2) Dawson’s Creek
Gennaio 2000. Nessuna distruzione di massa. Nessun meteorite. Nessuno Skynet all’attacco del genere umano. Nessuna fine del mondo.
Era il 2000 e il secondo millennio si apprestava a continuare il cammino del millennio precedente, sempre uguale e pronto a diventare un’epoca completamente diversa nel settembre dell’anno seguente.
E il 13 gennaio 2000 su Italia1 cominciava una nuova storia, un teen drama che avrebbe influenzato tutta la generazione nata tra la metà degli anni ’80, e forse anche prima, fino alla metà degli anni ’90, plasmandone completamente l’immaginario sentimentale e forse traumatizzandolo anche un po’.
Esattamente come per Buffy, anche in questo caso i produttori non erano particolarmente convinti, tanto che la Fox rifiutò il progetto del trentatreenne Williamson, cedendolo così nelle mani di una molto poco convinta Warner Bros.
Ebbene, c’è chi ha fatto educazione sessuale a scuola, e c’è chi ha imparato più o meno tutto con Dawson’s Creek, e vi dirò, probabilmente non era il modo migliore, però ha funzionato. In ogni caso non era ancora il tempo della serie “Vita segreta di una teenager americana”, ma piuttosto di un certo perbenismo che ormai voleva le sigarette fuori dagli schermi, figuriamoci un’insegnante affetta da sindrome di Mrs. Robinson che si fa un proprio allievo.
Manco a dirlo, sarà proprio l’ex produttore di Beverly Hills 90210 a proporre il progetto al regista di Scream (e non solo) che attingerà al proprio passato di sognatore e amante del cinema, e soprattutto giovane innamorato della sua migliore amica.
Ed ecco il via a Joey, Dawson e Pacey, per non parlare di Jen e di tutti i drammi, lacrime e grida contro il televisore con tanto di lancio del popcorn.
Cosa racconta Dawson’s Creek? Beh, racconta di adolescenti assolutamente normali che hanno a che fare con situazioni assolutamente normali, senza vampiri o zombie, senza delitti, omicidi o spioni che mandano sms. Tuttavia a cosa pensa per la maggior parte del tempo un adolescente? Se lo chiedete a Pacey ovviamente la risposta è molto semplice: al sesso. E l’eccezionalità di Dawson’s Creek sta proprio nel fatto che parlava con un linguaggio per l’epoca davvero molto esplicito. E in un’epoca di perbenismo forse era davvero ciò di cui c’era effettivamente bisogno.
Se si parla di Serie Tv melodrammatiche che guardavamo nel 2000 questa è sicuramente al primo posto: strappalacrime, ripetitiva, altisonante e spesso davvero non succedeva davvero niente di interessante se non i voli pindarici della mente di Dawson, ma era un’altra epoca, c’erano altre pretese, diversi desideri e necessità, e soprattutto un diverso modo di guardare le Serie Tv. Dawson’s Creek ha segnato epoca dando il via a storie e relazioni e argomenti che verrano presi e ripresi all’interno del mondo seriale senza più alcuna soluzione di continuità.