Le serie tv di cui stiamo per parlare sono quelle serie, come Scrubs o I Simpson, che rivedendo oggi ci offrono nuove chiavi di lettura, spunti di riflessione e dettagli che all’epoca dei brufoli ignoravamo. Il discorso vale per ogni cosa, libro, film, canzone, casa e fogli di giornale, certo. Ma oggi ci concentreremo solo su quelle serie che in modi molto diversi tra loro, varcata la soglia dei trent’anni ci appaiono sotto altre spoglie.
Dunque, se avete varcato questo temibile traguardo abbiamo tutti qualcosa in comune: il mondo poteva cadere, ma dopo la scuola avevamo un appuntamento imperdibile con Italia 1 e MTV; almeno fin quando qualcuno non ci intimava di fare i compiti. Non importa se eravamo dei fan sfegatati oppure se abbiamo intravisto poco più di qualche puntata, tutti conosciamo queste 10 serie, tutte in qualche modo hanno influenzato la nostra adolescenza o fanno parte del nostro retaggio cultuale.
1) Scrubs
Da ragazzi Scrubs ci ha fatto ridere ed entusiasmare, ma soprattutto ci ha preparato a diventare grandi. Le delusioni amorose e lavorative le abbiamo vissute prima attraverso i loro occhi, poi crescendo la serie ci ha insegnato a fare i conti con l’idealismo tipico di ogni teenager che si considera un unicum a colpi di “per me sarà tutto diverso”. Il mio primo giorno – la prima puntata di Scrubs – si è poi rivelato essere il primo giorno di molti di noi, anche se pochi hanno avuto Perry Cox a guardar loro le spalle.
È sempre il momento giusto per un rewatch di Scrubs, non per nostalgia, ma perché dopo ne usciamo sempre più forti. Potremmo riguardare una puntata a caso ogni volta che stiamo per iniziare una nuova avventura e trovarci comunque il giusto incoraggiamento. Insomma Scrubs è una serie che più invecchia, più ci regala preziosi spunti di riflessione e più diventa saggia.
2) The Simpsons
Come Scrubs, I Simpson è forse una delle serie tv più stratificate di sempre. Ha da poco compiuto 30 anni ed è più forte e vigorosa che mai. Uno dei suoi pregi è quello di parlare a tutti. Questa sitcom animata ha la straordinaria capacità di far ridere un bimbo di 8 anni, un venticinquenne e un cinquantenne senza mai annoiare o risultare banale.
Certo, da ragazzini eravamo più interessati alle avventure di Bart, (sghignazzavamo come pazzi agli innumerevoli “ciucciati il calzino“) e alle abitudini maleducate di Homer. Oggi (ne ridiamo ancora) ma sappiamo apprezzare meglio la critica sociale e politica, i riferimenti socio-culturali e perfino le lezioncine di Lisa, che all’epoca molti di noi consideravano inutili sproloqui. Riguardare le puntate vecchie diventa anche un’appassionante caccia alle previsioni sul futuro! Non solo non ci stanchiamo mai, ma ogni volta che riguardiamo una puntata cogliamo chiavi di lettura nuove e sconvolgenti.
3) Dawson’s Creek
Conosciuta anche come ANAUANAWEI, la serie creata da Kevin Williamson ha il pregio di farci sentire un tuffo al cuore anche a 30 anni. Forse non eravamo neanche tanto appassionati e trovavamo fastidiosamente insopportabile metà cricca di Dawson, eppure la guardavamo perché colmava tutte le nostre lacune in termini di gestione sentimentale.
Oggi ci fa sorridere, ma non può che provocare in tutti i trentenni un certo effetto survivor! Finalmente la guardiamo con distacco e ci sentiamo sollevati sapendo che siamo sopravvissuti all’adolescenza, e forse in parte lo dobbiamo anche alle lagne di Joey Potter e Dawson Leery. La mamma di Dawson non ci fa più così tanta pena; capiamo un po’ di più la nonna di Jen e in generale proviamo solidarietà verso tutti gli adulti di Capeside. Cittadina che non ci mette nemmeno più così tanta tristezza. In ogni caso, la serie conserva lo stesso fantastico potere di deprimerci sia da adolescenti che da adulti.
