese. Fin dal primo momento veniamo a conoscenza di un passato doloroso nella vita della donna che sceglierà di tornare nel giro della criminalità per gestire un gruppo di escort di lusso. L’inizio dello show europeo non è niente male ma – nel concreto – lo sviluppo non sarà all’altezza d’esser definito sufficiente.

La serie continua a promettere determinazione da parte dei personaggi, ma questa non viene mai concretizzata, il pathos viene a mancare completamente e la superficialità della scrittura della trama è scandalosa.

1) La Reina Del Sur

Primo posto poco discutibile per la telenovela tratta dal romanzo di Arturo Pérez-Reverte, La Reina del Sur.

La serie si presenta come una delle più costose mai prodotte da Telemundo: ma come li avete spesi bene questi 10 milioni! Facendoci seri, lo show si sviluppa lungo una trama che verte su Teresa Mendoza che – dopo vari melodrammi – si approccia al mondo dello spaccio di droga. Un acquisto che Netflix ha fatto dopo – probabilmente – essersi fatta influenzare dalle vittorie della serie come Miglior telenovela e Miglior attrice. Senza dubbio un ottimo motivo per aggiungerla al catalogo ma non così fondamentale da perdonargli tale scelta.

Lo show – nonostante le varie dinamiche – ha sempre faticato a insidiarsi nella lista di serie più viste da parte degli abbonati e sappiamo bene che alla base il motivo è chiaro: è il peggiore prodotto mai scelto da Netflix. Scusateci, dovevamo proprio dirlo.

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