4) Medium
Un caso simile a quello di The X Files lo troviamo con Medium. Anche in questo caso la musica risulta più che azzeccata, per non dire inquietante, e riesce benissimo nell’intento di mettere profonda ansia allo spettatore. Solo che poi ci sono le immagini.
È risaputo che il bianco, anche più del nero, è uno dei colori che mette più a disagio in assoluto. E anche la scelta del giocare con le forme e diverse tonalità è un chiaro intento di riprendere una sorta di gioco psicologico. Però, se devo essere sincera, più che guardare l’opening di un poliziesco dai tratti soprannaturali e a volte inquietanti, mi sembra di stare a una mostra d’arte contemporanea con un tecnico del suono sadico che ha deciso di mettere alla prova gli ospiti.
Poi, è vero, la troppa fantasia è sempre stata una delle cose che mi fregano di più, ma insomma non si può certo dire che la sigla di Medium svolga al meglio la sua funzione!