5) In una delle più esagitate scene delle Serie Tv, Sherlock annienta Moriarty!
Due uomini agli antipodi. L’uno è il consulente investigativo più conosciuto nel mondo dei gialli, l’altro è il consulente criminale più agguerrito che potremmo incontrare. E seppur anche Sherlock avesse le sue ben note idiosincrasie, dipendenze e difficoltà relazionali, niente potrebbe superare l’indole istrionica e imprevedibile della sua nemesi. Pertanto costanti saranno le controversie tra i due nemici.
Tanto che l’investigatore e il suo fedelissimo Dottor Watson, diventeranno sempre più accorti e pronti a scovare lo zampino di Moriarty (qui trovi un approfondimento sul villain) in ogni caso più ostico. Ma tra i tanti, analizziamo adesso l’ultimo episodio della seconda stagione, intitolato Le cascate di Reichenbach. A questo punto della storia Scherlock, ha conquistato una repentina notorietà mediante una serie di importanti casi risolti. Nel frattempo Moriarty lancia una rapina simultanea alla Torre di Londra, alla Banca d’Inghilterra e al carcere di Pentonville, permettendo così di essere catturato e messo sotto processo.
Tuttavia, egli viene assolto dopo aver ricattato la giuria
Tornato libero, Moriarty incontra dunque Sherlock, asserendo che ha intenzione di “bruciarlo” mediante un “problema finale” da risolvere. Poco dopo, il criminale organizza infatti il rapimento dei figli di un ambasciatore statunitense che, una volta salvati, sono terrorizzati e urlano vedendo come primo volto quello di Sherlock. Questo equivoco lo porta a diventare così il principale sospettato del rapimento dei due bambini! E immediatamente, tra la stampa e la polizia, cresce il dubbio che tutti i casi risolti brillantemente dall’investigatore siano in realtà delle messe in scena organizzate dallo stesso.
A convalidare queste tesi, Sherlock sfugge all’arresto e scopre che Moriarty ha raccontato alla stampa un incredibile menzogna. Ossia che, in realtà, la persona di Jim Moriarty non esiste, poiché egli afferma di essere Richard Brook, un attore ingaggiato in passato dallo stesso Sherlock per impersonare la sua nemesi agli occhi della popolazione. I duellanti si incontrano dunque sul tetto dell’ospedale St. Bartholomew dove Moriarty spiega che degli assassini uccideranno John, Mrs. Hudson e Lestrade se Sherlock non si suiciderà, confermando così la falsa storia del genio impostore.
Ma dopo una pregnante conversazione con Sherlock, Moriarty appura quanto siano simili
Questi capirà così che il detective, da lì a poco, sarebbe riuscito a trovare il “codice” per fermare tutti gli assassini della città. Pertanto, Moriarty decide all’istante di spararsi per togliergli questa possibilità. Mentre Sherlock, sul bordo del cornicione, telefona John che si era appena fermato nella strada davanti a lui e, guardandolo da lontano, gli confessa di essere un bugiardo e di aver infine architettato tutto! Dai casi investigativi finanche alle proprie abilità intellettuali. E nonostante John si rifiutasse di credergli, un attimo dopo Sherlock si getta giù dal tetto senza aggiungere altro.
Possiamo dunque immaginare come John, che ha assistito in diretta alla caduta, rimanga in uno stato confusionale per un po’ mentre i paramedici portavano via il corpo esanime dell’amico. Tempo dopo, Mrs. Hudson e John vanno dunque alla tomba di Sherlock per dirgli addio e qui l’amico apre il proprio cuore davanti alla lapide. Affermerà infatti di continuare a credere nella sua autenticità chiedendogli di fare un ultimo miracolo: “non essere morto”. A questo proposito, i secondi finali mostreranno uno Sherlock che guarda la scena del cimitero da lontano. In conclusione, possiamo dire di aver assistito a una delle scene delle serie tv sulle apparenti dipartite di grandiosi personaggi più incredibilmente climatiche e accelerate. E in fin dei conti, che Sherlock potesse nutrire qualità da stunt man potevamo intuirlo, ma che avesse anche abilità “potteriane”, un po’ meno!