Non sono una persona dal pianto facile, o almeno non sempre. Quando vedo una scena triste in un film o in una serie tv non è detto che l’emozione che provo dentro (che di solito c’è) sia visibile anche fuori. A volte sembro fatta di ferro, e mi ci sento anche. Poi però mi capita di fare mente locale sulle volte in cui ho pianto guardando le serie tv, e allora mi accorgo che forse più che fatta di ferro dovrei definirmi una cascata. Pensavo di essere una donna impassibile e invece le serie tv mi hanno fatto piangere, in alcuni casi anche tanto.
Da Stranger Things a Dawson’s Creek passando per How I Met Your Mother e Grey’s Anatomy, ecco quindi a voi le dieci scene commoventi delle serie tv che mi hanno fatto piangere come una fontana.
1 – Non sono scappato (Stranger Things)
Se c’è una certezza sulla quale posso mettere la mano sul fuoco è che Stranger Things mi ha causato il più grande pianto da serie tv che io abbia mai vissuto. Premessa: ho guardato le quattro stagioni della serie tutte d’un fiato nel giro di meno di un mese e mi sono immersa nel Sottosopra con tutto il cuore e tutta l’anima. Il finale di stagione significava per me dover dire arrivederci ai miei amici di Hawkins e questo già di per sé mi causava non poche difficoltà. A mettere il carico da undici però ci ha pensato Eddie Munson, portando sullo schermo la scena più commovente che io abbia mai visto. Siamo nel Sottosopra ed Eddie, quanto di più distante dalla definizione di temerario (soprattutto secondo il suo modo di vedere se stesso), affronta da solo una lotta assolutamente impari con una schiera di demopipistrelli. Dell’utilità di questa lotta non stiamo qui a parlare, ma resta il fatto che Eddie ha la peggio. E quando Dustin lo trova ormai ferito a morte, lui lo guarda con un sorriso amaro e gli dice “I didn’t run away this time, right?“. No Eddie, non sei scappato. Dopo una vita da outsider e dopo essersi sempre sentito un codardo, Eddie muore tra le braccia di un vero amico e con la consapevolezza di essere una persona coraggiosa. E io non ho potuto fare a meno di piangere ogni goccia d’acqua del mio corpo.
2 – La morte di Carl (The Walking Dead)
Facciamo un passo indietro e passiamo dal 2022 al 2018, quando è andata in onda l’ottava stagione di The Walking Dead. Tra i suoi protagonisti fin dagli esordi della serie troviamo Carl, il figlio di Rick Grimes. All’inizio Carl è solo un bambino e durante le stagioni lo vediamo crescere, diventare un adolescente forte ma soprattutto, in un mondo post-apocalittico, una gran bella persona. Ci affezioniamo a lui, io almeno mi sono affezionata non poco. Ma nell’ottava puntata dell’ottava stagione succede qualcosa che non lascia molte speranze: Carl mostra al padre di essere stato morso da un vagante mentre cercava di portare ad Alexandria Siddiq, un ragazzo solo che aveva trovato nei boschi. Il posto in cui è stato morso, l’addome, non gli dà scampo, e va da sé che quando ho cominciato a guardare la 8×09 già sapevo che avrei sofferto non poco. Gran parte della puntata mostra l’addio del gruppo a Carl, consapevole della sua imminente fine, ma è il saluto che fa a Judith, consegnandole il suo inseparabile cappello, quello che mi ha davvero fatto crollare. Carl è un raggio di luce in un mondo buio, e quando si spara per evitare di trasformarsi in un vagante, una parte di The Walking Dead muore definitivamente con lui.
