Un alieno verde con la testa appuntita non fa più fantascienza così come il prossimo “reset button” ci farà addormentare dalla noia con il telecomando in mano. Dopo aver passato in rassegna 20 cliché delle Serie Tv che non sopportiamo proprio più e 15 Situazioni cliché che si verificano in tutte le Serie Tv Teen Drama, abbiamo scovato 15 luoghi comuni onnipresenti nelle serie di fantascienza – e questa volta anche nei film – che vorremmo tanto eliminare pigiando il reset button. Un fantomatico bottone rigorosamente rosso fiammante che ci consentirebbe di eliminare in un colpo solo tutte quelle trovate narrative che un tempo ci regalavano momenti di godimento mentre oggi ci annoiano. Rappresentazioni di forme di vita extraterrestre, storyline, plot twist, ambientazioni, espedienti narrativi o sonorità che continuano a essere usati spesso per carenza di inventiva. In origine, alcuni di questi 15 elementi rappresentavano delle idee piuttosto buone. Molti di loro sono nati in contesti d’autore e, se gestiti bene, possono ancora regalarci una trama sci-fi grandiosa. Purtroppo, però, anche qualcosa di buono, come la pizza, se mangiata tutti i giorni, pure a colazione, rischia di andarci di traverso. Da ottimi spunti, un abuso dopo l’altro, questi tropi narrativi si sono trasformati in cliché. Per questo vogliamo evocarli una volta per tutte con la speranza di vederli dissolversi nell’etere con un glitch.
15 cliché dei film e delle serie di fantascienza che non vediamo l’ora di eliminare pigiando il “reset button”.
1. Sua altezza reale The Reset Button: lo abbiamo tirato in ballo, quindi, balliamo! Il pulsantone si è ormai trasformato in un “esci gratis di prigione”. Un espediente attraverso il quale gli effetti provocati da un evento drastico vengono annullati alla fine della storia, ripristinando così lo status quo. Nelle serie tv USA, tra gli anni Sessanta e i primi Duemila, c’è stato un proliferare incontrollato di pulsantini e pulsantoni. Nato come un ottimo espediente narrativo (come nei film di Orson Welles), nelle serie di fantascienza, e nei film, è diventato una presenza fissa e, a volte, sembra essere più una carta giocata quando non si sa come terminare la storia. Dagli esempi più riusciti, come The Twilight Zone del 1985 ai vari Doctor Who, passando per X-Files, Star Trek fino a Angel, e nei film, da Jumanji agli X-Men e Avengers, ci auguriamo che questa trovata trovi il prima possibile una degna sepoltura per lasciare il posto a pulsantini più giovani. Se fatto bene, infatti, può aiutarci a conoscere la natura della memoria e rivelare di più sui personaggi: vedete Fringe. Se fatto male, invece, è solo un mezzo per sfuggire a una trama senza uscita.
2. Ok, computer: diciamo addio ai computer super-intelligentissimi che esplodono quando il protagonista li confonde premendo qualche tasto a casaccio perché ehi, è l’eroe! Oppure vengono riprogrammati da qualcuno che fino a due minuti prima non sapeva nemmeno come accenderlo, un computer.
3. Fresco di parrucchiere: i cloni escono dalla vasca di clonazione con l’esatto taglio di capelli – e l’età – dell’individuo clonato.
4. Le distopie: ebbene sì, anche loro finiscono nel calderone. Sebbene il genere distopico e il post-apocalittico continuino a regalare ancora degli esempi grandiosi (The Handmaid’s Tale), ammettiamo che negli ultimi anni se ne faccia un uso smodato, e non sempre intelligente. Non ne possiamo più di scenari polverosi identici e di disperati vestiti con il completo del sopravvissuto 2.0 che spingono i carrelli della spesa con annesse lattine di fagioli. Tra i tanti cult indiscussi del genere, qui trovate i 20 peggiori film distopici di tutti i tempi secondo Flickchart, come Battlefield Earth.
5. Invertire la polarità: dopo il reset button – nei film e nelle serie di fantascienza – pare essere la soluzione a ogni problema di ingegneria, da Batman, a I Fantastici 4, Ghostbusters, Spy Kids, CSI: NY o Doctor Who. Ce la siamo goduta. Ora possiamo farne anche a meno. E con essa, anche il maledetto: “taglia il filo rosso“!
6. Non correre! Tanto cadi lo stesso: non importa quanto lentamente il mostro si muova o quanto velocemente la vittima corra: il predatore è sempre dietro la preda quando inciampa o incontra un ostacolo.
7. Morfologia: gli alieni sono spesso antropomorfi oppure sono basati sulla zoologia terrestre. Sono strani, hanno tentacoli o hanno il sangue verde, ma comunque sono ricalcati sulla biologia nostrana. Malgrado siano originari di un pianeta completamente diverso dal nostro.