4) South Park
Ebbene sì, anche Cartman ha un leggero feticismo per Dawson’s Creek! South Park è il cugino più grande che fuma, dice le parolacce e ci insegna a stare alla larga dalle ipocrisie. Quando è uscita, molti di noi non avevano nemmeno il permesso di avvicinarsi alla tv dopo le 21:00. Ci ha conquistato proprio perché era un frutto proibito. Poi siamo riusciti a sbirciare qualche puntata, di sicuro in italiano, e non ci abbiamo capito niente.
La traduzione è sempre un limite, ma il doppiaggio in italiano di South Park può pregiudicarne la comprensione stessa. Il valore aggiunto della serie risiede proprio nel fatto che i suoi creatori donano la voce alla stragrande maggioranza dei personaggi. Da piccoli ci incuriosivano i pupazzetti colorati e la valanga di parolacce, ma solo da adulti è possibile apprezzare un prodotto straordinario che purtroppo ancora in tanti reputano una serie ideata per far inorridire i grandi e rendere più maleducati i ragazzini.
5) Family Guy
Per Family Guy – I Griffin – vale lo stesso discorso che abbiamo fatto per I Simpson, ma la sitcom creata da Seth MacFarlane si colloca su un gradino più altro in termini di provocazione rispetto a quella di Matt Groening. Era facile ridere con I Simpson, ma per ridere con I Griffin abbiamo dovuto aspettare almeno le superiori, e comunque anche lì restava il rischio di perdersi metà dei riferimenti politici e culturali.
I Griffin, così come Scrubs e I Simpson, hanno avuto un ruolo significativo nella formazione del nostro pensiero critico e del nostro senso dello humor.
Eppure possono essere apprezzati nella loro interezza solo in età più matura. Solo dopo i trent’anni riusciamo a gustarci le situazioni assurde, il sovvertimento di ogni regola, di ogni registro narrativo e la sfacciataggine che rendono ancora più interessante quello che Seth MacFarlane vuole comunicarci.
6) Friends
Dal 1994 vive nei nostri cuori, ma soprattutto vive nei palinsesti televisivi e nelle piattaforme streaming. E guai a toglierla! Ma appena iniziamo a sentire l’odore dei trent’anni, il pensiero che accompagna gli innumerevoli rewatch non è più tanto come farà Ross a riconquistare Rachel, quanto come fanno questi qua a vivere così! Come fanno Chandler, Joey e Phoebe a permettersi degli appartamenti così grandi in centro a New York!? Monica lo ha ereditato dalla famiglia, ok! Ma comunque hanno un tenore di vita troppo dispendioso. E quando lavorano se stanno sempre insieme!?
Invidie a parte, Friends non innesca mai l’effetto nostalgia perché ha il raro pregio di regalarci ancora nuove perle e momenti di pura comicità. Trangugiamo ogni puntata come fosse una medicina che allevia ferite e guarisce ogni malumore, non importa quanto sia profondo. Una cosa è certa: se da ragazzini sognavamo di vivere spensierati insieme ai nostri amici appiccicati a loro in ogni momento della giornata, oggi, dopo coinquilini/e molesti, mogli, mariti, compagni e figli vorremmo soltanto avere un nostro appartamento. A New York. Da soli.
7) Daria
Nel 1997 Daria era talmente avanti che forse solo oggi riusciamo a comprenderla. Quando è arrivata su MTV veniva spesso percepita come qualcosa di acerbo e troppo provocatorio. Agli occhi di molti era solo un’altra outsider snob con un odio profondo verso il genere umano. Oggi invece ci rendiamo conto che tutto quello che voleva la teenager di Lawndale era metterci in guardia da noi stessi.
Lanciandoci frecciatine e freddure continue, Daria ha fatto da apripista per un nuovo tipo di pensiero e ha dato coraggio a molte persone che si sentivano inadeguati/e. Guardare oggi la serie animata è come guardare attraverso uno specchio. Ci stiamo trasformando nel suo peggiore incubo, cioè svegliarci a 40 anni con l’amara consapevolezza di aver sprecato la nostra vita in un lavoro che odiamo oppure stiamo mantenendo le promesse che ci eravamo fatti da ragazzi/e? In ogni caso, Daria riesce sempre a farci fare i conti con noi stessi.