3 – The Quarterback (Glee)
Mi sembra quasi di barare inserendo Glee in questa lista perché qui non si tratta di scene commoventi delle serie tv, ma di un intero episodio in cui ho pianto per quaranta minuti di fila. Sto parlando ovviamente di The Quarterback, la 5×03. Sono una fan di Glee e lo ero anche nel 2013: la coincidenza tra i miei anni di liceo e gli anni in cui la serie è andata in onda mi faceva sentire davvero parte del glee club della McKinley High e i suoi componenti erano per me facce familiari. Ma in una serie che con le sue esibizioni canore ci ricorda in continuazione di essere tale, The Quarterback segna il momento in cui serialità e realtà si sovrappongono prepotentemente. Con la morte di Cory Monteith, Finn Hudson non può che morire con lui, e l’episodio in questione non serve solo a dipingere un quadro in cui Finn non c’è più, ma soprattutto a salutare chi lo ha interpretato. Da Seasons of Love alla chiusura con “The show must go… all over the place… or something”, la puntata è un concentrato delle emozioni vere del cast di Glee che ha appena perso uno dei suoi pezzi. Molte scene sono state girate un’unica volta e con un bel po’ di improvvisazioni, le lacrime degli attori sono vere e, indovinate un po’, anche le mie. Le esibizioni spezzano il cuore, soprattutto quelle di Lea Michele e di Naya Rivera, ma se proprio dovessi scegliere il momento più commovente sarebbe di sicuro quello in camera di Finn, quando la famiglia impacchetta le sue cose. È un momento da cui non si torna indietro, uno di quelli che ti fa rendere davvero conto che chi è andato via non tornerà. E il pianto di Carole rappresenta tutta la sofferenza di una donna che non smette di essere madre solo perché ha perso suo figlio.
4 – Biella (Strappare lungo i bordi)
Strappare lungo i bordi è una miniserie di un’intensità disarmante, davanti alla quale mi sono sentita in diverse occasioni quasi nuda. La naturalezza con cui Zerocalcare racconta una storia che non è solo la sua, ma di un’intera generazione, porta gli spettatori a immedesimarsi in una serie animata che riesce a far sentire meno soli. Le ansie, le paranoie, i blocchi di cui parla sono condivisi e le storie di Zero e dei suoi amici sono un po’ quelle di molti di noi. Durante la serie si parla spesso di Alice, eterno interesse amoroso del protagonista con il quale però non si raggiunge mai niente di concreto, e si parla spesso anche del viaggio a Biella che Zero e gli altri stanno intraprendendo. È solo alla fine della penultima puntata però che si scopre il motivo della partenza: Alice è morta e i protagonisti di Strappare lungo i bordi si mettono in viaggio per partecipare alla sua veglia funebre. Ad ospitarli sono gli anziani genitori di Alice, cosa che mette in non poca difficoltà Zero e il suo fare all’apparenza distaccato. È proprio in questo contesto che si sviluppa la scena per me più commovente di una serie che in generale tocca più di una corda scoperta. Prima ancora di scoprire di più sulla morte di Alice, e di vivere le scene più intense e riflessive della serie, Zero va in bagno cercando di non farsi vedere da quelli che chiama i vecchi. La madre di Alice però si alza e lo abbraccia, pronunciando per la prima volta da quando i ragazzi sono lì il nome di sua figlia. L’abbraccio fa bene a lei e, nel profondo, anche a Zero. Ma in realtà fa bene anche a noi che lo vediamo, soprattutto a chi come me fatica a condividere i momenti tristi. E fa piangere un bel po’.
