Il seguente articolo contiene spoiler su Scrubs, The IT Crowd, After Life, Dr. House, New Girl e Parks and Recreation.
Ridere è la migliore medicina, a volte per tutti tranne che per colui che scatena la risata. Chi pensa che le risate vengano scatenate solo da situazioni leggere o semplici battute, non conosce la potenza della risata come contrasto della situazione dalla quale scaturisce. Di fronte a un personaggio pessimista – o peggio – la reazione più adatta dovrebbe essere quella di consolarlo e stargli a fianco; comprendere il suo dolore e cercare di alleviarlo. Ma quando questi personaggi vengono scritti talmente bene da trasmettere più di un’emozione alla volta, la seconda è quasi sempre il divertimento. Non per sminuire la loro visione del mondo o le situazioni nelle quali si trovano, ma per potercele mostrare più a lungo.
Far ridere lo spettatore smorza il peso del pessimismo, bilanciando i toni di una scena, una puntata, una serie, permettendoci non solo di provare più emozioni, ma consentendo anche al prodotto di reiterare il concetto senza essere troppo pesante. È un gioco di equilibrismo tra il cosa e il come: non bisogna né rendere il tutto banale, né impedire al pubblico di affrontare quella scena in maniera più sopportabile emotivamente. Tantissime serie tv ci hanno provato nel corso degli anni, ma sono poche quelle che hanno effetivamente creato il cocktail perfetto con i due ingredienti.
Oggi siamo qua per esaltare quei prodotti, ma soprattutto i loro personaggi più pessimisti e divertenti. Vogliamo variare in ogni parte dello spettro di questi due sentimenti, creando situazioni che non vi immaginare ed utilizzando personaggi dati per scontato per fin troppo tempo. Mostrandovi quel secondo significato, quella doppia lettura del prodotto che sfugge ai più, ma esalta la qualità della scrittura di una serie tv. Per cui non perdiamo altro tempo ed iniziamo questa lista con un idolo della folla.
Ted Buckland (Scrubs)
Non potevamo che iniziare questa lista con l’elogio al personaggio del compianto Sam Lloyd in Scrubs. Ted ci viene presentato sin dal primo episodio come un uomo di mezza età depresso e insoddisfatto del proprio lavoro e della propria vita; vive ancora con la mamma, non ha un’anima gemella e mostra costanti desideri suicidi. Quello che all’apparenza sembrerebbe un frivolo tentativo di scherzare sul tema è un lento e inaspettato crescendo di affetto da parte degli spettatori e dei personaggi di Scrubs verso Ted. Addirittura fino a che il suo capo, il dottor Kelso, come ultime parole prima di ritirarsi decide di ringraziarlo.
Con un rispetto incredibile del tema della depressione, Ted ci ha fatto morire dal ridere un numero infinito di volte in Scrubs: dal gruppo “a cappella” che crea completamente dal nulla, ai suoi continui tentativi di farla finita quando la situazione preme troppo su di lui. E senza dimenticare quei piccoli momenti di rivalsa come prendersi una bibita prima di tornare al lavoro o una notte con una bellissima donna nell’ospedale. L’unico rimpianto di un eventuale film di Scrubs sarebbe proprio la mancanza di Ted e del suo umorismo perfetto.
Tony Johnson (After Life)
Ridere in After Life è sbagliato. Ricky Gervais e tutta la produzione hanno fatto in modo di tirare fuori una dramedy che vuole affrontare i traumi del lutto e della morte ridendo in continuazione, queste erano le loro intenzioni. Eppure, nonostante questo, quando ci siamo trovati a ridere con questa serie tv ci è salito un forte senso di colpa. Tony è forse il personaggio del quale comprendiamo meglio la scelta di una certa visione del mondo: era un uomo solare e divertente che ha dovuto affrontare il tumore della moglie ed è rimasto vedovo. Ora quello che rimane di lui è un guscio vuoto che lavora, beve, insulta il prossimo e si sfoga.
Eppure After Life ci vuole far ridere ogni secondo, per interrompere i continui pianti per la storia raccontata e le immagini mostrate: è un batti e ribatti di scene esilaranti che vogliono ricordare allo spettatore l’importanza della risata. Una risata che in qualche modo Tony diffonde sia a noi che a chi gli sta intorno, seppur in maniera diversa. È anche per questo che After Life si è rivelata una delle migliori serie di sempre, non solo degli ultimi anni.
Nick Miller (New Girl)
Immaturo, insicuro ai limiti della paranoia, perennemente imbronciato e con una spiccata tendenza all’auto-sabotaggio: ecco come definiremmo Nick Miller per presentarlo a chi non lo conosce. L’erede emotivo e non solo di Chandler Bing, un vero e proprio disastro raccontato su schermo. Senza una direzione nel mondo e terrorizzato dall’idea di perdere tutto quel poco che gli rimane. Una descrizione perfetta per un personaggio che si atteggia in maniera completamente opposta a lui: Nick nasconde questa paura e questo pessimismo esistenziale dietro gag esilaranti e un atteggiamento in anticipo di cinquant’anni.