8. Barriera linguistica: pochissimi film o serie di fantascienza hanno affrontato seriamente il problema del linguaggio. Cosa succede quando un alieno sbarca sul Pianeta Terra? Non c’è problema, questi parlano inglese perché ci hanno studiato per anni. Oppure si dà il caso che in 5 minuti abbiamo già inventato un meccanismo di decodifica. Atterriamo su un altro pianeta? Nessun problema: parlano inglese. Con le dovute eccezioni del caso (come Arrival, un esempio recente di film sci-fi intelligente e ben architettato, incentrato appunto sulla barriera linguistica), lo schema è quasi sempre quello descritto sopra, di cui Stargate SG-1 è l’esempio più fastidioso.
9. Il Maverick stellare: non ne possiamo più di piloti spaziali – di solito appartenenti a eserciti scalcinati – che, dopo aver distrutto una nave aliena, urlano: “yeeeeeeeeeeee-haaaaaaa!”. Fenomeno altrimenti noto come “Military Maverick”.
10. Spara e apri: non conoscete il codice della serratura? Vi basta sparare al tastierino alfanumerico su cui si digita il codice d’accesso e la porta si aprirà. Un tropo abusato, da Babylon 5 a Arrow, da Chuck a Doctor Who, Leverage e Shadow and Bone, che preferiremmo non vedere più.
11. La gestione dei viaggi temporali: nel corso dei decenni, la narrativa fantascientifica ha creato un universo di norme a sé stante, condiviso dal 90% della popolazione. Ogni spettatore ormai dà per assodato che incontrare sé stessi, o i propri parenti, nel passato sia “una cosa molto brutta”. Durante gli anni Ottanta – con logiche pressoché simili – la probabilità di imbattersi in una serie di fantascienza o in un film che invocava questa regola era altissima. Esattamente come la probabilità di imbattersi in un personaggio che invocava a caso qualunque legge della termodinamica. A partire dagli anni Novanta, invece, imperversano ancora le trame sci-fi incentrate su “l’effetto farfalla” oppure sulla “teoria del caos”. Storyline appassionanti, certo, ma giuriamo che alla prossima trama simile, taglieremo le ali a quella farfallina.
12. Un’unica razza, un’unica cultura: avete fatto caso che nel 90% dei film e delle serie di fantascienza le razze aliene sono spesso strettamente monoculturali? Sul pianeta Terra, da Roma Sud e Roma Nord, New York e New Jersey, Milano e Sesto San Giovanni, ci facciamo la guerra mentre gli alieni – soprattutto quando ci invadono – parlano una sola lingua, hanno una sola religione, un solo insieme di valori morali e hanno perfino un solo presidente (ma questo si applica anche agli elfi, ai nani e ad altre creature fantastiche). Nonostante questa armonia di base, e il loro vantaggio tecnologico, hanno deciso che noi umani rappresentiamo una minaccia per l’universo. Oppure siamo gli unici ad avere le risorse di cui hanno bisogno.
13. I cliché culturali: i telepatici, ad esempio, sono considerati spesso degli stregoni o dei pazzi solitari che, per questo, devono essere perseguitati. Questo tropo ormai dà spesso il via a una sorta di caccia alle streghe intergalattica che, per chissà quale motivo, ritroviamo anche nel futuro o in altre dimensioni. Immancabili, anche a milioni di anni luce di distanza da qui, la torcia e il forcone.
14. Mira e spara: qualsiasi arma può essere impugnata e utilizzata da chiunque, anche se l’oggetto appartiene a una razza aliena. Non importa quanto il personaggio sia carente nell’allenamento o nella forza delle braccia: lo sprovveduto impugnerà l’arma e saprà come sparare (sì, succede anche in Stranger Things).
15. Tutto sembra essere finito bene, finché…: ormai ci aspettiamo che dopo la risoluzione finale, in quell’ultimo fotogramma prima dei titoli di coda, vedremo qualcosa muoversi in lontananza. Si tratta magari di un uovo alieno con una piccola crepa oppure dell’occhio del mostro che vibra. Ad ogni modo il lieto fine diventa solo un miraggio mentre il sequel è più sicuro che mai.
Non diciamo che questi 15 tropi (ma la lista sarebbe lunga) non ci abbiano regalato dei momenti di tensione narrativa eccelsi. Il più delle volte hanno funzionato, ma tutto ha una data di scadenza. Se qualcosa funziona, non significa che debba essere abusata in ogni occasione, specialmente se la trama è debole. Ciò che rende un film o una serie di fantascienza straordinari è l‘epicità e il conflitto, non certo il meccanismo narrativo in sé, spogliato del suo significato e diventato quindi stereotipo.
E voi? Diteci i cliché sci-fi che vorreste spazzare via una volta per tutte pigiando il reset button.