5 – La furia di Piper (Streghe)
Il primo pianto causato da scene commoventi delle serie tv di cui ho memoria risale sicuramente a Streghe. Chi mi conosce sa il significato che questa serie ha per me e sa quanto io l’abbia vissuta in maniera viscerale. Amare una serie vuol dire anche soffrirne, e io non mi tiro indietro. Chiunque abbia pianto per Streghe lo ha fatto sicuramente in un momento legato alla morte di Prue: il suo funerale, il vano tentativo di Piper di riportarla in vita, lo sfogo di Phoebe che prende coscienza di aver perso sua sorella, sono tutti momenti estremamente emotivi per i fan della serie. Ma tra tutte le scene emotivamente sconvolgenti del passaggio dal trio con Prue a quello con Paige, quello che più di tutti mi ha fatto star male risale alla 4×03, alla furia di Piper. Per la nuova sorella maggiore quella di combattere i demoni diventa una vera e propria ossessione, e tra un incontro ravvicinato con loro e l’altro viene trasformata in una Furia. La tristezza, la frustrazione, il dolore per aver perso sua sorella e la rabbia nei confronti di lei per averla abbandonata escono fuori con prepotenza e rendono Piper un demone perfetto. C’è bisogno di portarla proprio davanti alla tomba di Prue per farle vivere pienamente il suo dolore e consentirle di sfogarsi, nel tentativo di sciogliere il nodo che le si è creato dentro. Da questo momento in poi Piper comincia ad affrontare il suo lutto in modo diverso, ma questa scena lascia in lei e in noi un vuoto che nemmeno Paige riuscirà mai a colmare.
6 – La consapevolezza di Robin (How I Met Your Mother)
Non tutte le scene commoventi delle serie tv sono legate alla morte di qualche personaggio. Molte sì, è vero, ma non tutte. Una delle serie che mi ha fatto piangere per altri motivi è How I met your mother, che pur essendo generalmente divertente ha comunque i suoi momenti di tristezza. Quello che maggiormente mi ha colpita (insieme alla morte del padre di Marshall, va detto) risale al dodicesimo episodio della settima stagione, quello in cui Robin scopre di non poter avere figli. L’episodio è incentrato proprio su di lei, sulla sua reazione a una notizia che non pensava di ricevere e, soprattutto, che non pensava le avrebbe fatto così male. Come si reagisce quando si perde qualcosa che nemmeno si vuole? Robin non lo sa, e decide di affrontare la cosa senza dire nulla ai suoi amici. Per tutta la puntata di How I met your mother sembra che Robin parli con i suoi figli futuri, cosa a cui Ted ci ha abituati, ma a un certo punto scopriamo che su quel divano non c’è nessuno. Robin è sola, su una panchina con il suo zabaione. E deve affrontare il fatto che scegliere di non avere figli e non poterne avere non sono sinonimi. È un momento commovente soprattutto per un personaggio spesso cinico come Robin, ma per fortuna ci pensa una sinfonia di luminarie a tirarle (e tirarmi) su il morale.
7 – Il racconto di un padre (Tutto chiede salvezza)
Tutto chiede salvezza va affrontata con una certa sensibilità: ambientata nell’ambito del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di una clinica romana, la serie segue le vicende di Daniele, un ventenne a cui è stato imposto un TSO. Nel corso delle puntate non scopriamo solo il passato di Daniele e cosa lo ha portato a finire lì, ma anche le storie di tutti coloro che con Daniele condividono la stanza nel reparto. Tra questi c’è Alessandro, bloccato a letto in stato catatonico. A raccontare la sua storia è il padre, che tutti i giorni va a trovarlo nella speranza che si riprenda. È un uomo che si sente colpevole della condizione del figlio, dato che ci è entrato mentre era a lavorare da ragazzino insieme a lui. Nelle sue parole e nei suoi occhi ci sono i sentimenti di un padre che vede suo figlio bloccato in un letto d’ospedale. Un padre che vive una vita che a suo figlio è in qualche modo stata negata. Lui va avanti, ma Alessandro resta lì. La loro storia, come quella di tutti i personaggi, chiede salvezza. E la commozione che ne è derivata è stato uno dei momenti più intensi nella visione di una serie che credo abbia ancora tanto da riservarmi.
