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7 Serie Tv comedy che hanno esaltato alla perfezione anche un altro genere

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Questo articolo contiene spoiler su Scrubs, The Great, What we do in the Shadows, Psych, Galavant, The Office e Only Murders in the Building

Lo spettatore medio pensa al mondo delle comedy come un settore dove l’unico scopo è quello di far ridere chi guarda il prodotto. Associazione che non esiste con la categoria drama, dove questa ha sempre un peso bilanciato con il secondo genere del prodotto, sia esso political, medical o crime. Eppure l’assunto sulle comedy non corrisponde alla realtà: nel corso degli anni i vari sceneggiatori e produttori sono riusciti a variare il settore creando prodotti non solo in grado di far ridere, ma soprattutto bilanciati con un secondo genere che viene esaltato da questa unione.

Per questa lista abbiamo voluto prendere in analisi sette serie tv che non solo rappresentassero qualità, ma anche una libreria e vastitità di generi uniti alla comedy. Un insieme di unicità e stili che hanno espanso il mondo delle comedy dando loro un valore ancora maggiore a quello precedente sul mercato e per la critica. Permettendo così anche al pubblico di espandere i propri orizzonti anche continuando a ridere davanti a una serie tv.

Scrubs

scrubs
Scrubs (640×360)

L’idea di associare la medicina al divertimento non è proprio la prima proposta che faremmo nel caso dovessimo presentare una nostra serie tv: Bill Lawrence nel 2001 la pensò molto diversamente e, dopo ER, regalò al pubblico una serie Medical dai toni totalmente opposti. In Scrubs il divertimento la fa da padrona grazie a un tipo di umorismo che gli stessi medici hanno ammesso di usare pur di riuscire a sostenere lo stress ospedaliero: come la battuta iconica di Bob Kelso, anche se non è veramente di Bob Kelso. Trovare la gioia nelle piccole cose, ridere a una frase divertente o un paziente dal carattere strampalato riesce a creare un muro tra i dottori e il vuoto esistenziale a cui un lavoro del genere può portarti.

Tra queste serie tv, quella a rappresentare meglio di tutte il suo secondo genere è proprio Scrubs. Non solo perché la quotidianità in un ospedale è mostrato in maniera quanto più realistica, con routine abbastanza noiose e prescrizioni quasi mai improbabili. Ma proprio perché la medicina stessa per essere mostrata nel suo lato più veritiero deve essere intrinseca di battute, un po’ di sano black humour e tanta sagacia. Rendendo sia il lato Comedy che quello Medical una perfetta rappresentazione del mondo medico fuori e dentro Scrubs.

Psych

Scrubs
Psych (640×360)

La parte Crime è la base fondante di Psych, quella sulla quale l’intera serie tv ha costruito la propria metodologia di approccio all’analisi della psiche dei personaggi e del loro passato. Questa serie prende ispirata a Magnum P.I. nell’idea di trattare un caso a episodio, ma con uno humor che fa sbocciare ancora di più il lato poliziesco. Sembra quasi che negli anni il prodotto si sia bilanciato da solo al mercato, con il lato comedy che sembra sempre di più prendere in giro quello Crime ormai quasi stereotipato al giorno nostro.

Psych è cristallizata nel tempo, un tipo di indagine completamente diversa rispetto a Only Murders in the Building, con il lato crime che riesce a soddisfare lo spettatore nella spiegazione finale della puntata. Una struttura semplice, ma mai così ben delineata nonostante l’idea del prodotto volesse regalare un lato molto più comico al mondo, ma si sa che il crimine non va in vacanza neanche quando i poliziotti fanno battute.

What We Do in the Shadows

Scrubs
What We Do in the Shadows (640×360)

Se come vedremo The Office ha rilanciato il mockumentary nel mondo delle serie tv, forse nessuna è riuscita a rivedere il genere come What We Do in the Shadows. La geniale idea di unirlo al fantasy crea una dicotomia dove si cerca di mostrare il massimo realismo di un mondo dove il realismo non esiste. Non è solo un modo per farsi notare dalla massa di prodotti nati sulla scia del mockumentary, ma l’arte di osare ed estendersi dove mai nessuno aveva pensato. Un po’ come Scrubs scelse di unire Comedy e Medical, fornendo un punto di vista nuovo sul genere, What We Do in the Shadows si muove nella stessa direzione.

Il mondo Fantasy è da sempre mostrato attraverso uno sguardo esterno, epico, che affianca i personaggi nei momenti d’azione o di forte emotività. Mai abbiamo visto il mondo dei vampiri e altri esseri sovrannaturali nel loro giornaliero. Anche solo l’idea di dover scrivere un mondo dove il sovrannaturale si approccia a eventi simil-realistici e per associazione lontani da essi, è ambizioso e questo viene svolto nel massimo rispetto del genere.

