Con lo sviluppo delle piattaforme streaming le serie italiane hanno fatto un notevole salto di qualità. L’Italia ne produce sempre più, in grado di sorprenderci con le loro storie intriganti e appassionanti, arrivando a poter rivaleggiare – in alcuni casi – con i prodotti di paesi più esperti di noi. Ma non dimentichiamoci di quelle (poche) del passato, senza le quali molti degli show di oggi non ci sarebbero. Se non avesse realizzato quelle due serie tv, Sollima (un nome che ritroveremo spesso in questo pezzo) non avrebbe mai potuto produrre ZeroZeroZero, un affresco straordinario e oscuro del narcotraffico internazionale.
Ne troviamo tantissime su Netflix, Amazon, Sky o Now TV e ne stanno arrivando altre (come Anna di Ammaniti). Proprio su quest’ultima piattaforma ci vogliamo concentrare, scovando le migliori serie italiane presenti. Ne rimarranno fuori alcune, sicuramente qualcuno storcerà la bocca. Avrebbero meritato un posto? Probabilmente sì, se non ci fossero state queste cinque.
Bellezza, perfezione, innovazione, originalità ed emozione: tutto questo hanno le 5 serie italiane selezionate (messe nella lista in ordine sparso), insieme a interpretazioni meravigliose e musiche da brividi. Andiamo quindi a vederle insieme.
1) Gomorra
Iniziamo da un prodotto che ha lasciato il segno non solo nel nostro paese, ma anche nel mondo. Gomorra è un’immersione dura, cruda e brutale nel violento mondo dei camorristi che, con i loro traffici di droga, operano nella periferia di Napoli. Sono uomini e donne che hanno famiglia, amori e amicizie, ma che si trovano in un contesto dove il bene non esiste. A costo di raggiungere i propri scopi sono disposti a sacrificare chiunque e ogni cosa. Non ci sono eroi, non c’è possibilità di redimersi. Perché il male è il male e controlla tutti, persino chi fa parte dello stesso meccanismo che lo alimenta. Raramente è stato raccontato così da una serie tv italiana.
Le lotte di potere sono costanti, così come le spaventose ramificazioni della mafia all’interno della politica e del mondo degli affari. Spaventose perché vere. Ricordiamoci che Gomorra è tratta dall’omonimo libro di Saviano.
Sollima dirige in maniera impeccabile, quasi documentaristica, una serie tv recitata perfettamente e scritta altrettanto meravigliosamente. Con quei personaggi così ben costruiti da sembrare veri. Con quel dialetto che rende tutto più reale. E quando arriva la colonna sonora, sappiamo che qualcosa di terribilmente scioccante sta per accadere. Nel bene e nel male.
2) Il Miracolo
Continuiamo il viaggio tra le migliori serie italiane su Now TV con Il Miracolo.
Un prodotto visionario e originale, che prende ispirazione da una di quelle notizie che, ogni tanto, sentiamo nella cronaca giornaliera: la statua di una Madonna ha iniziato a piangere sangue. Ma non è una scultura qualsiasi: è situata nel covo sequestrato a un boss della Ndrangheta. L’evento metterà in moto una serie di personaggi che tenteranno di spiegarlo (se possibile) in maniera razionale: dal premier ateo che deve decidere se coinvolgere o meno il Vaticano, al prete in crisi spirituale, passando per la scienziata.
Niccolò Ammaniti scrive questa serie tv per il piccolo schermo, portandoci dentro tutta la sua narrativa cupa sia nella messa in scena tetra e ombrosa, sia in quei personaggi a due facce. Sono diversi tra loro per carattere, vita e convinzioni. Eppure tutti viaggiano su due binari paralleli: quello della luce e dell’ombra. Perché nessuno è solo buono o cattivo. E tutti verranno sconvolti nel profondo e nelle ideologie dalle lacrime della Madonna. Ammaniti ci prende per mano e ci conduce dentro le sue riflessioni sull’animo umano di fronte al mistero, cercando di rispondere alla domanda: come reagisce l’umanità di fronte a un fatto inspiegabile?
E queste riflessioni sulla condizione umana si muovono all’interno del rapporto che c’è tra Stato e Chiesa, amici in alcune circostanze, nemici in altre.
3) The Young Pope/The New Pope
The Young Pope è considerata la miglior serie italiana mai prodotta finora: infatti è l’unica del nostro paese ad aver ricevuto candidature a Emmy e Golden Globe.