8 – Non voglio andare (Never Have I Ever)
Può una serie come Never Have I Ever far venire voglia di piangere? Assolutamente sì, lo dico per esperienza, e infatti merita un posto in questa lista di scene commoventi delle serie tv. La scena incriminata risale al finale della terza e per ora ultima stagione: Devi ha deciso di frequentare l’ultimo anno di liceo nella prestigiosa Shrubland School, un posto in cui tirare fuori davvero tutte le sue potenzialità. Dopo la cerimonia dei diplomi, però, si rende conto di non sentirsi pronta a lasciare casa e di voler sfruttare al massimo l’ultimo anno nella sua scuola, avendo a fianco le persone a lei più care. Arrivata a casa vede sua madre e scoppia a piangere: per quanto la sua educazione possa essere stringente, e senza dimenticare tutti i litigi e le incomprensioni causate dalla loro estrema diversità, Devi non vuole lasciarla, non vuole rinunciare a quella quotidianità familiare che, dopo essere andata via di casa, non sarà più la stessa. Partire, affrontare nuove esperienze e superare i propri limiti è bello e stimolante, ma non è solo e sempre la scelta giusta. E scegliere di restare non significa essere debole, ma volersi concedere i propri tempi. Devi lo capisce e decide di darsi la possibilità di vivere la sua vita ancora per un po’. E io che ormai la scelta l’ho già fatta e so quanto possa essere difficile confermarla ogni giorno, nel momento dell’abbraccio tra Devi e sua madre non ho potuto fare a meno di pensare a quanto a volte mi manchino le mie radici. E, ovviamente, di piangere.
9 – La morte di Mark Sloan (Grey’s Anatomy)
Potrei scrivere un articolo sulle scene commoventi delle serie tv limitandomi solo a Grey’s Anatomy e riuscendo comunque a elencarne dieci. In ormai diciannove stagioni il cult di Shondaland mi ha regalato, o forse dovrei dire obbligato a vivere, momenti davvero molto commoventi. Ne sono morti di personaggi in così tanto tempo e scegliere il momento più triste è stato complicato. Ma se ho sofferto tanto con Derek, tantissimo con George e ancora di più con Lexie, la scena che mi ha fatto davvero piangere è stata quella dell’addio a Mark Sloan. Dopo l’incidente aereo e la conseguente morte dell’amore della sua vita, il percorso di Mark Sloan non sarebbe stato più lo stesso. E viene infatti interrotto all’inizio della nona stagione di Grey’s Anatomy quando, dopo essersi risvegliato dal coma in cui era caduto dopo l’incidente e all’apparenza ormai fuori pericolo, entra in coma di nuovo. Derek e Callie dopo 30 giorni gli staccano la spina, come chiesto proprio da lui. Ed è così, con un bel po’ di lacrimoni agli occhi, che salutiamo uno dei personaggi più rivalutati di Grey’s Anatomy, uno di quelli che mai avremmo pensato di poter amare così tanto.
10 – Il messaggio di Jen (Dawson’s Creek)
Chiudiamo in bellezza questa lista di scene commoventi delle serie tv con uno dei finali di serie più dolorosi che si siano mai visti. Dawson’s Creek, dopo averci portato per sei stagioni nelle storie di Dawson, Joey, Pacey e Jen, si conclude in tragedia. Durante gli ultimi due episodi della serie, ambientati cinque anni dopo l’episodio precedente, si scopre che Jen è gravemente malata, cosa che porta tutti i personaggi principali a fare avanti e indietro dalla sua stanza in ospedale, permettendo di poter commentare e in qualche modo chiudere tutti i loro archi narrativi. Jen meritava un finale ben più felice, eppure paradossalmente non è il momento della sua morte quello più doloroso. La scena che mi ha fatto piangere come una fontana è – tutti quelli che l’hanno vista mi capiranno – quella della registrazione del messaggio di Jen a sua figlia. È un momento estremamente emotivo: Jen racconta a sua figlia cosa desidera per lei, le dà consigli, tenendola in qualche modo per mano pur essendo consapevole del fatto che non la vedrà crescere. Fa davvero male, soprattutto considerando lo sviluppo del personaggio di Jen, e mette fine a una serie come Dawson’s Creek con un’inaspettata malinconia. E un’incredibile mole di fazzoletti usati a fianco.