The Office

The Office (640×360)

Non è che The Office abbia esaltato il genere mockumentary nel mondo delle serie tv comedy: lo ha praticamente reinventato. Ogni serie tv di quel genere che è nata anni dopo ha sempre fatto riferimento alla serie di Greg Daniels. Certo, anche questa poggia le proprie basi sull’omonimo prodotto britannico, ma l’arrivo al grande pubblico le ha permesso di osare oltre ogni limite per unire comedy e mockumentary nei modi più disparati. Ancora in molti si chiedono se quindi sia meglio The Office UK o The Office US, ma entrambi i prodotti sono stati fondamentali al genere.

Le interviste dei singoli personaggi e gli sguardi in camera diventano quasi uno sfondo rispetto alle scelte più coraggiose. Intere scene nel silenzio quando un personaggio si leva il microfono, realismo sempre più ricercato e trattato, con anche la soddisfazione finale di una conclusione che dia le risposte a queste infinite riprese fatte nel corso degli anni. Se The Office è passata dal suo ufficio alla mondovisione, lo ha fatto sapendo usare il Mockumentary, su più livelli e con tanta metanarrativa.

The Great

Scrubs
The Great (640×360)

L’umorismo di The Great potremmo definirlo demistificante. Se per Scrubs ci faceva strano associare comedy e medical, immaginate farlo con una serie tv storica. La serie vuole raccontare in modo sboccato e sfacciato le vicende di Caterina la grande di Russia dopo che è salita al potere, ma lo fa sovvertendo gli eventi in modo tale da farli apparire quanto più divertenti e moderni. Una manovra di marketing geniale che ci ha lasciato stupiti quando abbiamo realizzato quanto The Great, a modo suo, stesse veramente raccontando eventi storici a un grande pubblico.

Una narrazione leggera non è la caratteristica principale quando si parla di prodotti che raccontano eventi storici: di solito si tende a voler fornire allo spettatore l’evento nel odo più fedele e rispettoso possibile. The Great ribalta questa concezione senza mai abbandonare l’impegno di raccontare eventi realmente accaduti, ma facendolo nel modo più fruibile possibile per il grande pubblico. Un colpo di genio che trascende il tempo, letteralmente.

Galavant

Galavant (640×360)

Se The Great ha deciso di trasformare i racconti storici, perché non fare lo stesso anche con le fiabe? Galavant parte con questo concetto, volendo regalare al pubblico una versione molto più divertente dei soliti maghi, pozioni, draghi e unicorni. L’aspetto comico preponderante di che è consapevole del fantasy presente nel prodotto, quasi oscura l’incredibile rispetto che questa serie ha per il genere fiabesco.

Le atmosfere che a un primo occhio potrebbero sembrare scelte a caso, hanno forti collegamenti a Robin Hood: Un uomo in calzamaglia, lungometraggio del 1993 che i fan del genere conoscono perfettamente. Galavant tratta il genere fiabesco come un principe tratterebbe la sua dama in questa serie: con rispetto e cura, inserendoci una canzone alla Monty Pyton qua e la.

Only Murders in the Building, la Scrubs del Mistery

Scrubs
Only Murders in the Building (640×360)

Chiunque abbia iniziato Only Murders in the Building lo ha fatto con l’intenzione di ridere: il trio di attori composto da Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez è sempre stato al centro di opere ilari e da vedere con leggerezza. Proprio per questo ci siamo tutti sentiti sorpresi quando, a un paio di episodi dalla fine della prima stagione, il lato Mistery di Only Murders in the Building si è rivelato così interessante e accattivante. Senza mai lasciare indietro battute e divertimento, la serie creata da Steve Martin e John Hoffman ha sviluppato un lato secondario che ha iniziato a venire a galla indizio dopo indizio.

Il vero mistero è come non ci fossimo accorti fino a quel punto della cura dei dettagli nell’investigazione e le capacità di ricerca dei protagonisti. Mai posti su un piedistallo in quanto i tre sono inesperti del settore, ma con una cura del dettaglio che ha ricollegato ogni singolo punto interrogativo apparso nella nostra testa durante la visione delle due stagioni di Only Murders in the Building. E se avete ancora qualche domanda su alcuni eventi della serie non temete: Hoffman ha commentato dicendo che non tutti i misteri dell’Arconia sono già stati svelati e la strada per la terza stagione è pronta.

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