Il protagonista è Lenny Belardo, un papa neoeletto che reca in sé tutte le contraddizioni della Chiesa e terribilmente scosso da un passato che gli ha fatto sviluppare una fede tutta sua. I cardinali che lo eleggono pensano che sia malleabile, ma scopriranno che non è così. La sua è una figura magnetica, difficile da comprendere e poliedrica, interpretata brillantemente da un magnifico Jude Law. E non è l’unico attore di livello. Un nome su tutti è quello di Silvio Orlando, che fornisce, prima in The Young Pope e poi in The New Pope, una prova magistrale, vestendo i panni del cardinal Voiello. Colui che incarna il potere politico della Chiesa, diviso tra il compiere il bene di pochi o di tutti.
Nel sequel The New Pope, poi, arriva John Malkovich che, con il suo eclettismo e la sua maestria, ci regala un personaggio in netto contrasto con quello di Jude Law.
Sorrentino crea un’opera d’arte, dipingendo una storia dai colori internazionali che ci permette di entrare all’interno del Vaticano, dei suoi affari loschi e sporchi, dei suoi intrighi e delle sue macchinazioni. Le immagini che abbiamo sono dei quadri aulici, iconici, geniali. Il regista scommette su un racconto atipico e vince, come solo i grandi sanno fare.
4) Diavoli
Fresca di inizio riprese della seconda stagione, Diavoli è tra le serie italiane migliori su Now TV.
Si raccontano i retroscena della crisi finanziaria europea attraverso la figura di Massimo de Ruggero. Trader italiano, ha raggiunto una posizione di potere nella finanza grazie ai consigli di Dominic Morgan, suo mentore e direttore di una delle banche più influenti al mondo. Ma uno scandalo che colpisce la sua ex moglie gli nega la promozione. Massimo inizierà dunque la sua ricerca della verità, dove dovrà sporcarsi le mani.
Non è necessario essere esperti di finanza per capire Diavoli. Anzi, alla maniera de La Grande Scommessa di Adam McKay, è proprio la serie che spiega le regole base e i meccanismi dell’economia mondiale. E, unendo a questo la componente thriller e mystery, riesce a tenerci incollati allo schermo. Quella colonna sonora poi ci dà la sensazione di trovarci in un acquario, seguendo la metafora dei broker come pesci in mezzo al mare.
Ma il punto forte di questa serie tv è uno e uno soltanto: Alessandro Borghi. Con l’interpretazione di Massimo, raffinata ed elegante, dà prova del suo immenso talento, recitando in un perfetto accento inglese. Insieme a Patrick Dempsey – che si toglie il ruolo da eroe interpretando il diavolo tentatore Dominic – formano un duo che non sapevamo di volere, ma di cui non sappiamo più fare a meno.
5) Romanzo Criminale
Chiudiamo con una serie tv dalla bellezza incredibile. Colei che ha aperto la strada per Gomorra e, in generale, per la serialità nostrana: Romanzo Criminale.
È la storia della Banda della Magliana che per quindici anni, dal 1977 al 1992, è riuscita a conquistare la città che “nun vole capi”: l’incontrollabile Roma. Veniamo portati in un mondo pieno di delinquenza e di male, diviso tra il desiderio di grandezza e di liberà del Libanese, l’egoismo e l’ambizione del Dandi, l’equilibrio e la razionalità del Freddo. Quei personaggi (che incarnano le mille sfumature del male), assieme a quelli minori, sono criminali che compiono dei gesti orribili, che trafficano droga, che uccidono per i loro tornaconto. Eppure sono analizzati in ogni loro sfumatura tanto da farci capire chi siano realmente. Quella che mostrano è la corazza, forte e impenetrabile. Dentro invece sono fragili, vulnerabili, tremendamente umani.
Ecco come, improvvisamente, ci troviamo ad empatizzare con loro. Perché Sollima li ha costruiti in maniera così perfettamente reale e gli attori li hanno interpretati così magnificamente che diviene inevitabile farlo.
Lo stesso regista è riuscito a dar vita a un prodotto di una qualità superiore, in grado di alzarsi al livello delle grandi produzioni cinematografiche. Capace di coinvolgere come pochi altri, grazie ai momenti epici e alla colonna sonora definibile solo in un modo: da Oscar.