4. THE HANDMAID’S TALE
Il caso di The Handmaid’s Tale, Il racconto dell’ancella nella sua versione cartacea, è forse insieme a Dexter quello più straordinario e interessante di trasposizione seriale di un romanzo. Si tratta infatti della creazione di un vero e proprio universo di storie, personaggi, ricordi, da un romanzo fortemente monologante, una sorta di flusso di coscienza, in cui la trama è ridotta all’osso.
Quasi tutto ciò che leggiamo ne Il racconto dell’ancella, nella serie tv accade nelle prime puntate. Il resto è il frutto della mente degli sceneggiatori, e della bravura delle attrici che vi recitano.
Un esperimento di eccezionale bravura, che ha saputo coniugare le idee, nel romanzo appena accennate, con la realtà di un mondo portato sullo schermo in tutto il suo agghiacciante splendore. The Handmaid’s Tale ha saputo riaprire un dibattito in fondo mai sopito, ma mai come oggi terribilmente attuale.
Quello sul ruolo delle donne, del loro corpo, dello strapotere dell’uomo e del rapporto tra i sessi. Sicuramente la scrittrice Margaret Atwood non si sarebbe mai aspettata che il suo romanzo, scritto in un’altra epoca (è uscito nel 1985), avrebbe avuto un tale successo come serie tv. Ma ci piace immaginarla contenta di ciò che la serie ha saputo fare del suo romanzo: non uno stravolgimento, non un “liberamente tratto”, ma una vera e propria espansione.