A metà tra il giovane goffo e l’anziano che non ne può più di sentire gli altri divertirsi, ci ha fatto piegare in due dalle risate con la sua grandissima varietà di modi per farci ridere. Non è un personaggio che si limita a una gag che funziona o a una strada facile da percorrere, di Nick ci ha sempre sorpreso la sua capacità di far ridere in ogni situazione possibile. E più le risate si accumulavano, più schermavano la paura e l’ansia di un uomo che corre dietro ai bambini urlando di tutto solo per inseguire quella gioventù spensierata.
Gregory House (Dr. House)
Se la medicina è così presente in questo articolo, lo dobbiamo anche a quel favoloso personaggio che è Gregory House e alla sua visione decisamente meno favolosa del mondo che lo circonda. Un cinico misantropo che non ha problemi a ricordare a tutti quanto siano inferiori a lui o quanto poco li sopporti. È un uomo arrogante, egoista, sleale, astioso e in parte crudele: eppure noi amiamo ogni parola che esce dalla bocca di quel personaggio. Ha un carisma che buca lo schermo, una capacità di trovare sempre la battuta giusta per zittire il prossimo e spingere i limiti di quel che si può dire sempre oltre le aspettative.
Religione, amore, religione, famiglia, religione, amicizia, religione: non c’è un singolo argomento contro il quale House non sia solito scagliare battute taglienti e critiche decisamente poco fini. Ci siamo ricordati di dire che non è avvezzo alla religiosità? Ecco, diciamo che la frase “Grazie a Dio” nell’ambito della medicina non lo soddisfa molto. Eppure, nonostante questa visione dall’alto in basso verso il resto del mondo, siamo i primi a cadere ai suoi piedi quando parla.
Ron Swanson (Parks and Recreation)
Il discorso da fare attorno a Ron Swanson e la sua bellissima evoluzione in Parks and Recreation è particolare. In una serie così aperta a raccontarti la cittadina e i suoi abitanti, ci siamo innamorati di tutti i personaggi attorno a Leslie e non solo. Ron ha un ruolo particolare in questa lista perché non lo definiremmo un pessimista esistenziale, ma è una persona cinica: molto cinica. All’interno dell’ottima comicità nella serie, troviamo in lui una critica verso le istituzioni e ogni azione del prossimo nei confronti delle altre persone.
Ron Swanson non si aspetta il peggio dal mondo: non pensa esista altro. Nella sua testa le persone non cercheranno mai di aiutare nessuno e questa sua diffidenza è adornata da continui momenti esilaranti che portano il tutto al suo estremo. Nonostante ciò, lui non si definirebbe pessimista: lui è un realista ai propri occhi, ma riesce a trovare piccoli momenti di felicità nella vita. Una personalità fuori di testa ed esilarante che arriva ad avere un finale poetico e magistrale attorno a questo discorso della fiducia nel prossimo.
Richmond (The IT Crowd)
Un po’ gotico, un po’ vampiro, Richmond Avenal è forse il personaggio più fuori di testa di The IT Crowd. Nascosto nei meandri più oscuri del dipartimento, questo misterioso uomo viene quasi definito un’entità a sé dal resto del gruppo. La porta rossa dietro la quale si nasconde il suo ufficio diventa una gag nella serie dove la protagonista non fa conoscenza dell’uomo per svariato tempo perché nessuno vuole svelarle la sua identità. Ma dal primo momento in cui abbiamo incontrato Richmond ci siamo innamorati di lui in tutto e per tutto.
La sua visione del mondo non è pessimistica: è tragica e drammatica, raccontata attraverso metafore e termini arcaici, miste a pensieri oscuri e simbolismi quasi demoniaci. Il tutto con un tempo comico talmente perfetto da lasciarci senza fiato per le troppe risate. La costruzione del mistero stessa, rivelatasi poi “soltanto” Richmond è geniale, presentata in prima persona con tinte horror da anni ’80. Un vero e proprio membro della famiglia Addams trasportato decenni nel futuro e chiuso dietro una porta impossibile da non notare, un po’ come l’uomo dietro di essa.
Perry Cox (Scrubs)
Da Scrubs a Scrubs: non potevamo che concludere questo articolo con l’altro lato della medaglia pessimistica nella serie di Bill Lawrence. Perry Cox e Ted Buckland sono l’incarnazione di come lo stesso concetto possa essere espresso in due maniere completamente opposte e risultare ottimo in entrambe. Cox è disfattista, vede il mondo tramite un filtro scuro che lo rende cinico e rancoroso. Ha dentro di se un forte pessimismo dato dai problemi con la ex-moglie, i traumi familiari e la difficoltà a lavorare in un ambiente come questo. Famosa la sua citazione: “Il mondo è fatto di bastardi: bastarda la glassa, bastardo il ripieno“, uguale a quella di Kelso.
Se però il primario, almeno in facciata non presenta segni di pessimismo e tiene tutto per se, Cox si porta dietro questa nuvola nera con la quale scaglia fulmini verso chiunque. Le sue sfuriate ci hanno fatto sbellicare tantissime volte e abbiamo riso ancora di più in quei momenti dove la rabbia iniziava ad accumularsi nei suoi occhi. Scrubs ci ha insegnato che è possibile trasmettere ogni tipo di emozione e sensazione anche con la risata: non in sottofondo, ma in accompagnamento.