8) Smallville
Uno dei teen drama più visti in assoluto. Per la maggioranza dei millennial non è era solo un passatempo pomeridiano: Clark Kent versione teenager è stato un vero e proprio maestro di vita. Eppure, contrariamente a quanto fa Scrubs, oggi ci lascia leggermente delusi. Smallville però è come la famiglia: chi ne fa parte può parlarne male, gli altri no. In fondo, nonostante i difetti che solo da adulti sono evidenti, resterà nel cuore di molte persone. Per sempre.
Ciò che però oggi pregiudica la visione è la vicenda che ha coinvolto l’attrice Allison Mack (Chloe Sullivan), arrestata a seguito dell’accusa di traffico sessuale, cospirazione e ricatto. Vicende tristi che comunque non impediscono a Smallville di restare una serie molto amata, forse perché riesce a catapultarci di colpo nel meraviglioso mondo dell’adolescenza. Eppure oggi più che mai la certezza che affrontava tematiche molto più adatte agli adulti che ai teenager è quasi lampante.
9) Malcolm in the Middle
La differenza più grande è che dopo il 2008 è impossibile guardare papà Hal senza pensare a Walter White. Bryan Cranston a parte, un personaggio potente come Malcom può essere apprezzato davvero solo da adulti. All’epoca ridevamo agli scherzi da ragazzini (che oggi ci sembrano più atti di bullismo che giochini innocenti), agli screzi tra fratelli e alle rivalità tra i banchi di scuola. Rivedere la serie dopo i trent’anni ci spiazza e allo stesso tempo ci fa godere della genialità e della lucidità di Malcom e, non da ultimo, del sarcasmo e dell’irriverenza dell’intera serie.
Beati quegli anni in cui era possibile fare ironia su delle tematiche che adesso sembrano essere troppo politicamente scorrette. Oggi più che mai Malcolm in the Middle riesce a insegnarci qualcosa in più e a farci apprezzare anche quelle scelte narrative che da ragazzini ci sembravano bizzarre (tipo Malcom che si rivolge direttamente a noi) e di cui adesso invece cogliamo il carattere dirompente, soprattutto nella programmazione per ragazzi di Italia 1.
10) La Tata
Come abbiamo accennato, ogni intervento di traduzione fa perdere qualcosa. Ma quello che è successo a La Tata forse non ha precedenti! La serie icona degli anni ’90 ha subito uno stravolgimento talmente profondo da alterarne l’essenza stessa. La scoppiettante Fran Fine si è trasformata nella ciociara Francesca Cacace, originaria quindi di Frosinone. Le sue origini ebraiche sono state spazzate via e con loro anche lo humor che ne derivava. E la zia Assunta è in verità la madre di Francesca. O forse dovremmo dire Sylvia è in realtà la mamma di Franny!?
Non è stato facile digerire che tutto quello che sapevamo su The Nanny è una menzogna. Ma al di là dei nomi, delle origini e delle parentele alterate, gli stravolgimenti apportati nell’adattamento italiano, così come gli inserimenti forzati di elementi nostrani, creano buchi di trama e incongruenze pazzesche che se continuiamo a guardarla in italiano, è difficile tollerare da adulti. L’unica consolazione è che ora possiamo goderci una serie amata da piccoli, ma con nuovi occhi!
Di serie della nostra infanzia così stratificate e piene di nuovi significati, come Scrubs e quelle elencate sopra, non ce ne sono tantissime.
Abbiamo voluto ricordare quelle serie tv che più di tutte ci hanno fatto crescere, ma soprattutto quelle che a guardare dopo i 30 anni provocano un certo effetto terapeutico. Ci fanno fare il punto della situazione e si prestano sempre a nuove e gustose riletture. Sono serie pervase da uno straordinario senso dell’ironia che spesso sfocia nel politicamente scorretto, caratteristica che ultimamente fa storcere molti nasini.
Anche se le vedevamo da ragazzini, si tratta di prodotti che non erano poi così tanto adatti e di facile comprensione per l’età in cui i nostri cervelli erano ancora piuttosto mollicci. Ma tant’è!
Come direbbe Malcom:
Sapete qual è la cosa migliore dell’infanzia? Che a un certo punto finisce.
Quindi la buona notizia è che possiamo concederci tutti i rewatch che vogliamo, senza rotture di scatole, tanto domani non c’è scuola!